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Milano, “Ex Gratia” in occasione del MIART

Negli spazi dello studio legale, tra le opere della Collezione Iannaccone riallestite per questo appuntamento, trovano collocazione i lavori dei dieci artisti protagonisti di Art House School edizione 2017.

Milano, “Ex Gratia” in occasione del MIART

Sabato 14 aprile 2018, in occasione della ventitreesima edizione di Miart – fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano – inaugura il quinto appuntamento del progetto IN PRATICA, un ciclo di mostre ospitate nello studio legale dell’ avvocato Giuseppe Iannaccone, negli spazi in cui è conservata parte della sua raccolta di arte moderna e contemporanea. Dopo la presentazione degli artisti Davide Monaldi, Luca De Leva, Andrea Romano e Beatrice Marchi IN PRATICA prosegue nel suo intento di proporre, attraverso il susseguirsi di piccole mostre, un continuo confronto tra le opere degli artisti già consacrati nel panorama internazionale presenti in Collezione e quelle di artisti emergenti di talento, anche se ancora sconosciuti al grande pubblico, invitati per l’occasione a concepire progetti site-specific.

Sabato 14 aprile apre al pubblico per una visita speciale dello studio EX GRATIA, una mostra collettiva di DIECI GIOVANI ARTISTI ALBANESI in collaborazione con ART HOUSE SCHOOL, nata da un’idea di Giuseppe Iannaccone, curata da Adrian Paci e Rischa Paterlini, con la speciale collaborazione del Prof. Zef Paci.

In occasione di miart 2018, l’avvocato Giuseppe Iannaccone ha deciso di dedicare IN PRATICA #5 ad un progetto speciale con l’intento di far conoscere in Italia il lavoro realizzato con generosità da Adrian e Melisa Paci a Scutari, in Albania: ovvero una scuola per artisti. “Ciò che mi ha ispirato” – scrive Giuseppe Iannaccone – “è stato il gesto di generosità che tu, Adrian, hai compiuto verso la tua città natale, Scutari, e verso gli artisti albanesi: grazie ad Art House School hai infatti permesso a dieci di loro di incontrarsi e far si che potessero condividere le loro esperienze e discutere del loro lavoro, senza chiedere nulla in cambio, dandogli semplicemente l’opportunità di vivere a contatto con curatori e critici di livello internazionale”.

Art House è “Un luogo” – dice Adrian Paci – “che rende possibile il transito delle idee dove una casa privata si apre alla comunità della propria città e dove la comunità di una piccola città entra in dialogo con contributi intellettuali e culturali del grande mondo dell’arte senza perdere l’intimità e la natura ravvicinata del rapporto”.

“Mai prima d’ora” – scrive Giuseppe Iannaccone – “immaginavo che un giorno avrei invitato contemporaneamente dieci artisti ad esporre le proprie opere, eppure adesso che le guardo tutte assieme mi accorgo ancora una volta che quando gli artisti sanno toccare le corde più intime dell’uomo, accade quasi un miracolo. La commovente bellezza dell’handicap di Marc Quinn sembra parlare lo stesso linguaggio d’amore del video di Alketa Ramaj. Le immagini dei ragazzi brasiliani ritratti da Jetmir Idrizi rimandano alla stessa ricerca attorno all’identità sessuale proposta dagli scatti di Nan Goldin; le fotografie tratte dalle azioni effimere di Stefano Romano dialogano con le salde figure di Massimo Bartolini; lo sguardo del volto catturato da Silva Agostini richiama quello intrappolato nell’opera di Dana Schutz. Il neon rosso nella foto di Remijon Pronja sembra contraddire il senso d’intimità domestica che si ritrova anche nelle opere di Paola Pivi; la delicatezza dei disegni di Bora Baboçi riappare in quelli realizzati da Andrea Romano; le rappresentazioni del divino pagano o cristiano di Alket Frashëri si accordano al pantheon di divinità ed eroi mitologici di Luigi Ontani; i paesaggi di Lek M Gjeloshi ricordano quelli di Hernan Bas; la pittura di Iva Lulashi si confronta con quella di Borremans; i disegni sognanti di Fatlum Doçi ricordano il paesaggio onirico di artisti indiani come Atul Dodiya.”

L’idea di questo progetto viene ben raccontato nel prezioso volume che accompagna la mostra, edito da Mousse Publishing, in lingua italiana, inglese e albanese in cui, oltre alle immagini delle opere e degli artisti che hanno vissuto in residenza ad Art house, vi sono raccolte una conversazione tra Adrian, Zef Paci e i dieci artisti protagonisti della mostra, e uno speciale racconto del viaggio intrapreso dalla curatrice della collezione nella residenza dei Paci.

La mostra è stata realizzata con il patrocinio del Ministero della Cultura Albanese e grazie al contributo di Kooness per i materiali audio e video, di Romanò cornici di Massimo Romanò per le cornici e di Open Care – servizi per l’arte, FARE e ARKA per l’ospitalità agli artisti che saranno tutti presenti il giorno dell’inaugurazione.

La mostra sarà poi visitabile nello studio legale dell’avvocato Giuseppe Iannaccone dal 15 aprile al 13 luglio 2018, solo su appuntamento, per piccoli gruppi di persone.

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