Un pareggio che lascia tutto come prima. O quasi, perché oggi il Milan potrebbe approfittare dell’1-1 tra Napoli e Inter e balzare in vetta alla classifica, seppur con una gara in più rispetto ai nerazzurri. Ad ogni modo lo scontro diretto del Maradona va in archivio senza creare particolari scossoni e il punto, per tutta una serie di motivi, va meglio a Inzaghi che a Spalletti. Tanto per cominciare era il Napoli a dover vincere per superare la concorrenza, non il contrario, e poi il match si era messo molto bene per gli azzurri, quasi da far pensare a un sorpasso ormai sicuro.
Ci si aspettava una partita tesa, bloccata, invece il risultato si è sbloccato dopo appena 7’ con un rigore di Insigne, nato da una sciocchezza di De Vrij (l’ennesima di questo periodo) su Osimhen. Il vantaggio galvanizzava il Napoli, che poco dopo sfiorava il raddoppio con Zielinski, fermato solo dal palo ad Handanovic battuto. Il dominio degli Spalletti’s però si affievoliva strada facendo, perché l’Inter ritrovava distanze e sicurezze, in attesa di piazzare il colpo alla prima occasione utile. Dzeko faceva le prove generali con un colpo di testa centrale che Ospina parava senza troppi problemi, ma a inizio ripresa aggiustava la mira e gonfiava la rete con un tap-in ravvicinato che freddava il Maradona (47’). Da lì in poi nasceva un’altra partita, con due squadre più lunghe e propense a concedere occasioni. Ne arrivavano da ambo le parti, ma nessuno riusciva più a trovare la rete, lasciando così il risultato sull’1-1: un buon punto per l’Inter, che ora avrà un calendario in discesa, un po’ meno per il Napoli, che però resta comunque aggrappato al treno scudetto.
“Abbiamo fatto un secondo tempo di grande impatto mentale e psicologico – il commento di Farris, presentatosi al posto dello squalificato Inzaghi -. Il Napoli è una grandissima squadra e la nostra bravura è stata non solo pareggiare, ma anche cercare di vincere. Abbiamo spento il loro entusiasmo e alla fine c’è un po’ di rammarico, avevamo un po’ più di benzina. L’episodio iniziale del rigore avrebbe potuto indirizzarla, ma nella ripresa è venuta fuori la grande squadra che siamo”. “Io sono contentissimo di questo punto e della partita perché complessivamente abbiamo giocato molto bene – ha spiegato Spalletti -. Pure nel secondo tempo, pur non gestendo tanto, ci sono capitati palloni importanti per rimettere a posto il risultato. Da gare così si cresce, facciamo esperienza di questi 95 minuti e cerchiamo di essere contenti del punto fatto, loro sono veramente una squadra quadrata”.
Oggi la palla passa al Milan, chiamato ad approfittare del pareggio del Maradona per guadagnare punti sulle concorrenti. La partita con la Sampdoria (ore 12.30) si presenta come una ghiotta chance, a patto però di non sottovalutarla e commettere errori già visti sia in questa stagione che nella scorsa. I rossoneri, infatti, non possono permettersi di giocare sotto ritmo, altrimenti diventano prevedibili e di facile lettura, quando le gambe girano al massimo, invece, succedono cose importanti come con Inter e Lazio. “Il pessimismo a Milanello non c’è mai stato, abbiamo sempre lavorato con fiducia – il pensiero di Pioli -. La forza del gruppo è stata continuare a farlo anche nei periodi meno brillanti, ora continuiamo a pensare di partita in partita, anche se siamo chiaramente soddisfatti delle ultime due.
Ora conta solo quella con la Samp e c’è grande concentrazione, mancano ancora quindici gare e sono tante. Dobbiamo solo pensare a fare più punti possibili, in questo momento è sottile il gap tra il vincere e il non vincere, i dettagli faranno la differenza”. Anche oggi il Milan dovrà fare a meno di Ibrahimovic, ma la sua assenza, alla luce dell’esplosione di Giroud (quattro gol nelle ultime due partite), fa sicuramente meno paura, inoltre mancherà pure lo squalificato Hernandez, che festeggerà il rinnovo di contratto dalla tribuna. Pioli si affiderà così a un 4-2-3-1 con Maignan in porta, Calabria, Tomori, Romagnoli e Florenzi in difesa, Tonali e Kessié a centrocampo, Messias, Diaz e Leao sulla trequarti, Giroud in attacco. Giampaolo, ex per nulla rimpianto da Maldini, tenterà di prendersi la rivincita con un 4-3-2-1 con Audero tra i pali, Bereszynski, Ferrari, Colley e Murru nel reparto arretrato, Candreva, Ekdal e Thorsby in mediana, Sensi e Quagliarella alle spalle dell’unica punta Caputo.