Inter e Atalanta si fanno male a vicenda, il Milan ringrazia e oggi spera di farlo anche il Napoli. Il 2-2 di San Siro accontenta soprattutto le rivali: i rossoneri, vittoriosi sullo Spezia, balzano da soli al primo posto, gli azzurri, in caso di successo odierno con il Cagliari, si riprenderebbero il comando guadagnando addirittura 2 punti. Detto ciò la partita di San Siro è stata bellissima, un crogiolo di emozioni da una parte e dall’altra dal primo all’ultimo minuto, recupero compreso, nel quale è successo praticamente di tutto. Sono stati 96’ intensissimi, fatti di duelli individuali a tutto campo, tra due squadre decise a prevalere in barba a qualsiasi logica tattica. Ovviamente, come spesso accade in gare così, ci sono stati anche tanti errori: Arrigo Sacchi, del resto, ha sempre detto che le gare “perfette” finiscono 0-0. Qui invece il risultato s’è sbloccato dopo appena 5’ con Lautaro, autore di una splendida volée che ha lasciato di sasso Musso.
Una volta stappata, la partita è esplosa in tutta la sua frizzantezza, anche perché l’Atalanta ha finalmente fatto vedere il calcio che l’ha portata così in alto. Al 30’ Malinovskyi ha pescato il jolly con un gran tiro dalla distanza e al 38’ s’è ripetuto, questa volta con la complicità di Handanovic, innescando di fatto il gol di Toloi. Sotto di un gol e più volte vicina a subirne un terzo (palo di Malinovskyi su tutte), l’Inter ha vacillato ma non è andata al tappeto: e così, complici anche i cambi (da una parte e dall’altra: perché togliere l’ucraino migliore in campo?), eccola risalire al pareggio con Dzeko, rapace nel battere Musso sotto porta (71’). All’85’ l’episodio che avrebbe addirittura potuto far vincere la squadra di Inzaghi: tocco col braccio in area di Demiral, rigore e Dimarco sul dischetto, col pallone che finiva sulla traversa per la gioia di Gasperini. Un attimo dopo però era l’Inter a tirare un sospiro di sollievo, visto che l’Atalanta segnava il 2-3 con Piccoli ma il Var annullava giustamente: il pallone, infatti, era uscito dal campo prima dell’azione di cui sopra. Una battaglia che finiva così in parità, lasciando i due allenatori a chiedersi se fosse il caso di guardare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto.
“Rimane l’amaro in bocca, avremmo meritato qualcosa in più senza nulla togliere all’Atalanta – le parole di Inzaghi -. Andiamo avanti, ci siamo disuniti dopo il rigore sbagliato ma nei primi venti minuti del primo tempo e nella ripresa si è vista un’ottima Inter. Il rigore? La decisione è stata mia, Lautaro e Calhanoglu erano usciti, avevo Dimarco e Perisic e in quel momento mi sembrava più fresco Federico”. “È stata una gran partita, merito di tutti i giocatori scesi campo che hanno giocato per un risultato solo – il pensiero di Gasperini -. Noi siamo andati vicini a perdere, su rigore, e poi a vincere subito dopo. Siamo soddisfatti di aver fatto una gara così, ne usciamo più consapevoli e più forti”. Vittoria importantissima invece per il Milan, che passa a La Spezia al termine di un match spigoloso, nel quale ha rischiato di lasciare punti pesanti. Già, perché i liguri di Thiago Motta si sono confermati avversari scomodi, proprio come mercoledì contro la Juventus. Anche qui però a fare la differenza sono state le giocate individuali, in particolare quelle subentrate dalla panchina: già col Venezia Pioli aveva dovuto incidere con i cambi e la storia si è ripetuta nuovamente.
Buon Milan comunque quello del Picco, al netto di un calendario serratissimo che ha costretto il suo allenatore a risparmiare qualche uomo pesante, in vista di una settimana di fuoco con Atletico Madrid e Atalanta. Ieri è stata così l’occasione per vedere all’opera Daniel Maldini dal primo minuto e il figlio d’arte non solo non ha deluso, ma anzi ha lasciato il segno. Al minuto 48, sotto gli occhi emozionati del papà-dirigente, il trequartista rossonero ha battuto Zoet con un bello stacco di testa su cross di Kalulu, segnando un gol a suo modo storico: ora negli almanacchi della Serie A c’è un terzo Maldini, 13 anni e 179 giorni dall’ultima volta di Paolo e addirittura 60 anni e 22 giorni da quella di nonno Cesare. Lì il Milan ha avuto anche l’occasione per raddoppiare e chiudere ogni discorso, ma il destro di Leao s’è stampato sul palo; e così lo Spezia ha preso coraggio, prima sfiorando il pareggio con Maggiore, poi trovandolo con Verde, anche fortunato nel trovare la deviazione decisiva di Tonali (80’).
A quel punto Pioli ha messo dentro Diaz, nel tentativo di smuovere un po’ le acque di un match che sembrava ormai destinato all’1-1: mossa vincente, perché lo spagnolo ha trasformato in oro una bella azione personale di Saelemaekers (86’), regalando ai compagni 3 punti pesantissimi. “È stata una partita complicata e per questo è una grande vittoria – ha esultato Pioli -. Non abbiamo giocato benissimo, ma vincere soffrendo ci aiuta a crescere: le nostre aspettative sono cambiate, ma sento atteggiamenti che mi danno fiducia”.