Un altro flop. Il Milan non va oltre un grigio 0-0 sul campo del Chievo, un risultato che vale praticamente quanto una sconfitta. In due settimane i rossoneri hanno cancellato tutto il buon lavoro fatto nel girone di ritorno, sprofondando a 11 punti dalla Roma e a 6 da Fiorentina e Inter. Ancora una volta, proprio al momento dell’accelerata decisiva, la squadra ha tradito le attese, solo che ora il tempo per rimediare non c’è più. Lo sanno tutti in casa Milan, dal presidente ai giocatori, passando ovviamente per l’allenatore: è Mihajlovic, infatti, colui che rischia di pagare il conto più salato.
Lo 0-0 del Bentegodi è figlio, oltre che di una buona dose di sfortuna, soprattutto della mancanza di cattiveria e voglia di vincere, qualità che Sinisa pensava di aver trasmesso e che invece, proprio come a Reggio Emilia, sono rimaste negli spogliatoi. “Con questa squadra sarà difficile fare di più” si sarebbe lasciato sfuggire il tecnico a un inviato di Mediaset, parole prontamente smentite dall’ufficio stampa rossonero. La sostanza però non cambia: il Milan ha deluso e ora sono tutti sulla graticola, nessuno escluso.
“Diciamo sempre le stesse cose e continuiamo a lasciare punti sui campi alla nostra portata – lo sfogo di Abate. – Senza cattiveria non si va da nessuna parte, bisogna onorare la maglia e sputare sangue”. Le accuse più dure però sono arrivate da Abbiati, ieri subentrato a Donnarumma: “La squadra ha avuto un atteggiamento inaccettabile, non ho quasi parole per giustificare la prima mezzora. E poi sono veramente stufo di vedere compagni che rispondono all’allenatore”.
Ogni riferimento a Menez (sostituito al 60’ con Luiz Adriano) non è affatto casuale, a dimostrazione di uno spogliatoio in fermento e tutt’altro che sereno. Reggio Emilia e Verona hanno scoperchiato il vaso rossonero, d’altronde raccogliere 1 solo punto tra Sassuolo e Chievo è certamente sinonimo di fallimento. Che non sarebbe stata una domenica facile lo si era capito sin dall’inizio, quando Mihajlovic prima perdeva Kucka nella rifinitura (fastidio al flessore della coscia destra), poi Donnarumma dopo neanche 20’ di partita (colpo alla testa fortunatamente innocuo).
I piani di 4-3-3 saltavano e il Milan tornava al classico 4-4-2, con Poli e Bertolacci a centrocampo e la coppia Bacca-Menez in attacco. Il primo tempo scivolava via nella mediocrità generale, ma se ai padroni di casa non si può rimproverare nulla così non è per gli ospiti, in teoria molto più interessati ai 3 punti. Nella ripresa il ritmo aumentava un po’ e i rossoneri, quantomeno, si avvicinavano al gol del vantaggio.
La madre di tutte le occasioni arrivava al 74’ con una clamorosa doppia traversa firmata Abate-Bertolacci, su cui Bizzarri non avrebbe potuto fare nulla. Sarebbe stato il gol dell’1-0 e, forse, adesso si parlerebbe in modo diverso. Ma gli dei del calcio, evidentemente, non ne vogliono sapere di aiutare questo Milan, troppo triste e grigio per appellarsi alla sfortuna.