E venne il giorno di Milan-Juventus. Gli anni ’90 sono lontani, così come la finale di Manchester del 2003, eppure la sfida tra rossoneri e bianconeri continua a emanare un grande fascino, unico nel suo genere. Non c’è la rivalità acerrima come con l’Inter, e neanche la divisione territoriale che si vive con Napoli e Roma: il rispetto è palpabile ma questo non vuol dire che non ci sia contrapposizione, anzi. Certo, oggi come oggi i rispettivi obiettivi sono molto diversi e il tasso tecnico delle due squadre non si può neanche paragonare. Il Milan inoltre attraversa una vera e propria emergenza infortuni che squilibra ulteriormente i valori in campo, eppure non si può dare nulla per scontato. “Questa è la miglior Juve mai vista – ha confermato Gattuso in conferenza stampa. – E’ di un altro pianeta, è la squadra più forte d’Europa assieme al Barcellona. Noi però, con tutti i problemi che abbiamo, andiamo a testa alta, non piangiamo e ce la giochiamo. Nel calcio non si sa mai…”.
Il pensiero del tecnico rossonero assomiglia più che altro a un’arringa pubblica, una sorta di autoconvincimento generale che coinvolga tutti, dai giocatori fino all’ultimo tifoso sugli spalti. A scoraggiare il Milan, oltre che l’evidente strapotere juventino, è l’emergenza infortuni di cui sopra, che impedirà a Gattuso di schierare (per diversi mesi) gente come Biglia, Caldara e Musacchio, senza contare Bonaventura, altro uomo chiave che questa sera non ci sarà. Ma in cuor suo il tecnico sogna il colpaccio: nel calcio, del resto, è già capitato che una squadra sfavorita sovvertisse i pronostici. Allegri lo sa bene ma questa volta, a differenza del solito, s’è detto sicuro della forza dei suoi: la sconfitta col Manchester, evidentemente, basta e avanza per tenere sulla corda la squadra. “Sono sicuro che faremo una grande partita – il pensiero di Max. – Ci serviranno tecnica e fisico, il Milan ha perso solo una volta nelle ultime sei, inoltre lo stadio spingerà come al solito. Noi però dobbiamo stare tranquilli, ogni tanto può capitare di perdere, non è un dramma”. Capitolo formazioni.
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Gattuso ha defezioni un po’ in tutti i reparti e anche chi c’è non è certo in forma smagliante: Higuain, tanto per citare il più importante, stringerà i denti ma non può essere al 100%. Ad ogni modo il tecnico confermerà il 4-4-2 (o 4-4-1-1 a seconda dell’interpretazione) delle ultime settimane con Donnarumma in porta, Calabria, Zapata, Romagnoli e Rodriguez in difesa, Suso, Kessié, Bakayoko e Laxalt a centrocampo, Castillejo e Higuain in attacco. Tanta abbondanza invece per Allegri, che replicherà con il consueto 4-3-3 con Szczesny tra i pali, Cancelo, Benatia, Chiellini e Alex Sandro nel reparto arretrato, Khedira, Pjanic e Matuidi in mediana, Dybala, Mandzukic e Ronaldo nel tridente offensivo. Higuain in campo, Bonucci in panchina: la scelta del tecnico bianconero è più ambientale che tecnica. Gonzalo non teme il confronto con il suo passato (affrontare il San Paolo da juventino, del resto, è un bel vaccino), Leo evidentemente sì e Allegri non vuole che nulla possa condizionare la partita dei suoi. Perché nonostante il divario tecnico Milan-Juventus è sempre Milan-Juventus: rispetto, d’accordo, ma anche rivalità acerrima, senza alcuna esclusione di colpi.