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Milano frena ancora dopo le parole di Draghi. Fiat e Moncler in controtendenza

FIRSTonline

Vendite sulle Borse europee all’indomani del deludente dato sul Pil italiano che ha riportato il Paese in recessione, i dati sotto le attese della produzione tedesca e le parole di oggi del presidente della Bce, Mario Draghi. Il Ftse Mib ha lasciato sul campo l’1,94% affossato dal ruzzolone delle banche mentre lo spread Btp-bund è tornato in tensione a 178 punti base. Nel complesso la caduta dell’indice All-Share dell01,93% ha bruciato circa 9,2 miliardi di euro, si ipotizza soprattutto per l’uscita di fondi di investimento internazionali. Ieri Milano aveva perso già 12 miliardi di capitalizzazione. 

Oggi il Tesoro ha comunicato che il 12 agosto offrirà in asta 7 miliardi di Bot a 12 mesi e che non sarà offerto il BoT trimestrale. L’importo risulta tagliato rispetto a quello dei titoli in scadenza: alla vigilia di ferragosto spirano 8,625 miliardi di Buoni annuali. 

Parigi cede l’1,36%, Londra -0,58% dove la Bank of England ha oggi lasciato i tassi invariati allo 0,5% e ha mantenuto l’ammontare del quantitative easing a sostegno dell’economia pari a 375 miliardi di sterline. Francoforte -1%. In Germania nel mese di giugno la produzione industriale è aumentata dello 0,3% rispetto al precedente mese di maggio contro le attese di un aumento dell’1,4%. Su base annua si è registrata una flessione dello 0,5% con un aumento dell’1,4% su base mensile.

Gli investitori guardano incerti allo scenario economico, soprattutto dopo le parole di Mario Draghi che ha sottolineato che gli ultimi dati hanno evidenziato un rallentamento del ritmo della crescita. Il presidente dell’Eurotower, che ha lasciato i tassi invariati nella riunione di oggi sulla politica monetaria, si è poi sbilanciato in una sferzata all’Italia: Secondo il numero uno della Banca centrale europea, l’andamento negativo del nostro Pil è stato determinato dalla “debolezza degli investimenti privati”, la quale a sua volta riflette “l’incertezza generale che circonda le riforme economiche”: ecco perché “è arrivato il momento che i Paesi dell’Eurozona cedano sovranità all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali”. Come a dire: visto che non siete in grado di fare da soli, lasciate che se ne occupi Bruxelles al posto vostro.

Oltreoceano la musica sembra ormai diversa. Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti sono calate di 14mila unità a quota 289mila nel corso dell’ultima settimana, meglio delle attese degli analisti che si attendevano una lettura del dato a quota 300.000 unità. La media mobile delle quattro settimane è invece scesa di 4mila unità a quota 293.500 unità. Numeri che vanno a sostegno dell’ipotesi che la Fed possa accelerare verso la riduzione degli aiuti ai mercati.

A Wall Street il Dow Jones cede comunque dello 0,27%, S&P500 lo 0,14% e il Nasdaq è appena poco sopra la parità +0,04%. Pesano sui mercati globali le aumentate tensioni geopolitiche tra cui la situazione in Ucraina. Il petrolio Wti cede lo 0,13% a 96,79 dollari per azione. L’oro è quasi invariato a quota 1.308,5 dollari l’oncia.

A Piazza Affari Moncler vola del 6,26% dopo la trimestrale che ha evidenziato una sostenuta crescita dei ricavi a perimetro omogeneo. In scia ai piumini colorati si è mossa la moda online di Yoox +2,89%, le scarpe di Tod’s +2,04%. In evidenza anche Fiat +1,39% dopo otto sedute consecutive di ribasso in cui ha perso complessivamente il 17%. L’a.d. Marchionne ieri ha cercato di minimizzare il rischio che troppe domande di recesso facciano saltare la fusione Fiat- Chrysler.. Tra i sostenitori dell’operazione, voluta da Exor con il suo 30% del capitale, si registrano numerosi fondi di Blackrock e di Ishare (gli etf controllati dal gestore americano) ma a guidare il fronte del no c’è il Governo della Norvegia, con i suoi 27 milioni di azioni, inclusa una piccola quota della Banca centrale di Oslo. Contrari all’operazione una miriade di fondi titolari di percentuali da prefisso telefonico del capitale di Fiat, all’interno dei quali si registrano le posizioni compatte dei gestori Gmo e da Ssga. Chi non ha approvato la fusione, inclusi gli assenti, ha tempo fino al 20 agosto per esercitare il recesso e ottenere 7,7 euro per azione, contro una quotazione di Borsa di 6,5 euro.

Qualora l’esborso per Fiat dovesse eccedere i 500 milioni di euro la fusione salterebbe e con essa anche il diritto al recesso. A Milano le vendite hanno colpito soprattutto le banche. La Bper è sprofondata di oltre il 13% nonostante i vertici dell’istituto abbiano annunciato il ritorno all’utile nel primo semestre per 42,5 milioni di euro. Tra le peggiori performance Bpm -7,83%, Banco popolare -4,35%. Mps ha lasciato sul parterre il 3,6% nell’attesa dei conti diffusi a Borsa chiusa. Unipolsai è stata sospesa al ribasso e ha chiuso in calo del 3,27% dopo i conti. Male anche altre blue chip come A2a (-5,5%), Atlantia (-4,2%), Enel (-2,9%).

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