Diamo i voti ai campioni d’Italia. Il Milan festeggia il suo 19esimo Scudetto al termine di una stagione incredibile, forse addirittura superiore alle più rosee aspettative, che lo ha visto primeggiare contro un’Inter più attrezzata, eppure meno capace di essere squadra.
Maignan 8,5
Uno dei voti più alti lo prende lui, portiere innanzitutto capace di far dimenticare Donnarumma, ma anche in grado di regalare punti e assist ai compagni, quasi increduli di fronte a tanta classe e personalità. Sullo Scudetto rossonero pesa enormemente la sua figura, in grado di guidare squadra e tifosi sin dall’alba della stagione, anche quando in molti dubitavano di lui.
Calabria/Hernandez 7,5
Due terzini differenti, eppure maledettamente efficaci. Uno difende meglio, l’altro spinge che è una bellezza: il risultato è che i rossoneri hanno due frecce in grado di fare la differenza, seppur in modo molto diverso, e pazienza se la continuità non è proprio il loro forte; il Milan se li gode, anche se in futuro dovrà pensare anche a delle alternative.
Tomori/Kalulu 8
I campionati italiani si vincono innanzitutto con la difesa e il Milan non fa eccezione, anche perché ha trovato una coppia centrale davvero di ferro. Di Tomori si sapeva, di Kalulu invece no, ma poco importa: il Diavolo ha preso solo due gol nelle ultime sei partite e il merito, almeno in parte, è soprattutto loro.
Tonali 8,5
Uno dei protagonisti per eccellenza dello Scudetto è sicuramente lui, letteralmente rinato rispetto all’anno scorso, quando la maglia, tanto desiderata da bambino, sembrava pesare come un macigno. Sandro si è tolto il peso, levandosi anche lo sfizio di segnare gol pesantissimi, tipo quelli di Roma e di Verona, ma soprattutto di prendere per mano il Milan, trascinandolo sia dal punto di vista tecnico che mentale.
Kessié/Bennacer 7,5
Uno destinato ad andar via, l’altro passato da un ruolo di titolare fisso a riserva di lusso. Messa così non sembrerebbe una grande stagione, ma sia Frank che Ismael hanno dato un contributo importantissimo al Milan, regalando gol, assist e personalità a un centrocampo non di primissimo livello, eppure in grado di dare ordine a tutti i reparti, a prescindere dalle voci di mercato.
Diaz/Saelemaekers/Messias 6,5
Voto univoco per i tre, nonostante aspettative molto diverse. Lo spagnolo doveva essere il trequartista titolare, invece lo è stato solo all’inizio, per poi scivolare nelle retrovie. Il belga e il brasiliano, invece, si contendevano un posto sulla destra, ma nessuno dei due ha saputo realmente fare la differenza. Resta una sufficienza piena per tutti e tre, con la consapevolezza che, Scudetto a parte, il mercato dovrà intervenire proprio da quelle parti, per dare a Pioli una fascia destra all’altezza delle aspettative.
Giroud 8,5
Undici gol in campionato non sono poi così tanti, ma a pesarli sembrano almeno il doppio. Due nel derby, uno a Napoli, uno a Roma e due nella partita decisiva col Sassuolo: Olivier segna solo quando serve, nelle altre occasioni si “limita” a lavorare per la squadra, permettendo ai compagni di finalizzare al posto suo. Nel Milan del futuro, probabilmente, servirà una punta più giovane e continua, intanto però, sullo Scudetto 2022, c’è anche e soprattutto la sua firma.
Leao 9
Il voto più alto se lo prende lui, portoghese altalenante dalle doti paradisiache, almeno quando ha voglia di mostrarle. Rafa però, dopo due anni di alti e bassi, ha deciso di cambiare marcia, diventando decisivo domenica dopo domenica, specialmente nelle ultime giornate, quando l’universo Milan aveva bisogno di un trascinatore: la risposta è stata lampante, tanto che sullo Scudetto, numeri alla mano, il suo nome brilla come un faro nel buio.
Ibrahimovic/Rebic 6.5
Lo svedese doveva essere il trascinatore, il croato poco ci manca: nessuno dei due, invece, è riuscito a incidere davvero sulla stagione del Milan, almeno a livello di numeri. Nello spogliatoio però entrambi si sono fatti sentire, tanto che in molti ritengono Ibra il deus ex machina dello Scudetto. I gol ci sono stati, la continuità no: questo Diavolo però ha saputo sopperire, traendo solo il massimo da due giocatori importantissimi ma incapaci di incidere gara dopo gara, anche se in grado di fare la differenza sia dentro che fuori dal campo.
Pioli 10
Nessuno mai aveva avuto una canzone personalizzata nel riscaldamento, nemmeno Sacchi, Capello e Ancelotti, giusto per citare i predecessori più illustri, ma Pioli se l’è ampiamente meritata, firmando un capolavoro all’altezza dei grandi artisti del Rinascimento. Di questo, infatti, si tratta, considerando che il suo arrivo sulla panchina rossonera coincise con uno dei momenti più bui, per non parlare del “quasi licenziamento” ad opera di Ragnick. Ma Pioli ha saputo resistere, da buon capitano esperto di tempeste, lavorando giorno dopo giorno fino ad arrivare a uno Scudetto totalmente inatteso, che mancava da undici anni e che lo lancia nell’Olimpo dei più grandi allenatori italiani.
Maldini/Massara 10
Stesso voto anche per loro, bravissimi a costruire un’armata di altissimo livello, seppur tenendo d’occhio i conti. Paolo e Riky sono la dimostrazione che competenza ed esperienza contano più dei soldi, così come la capacità di entrare in simbiosi con tecnico, squadra e tifosi. Questo Scudetto è indubbiamente loro, tanto che RedBird, fondo di investimento Usa prossimo all’acquisto del club, non ha nessuna intenzione di sostituirli. Chi trova un amico, del resto, trova un tesoro…