Cardinale licenzia Maldini. Manca solo l’ufficialità, ma il rapporto tra RedBird e il direttore tecnico rossonero si può già considerare concluso, così come il ciclo che ha portato uno Scudetto e una semifinale di Champions League, oltre che l’attivo di bilancio dopo 16 anni di conti in rosso. Assieme a Maldini va via anche Massara, mentre Pioli, stando a quanto filtra da Via Aldo Rossi, resta al suo posto, forte della fiducia della proprietà e dell’ad Giorgio Furlani, destinato ad assumere un ruolo ancor più centrale nelle dinamiche del club. Ma cos’è successo nella giornata di ieri per portare a un simile ribaltone, peraltro del tutto inatteso?
Cardinale licenzia Maldini e Massara: pesa il mercato flop dello scorso anno, ma anche la diversità di vedute sul futuro
Tutto è cominciato con un incontro a colazione tra Cardinale e Maldini, nel quale il patron, in perfetto stile americano, gli ha dato il benservito senza troppi giri di parole. “Tu e Massara non rientrate più nei nostri piani”, il succo del discorso, figlio di frizioni che andavano avanti da molto tempo e culminate con le dichiarazioni del dt subito dopo il derby di Champions.
Le parole, comunque, non sono certo il motivo del licenziamento, che va invece ricercato nel mercato della scorsa estate, ritenuto (non a torto) completamente fallimentare. RedBird ha rinfacciato a Maldini l’aver speso 51 milioni (35 solo per De Ketelaere) senza rinforzare l’undici titolare, indebolito anzi dalla perdita di Kessié a parametro zero: errore imperdonabile nelle logiche di un fondo d’investimento, per cui il business è l’unica cosa che conti davvero.
Le parti, inoltre, avevano visioni troppo diverse sul futuro, con Cardinale deciso a proseguire sulla linea verde, a fronte di un Maldini che avrebbe invece voluto acquistare tre o quattro elementi per andare sul sicuro. La rottura, insomma, non era del tutto inattesa, ma le modalità con cui è arrivata sono state sorprendenti pure per i due dirigenti: basti pensare che ieri era in programma un colloquio con il procuratore di Loftus-Cheek, a testimonianza di come la coppia stesse procedendo con la costruzione del nuovo Milan.
Maldini e Massara non verranno sostituiti: più potere a Furlani, Moncada e… Pioli
La notizia è troppo grossa per passare oltre e guardare al futuro, ma è inevitabile provarci e cercare di capire chi prenderà il comando. Da quello che filtra non arriverà nessun nuovo dirigente, dunque il vuoto (piuttosto grosso) verrà colmato con due soluzioni interne. Giorgio Furlani, arrivato a novembre al posto di Gazidis, dovrebbe occupare una posizione più centrale, senza limitarsi alla parte amministrativa, ma è soprattutto Geoffrey Moncada a salire di grado: il capo scout rossonero, infatti, gestirà il mercato in prima persona, con la regia di un Pioli sempre più coinvolto nelle scelte tecniche.
In molti pensavano che la figura dell’allenatore fosse strettamente legata a quella di Maldini e Massara, invece la proprietà non vuole assolutamente privarsene, ritenendo che abbia fatto il massimo con la rosa a disposizione. Vedremo se a lui andrà bene continuare a lavorare senza i suoi sponsor principali (non dimentichiamo che Elliot, durante il lockdown del 2020, voleva sostituirlo con Ragnick) o se opterà per una scelta diversa, ma Cardinale è soddisfatto di lui e non ha intenzione di sostituirlo. Ancora una volta, insomma, si prospetta un’estate bollente dalle parti di Casa Milan e il meteo, giusto per chiarirci, non c’entra proprio nulla.