Tutto come prima. Il sabato di campionato non ha regalato nessuna sorpresa, consegnandoci le vittorie di Milan, Inter e Juventus e una classifica variata solo nei punti, non nelle posizioni. I rossoneri di Pioli restano primi, i nerazzurri di Conte secondi, i bianconeri di Pirlo terzi, anche se questi ultimi possono ancora essere superati dalla Roma e agganciati dall’Atalanta. Il succo però è che lo scudetto, almeno per ora, resta un affare milanese, con la Juve prima outsider ma attesa, oltre che dalle semifinali di Coppa Italia, da due scontri diretti con Roma e Napoli che potrebbero rilanciarla, oppure tagliarla fuori. Gli occhi erano inevitabilmente puntati sul Milan e sulla sua trasferta bolognese, che per molti poteva sancire il cambio al vertice.
Ebbene non è stato così, perché i rossoneri, pur soffrendo, sono riusciti a portarsi a casa tre punti preziosissimi, figli di due rigori (il totale sale a 14, un’enormità che stimola le ironie degli avversari, nonostante ci fossero) e di un grande Donnarumma, capace di respingere quasi tutte le occasioni rossoblu. Questa volta poi il Milan non ha vinto grazie a Ibrahimovic, anzi: lo svedese ha sbagliato l’ennesimo penalty della sua stagione, venendo salvato da un Rebic lesto nella respinta (26’) e cedendo il secondo a Kessié, decisamente più adatto al ruolo (55’). La rete di Poli all’81’ ha però risvegliato il Bologna, che nel finale avrebbe potuto pareggiare se il portiere rossonero non avesse salvato i suoi con una paratissima su Soriano.
“In questo campionato per vincere bisogna fare fatica, ma abbiamo creato tanto, anche se nel finale abbiamo commesso un’ingenuità che ha riaperto la partita – il commento di Pioli -. Ho avuto una risposta forte dalla squadra, abbiamo alzato ritmo e qualità”. Il Milan resta così al comando della classifica, nonostante un’Inter sempre alle calcagna. I nerazzurri hanno letteralmente passeggiato sul Benevento, raccogliendo la decima vittoria nelle ultime tredici gare: un ruolino di marcia importante, impreziosito dal miglior attacco del torneo a quota 49 gol. Ieri poi Conte, in tribuna per via della squalifica rimediata a Udine (salterà anche la trasferta di Firenze), si è potuto anche permettere un po’ di turnover, facendo riposare De Vrij, Vidal, Brozovic e Young, senza però risentirne minimamente.
Eriksen, osservato speciale dopo il gol vittoria nel derby, ha risposto con un’altra bella prova, ma soprattutto Lautaro e Lukaku sono tornati a segnare come ai bei tempi, riportando la “LuLa” su tutte le copertine. A sbloccare il match è stato però un autogol di Improta (7’), sfortunato nel deviare nella sua porta una punizione velenosa di Eriksen, dopodiché nella ripresa, complice un Benevento rinunciatario e sfiduciato (basti pensare che non ha effettuato nemmeno un tiro!), sono saliti in cattedra gli attaccanti, con l’argentino a segnare il 2-0 (57’) e il belga a firmare la doppietta del poker (67’, 78’). Conte può così sorridere, anche se quasi certamente non avrà il tanto agognato Dzeko, come confermato dallo stesso Marotta (“gli agenti sono stati troppo audaci nel portare avanti un’operazione senza fare i conti con l’oste”, la sua frase nel pre partita).
Da oggi si penserà dunque alla sfida con la Juve, ieri capace di espugnare Genova con una prestazione di grande solidità, condita, ovviamente, da lampi di classe. Gli attaccanti bianconeri non hanno brillato, eppure al momento decisivo hanno saputo colpire: Ronaldo, a secco per la seconda gara consecutiva, ha iniziato entrambe le azioni dei gol, Morata ha servito un assist, Chiesa ha trasformato con una cattiveria molto diversa dai tempi di Firenze. La sua rete (20’) ha spaccato in due il muro eretto da Ranieri, che ha così dovuto cambiare il piano preparato in settimana, concedendo così spazi che però la Juve, per imprecisione, non ha saputo sfruttare pienamente. Ma in pieno recupero la Signora si è rifatta con gli interessi, trovando con il neo entrato Ramsey il gol del definitivo 2-0 (91’), dunque tre punti pesantissimi per classifica e morale.
“Peccato non aver sfruttato le occasioni per chiuderla prima, la Samp ha spinto un po’ di più nella ripresa, ma non abbiamo sofferto granché, anche se forse il raddoppio l’abbiamo fatto troppo tardi – l’analisi di Pirlo -. Ora penseremo all’Inter, la Coppa Italia è importante, è un nostro obiettivo. Non dovremo avere in testa la gara di San Siro in campionato, anche se non ho mai avuto dubbi che avremmo reagito a quella sconfitta”. Martedì, dunque, sarà nuovamente Derby d’Italia, primo atto di due settimane di fuoco che, oltre alla Coppa Italia, vedranno diversi scontri diretti come Juventus-Roma, Napoli-Juventus e Inter-Lazio. Il Milan, invece, avrà un periodo più tranquillo, il che rende il tutto ancor più interessante.