Il Milan fa harakiri, Napoli e Fiorentina ritrovano il sorriso. Il Monday night del campionato regala una clamorosa sorpresa, ovvero la sconfitta dei rossoneri contro lo Spezia, ma anche il ritorno al successo di azzurri e viola, capaci di battere senza alcun problema Bologna e Genoa. È evidente però che la copertina, suo malgrado, se la prenda la squadra di Pioli, anche se sul ko di San Siro pesa enormemente il grave errore dell’arbitro Serra, che ha di fatto negato la vittoria al Diavolo: il fischio con cui ha cancellato il gol di Messias, ignorando la regola del vantaggio, è molto pesante visto che è avvenuto in pieno recupero, nell’azione precedente alla rete dello Spezia.
“L’arbitro ci ha chiesto scusa – ha rivelato Pioli -. Ci dispiace per la persona, ha chiesto subito scusa e si è messo le mani in testa perché si è accorto subito di aver sbagliato”. Al di là dell’errore, per quanto grave possa essere (basti pensare che l’Aia, evento più unico che raro, ha addirittura porto delle scuse ufficiali e che Serra verrà fermato per un lungo periodo), resta però il brutto secondo tempo con cui il Milan ha vanificato il primo, giocato invece molto bene e chiuso sull’1-0 solo per i tanti errori sotto porta, Hernandez su tutti, sciagurato nel calciare fuori un rigore concesso da Serra per un fallo di Provedel su Leao.
Il portoghese però si è consolato subito dopo trovando il gol del vantaggio con un bel pallonetto, giusto un attimo prima dell’intervallo (46’). Sembrava il preludio a una vittoria facile, invece nel secondo tempo è cambiato tutto perché lo Spezia ha trovato maggior coraggio, anche grazie al calo fisico del Diavolo, evidentemente fiaccato dalle assenze e dalla stanchezza post Coppa Italia. E così i liguri hanno trovato il pareggio con Agudelo (64’), costringendo i rossoneri a doversi rimettere l’elmetto, alla ricerca di 3 punti fondamentali in chiave tricolore.
Le occasioni per vincere ci sono state, ma anche la squadra di Thiago Motta ha avuto le sue, a conferma di un Milan lungo e scollegato, in balia degli eventi oltre ogni ragionevole spiegazione. Il match comunque si è deciso nel recupero: prima il gol annullato a Messias, poi la traversa di Ibrahimovic, infine il contropiede di Kovalenko finalizzato da Gyasi, per il clamoroso 1-2 Spezia. “Questa sconfitta fa male, ma non deve condizionarci – ha sospirato Pioli -. È una battuta a vuoto che non ci voleva, abbiamo fallito un’occasione. Non siamo riusciti a prendere una vittoria che volevamo, ora però dobbiamo pensare alla prossima partita. Tutti possono avere una giornata storta, ma bisogna tornare a correre forte”.
Umore opposto per il Napoli di Spalletti, che grazie al successo di Bologna da un colpo di spugna a quanto accaduto giovedì in Coppa Italia. Vincere era fondamentale, tanto più che domenica prossima ci sarà Milan-Juventus mentre gli azzurri ospiteranno la Salernitana al Maradona. Il turno favorevole però non sarebbe stato tale senza i 3 punti del Dall’Ara, ottenuti grazie a un’ottima prestazione nella quale ha brillato soprattutto Lozano, autore della doppietta decisiva per il 2-0 finale.
Il Chucky ha regalato un gol per tempo, il primo al 20’ su assist di Elmas, il secondo al 47’ con un tap-in tanto elegante quanto spietato dopo un bel passaggio di Fabian Ruiz. Ridurre la vittoria degli azzurri al solo messicano sarebbe però riduttivo, visto che tutta la squadra ha giocato bene e ha annichilito il Bologna di Mihajlovic, pericoloso solo nel finale con una punizione di Svanberg finita sul palo.
La squadra di Spalletti invece di occasioni ne ha avute tantissime e il fatto che siano rientrati uomini chiave come Zielinski e Fabian Ruiz non può essere un caso. La più bella notizia per il Napoli però è il ritorno in campo di Osimhen, subentrato a Mertens al 71’ e andato vicino al gol al minuto 88: il nigeriano è ancora lontano dalla forma migliore, inoltre gioca con una maschera che non può che condizionarne lo strapotere tecnico-atletico, ma anche al 30% e con un’autonomia ridotta può comunque fare la differenza.
“Quando la squadra capisce la strada da percorrere ha delle caratteristiche ben precise e un suo perché, però ogni tanto perdiamo quel filo e diventiamo troppo molli, troppo banali – il commento di Spalletti -. Abbiamo lasciato punti per strada difficili da ritrovare. Avevamo tante assenze, è vero, ma c’erano partite che si potevano anche non perdere e quelle davanti vanno forte. Dobbiamo arrivare nelle prime quattro e la qualità per farlo l’abbiamo, però perdere il nostro gioco a volte è un problema”.
Il tecnico, evidentemente, non ha ancora smaltito le delusioni dell’ultimo periodo, ma può guardare al futuro con più ottimismo.
A chiudere la 22esima giornata ci ha poi pensato la Fiorentina, che ha letteralmente annichilito il Genoa di Konko. Già, perché in attesa di Bruno Labbadia, tedesco scelto dal ds Spors al posto di Shevchenko (arriverà oggi in Italia e domani dirigerà il primo allenamento), è stato il francese ad andare in panchina e guidare la squadra nel pesantissimo 6-0 del Franchi. Odriozola, Bonaventura, Vlahovic, Biraghi (due volte) e Torreira hanno regalato a Italiano una serata di pura accademia, che ha permesso alla Viola di andare a quota 35 punti come Roma e Lazio, con ancora la partita di Udine da recuperare. Nella corsa all’Europa, insomma, c’è anche la Fiorentina, mentre il Genoa, più che cambiare gli allenatori, farebbe bene a intervenire sul mercato, altrimenti la salvezza diventerà davvero impossibile da raggiungere.