Un mercato scatenato. In attesa dell’inizio della nuova Serie A (si parte il 19 settembre, calendari previsti per mercoledì 2) le big nostrane si sono tuffate a capofitto nelle trattative, consapevoli che il tempo, mai come quest’anno, è davvero poco. E allora è inutile perdere tempo: meglio agire il prima possibile, limitando agli ultimi giorni solo i colpi low-cost.
Grande protagonista delle ultime ore è stato sicuramente il Milan, che dopo aver finalmente chiuso il rinnovo di Ibrahimovic (contratto di un anno da 7 milioni netti) ha messo a segno un altro acquisto: si tratta di Brahim Diaz, trequartista/seconda punta del Real Madrid, in arrivo con la formula del prestito con diritto di riscatto. Le parti, già vicine da qualche giorno, hanno trovato l’accordo definitivo e ora non resta che aspettare le visite mediche, previste per l’inizio della prossima settimana.
Ma i rossoneri non vogliono fermarsi qui, anzi hanno in mente un vero e proprio colpaccio come Tonali, per il quale c’è in atto il primo derby della stagione con l’Inter. Il centrocampista del Brescia, infatti, si è promesso da tempo ai nerazzurri, tanto che l’affare sembrava già praticamente concluso, ma nelle ultime ore il Milan, squadra per cui tifa fin da bambino, si è fatto sotto, sottoponendo a Cellino un’offerta da 38 milioni complessivi, seppur tra prestito oneroso e diritto di riscatto. “Ho apprezzato la serietà di Paolo Maldini, che conferma quella storica del Milan, ma non aggiungo altro perché non voglio essere inopportuno o poco riservato – ha spiegato il patron delle rondinelle -. Marotta mi ha sempre confermato il forte interesse dell’Inter per il giocatore e io ho sempre evitato trattative anche con altri club stranieri: io non ho fretta, ma Tonali sì, ha necessità di conoscere il suo futuro”.
Ma allora perché i nerazzurri, comunque favoriti, non chiudono? La risposta va ricercata nel summit di lunedì scorso tra i vertici societari e Conte, nel quale quest’ultimo, una volta trovato l’accordo per rimanere, ha dettato le sue priorità sul mercato: tra queste, alla luce di un budget inficiato dall’emergenza Covid, ci sono giocatori già fatti e finiti, pronti per vincere subito. Tonali piace parecchio anche a lui, ma non è in cima alla lista: ecco dunque spiegata la strategia attendistica di Marotta, che ora però, alla luce dell’inserimento del Milan, dovrà cambiare, in un senso o nell’altro.
Nel frattempo però l’ad nerazzurro si sta muovendo su più fronti, a cominciare da Kolarov, praticamente da considerare già un nuovo acquisto. Il serbo ha già detto sì al trasferimento e la Roma, alla luce del contratto in scadenza nel 2021 (ma anche di uno stipendio pesante e dei 34 anni d’età), si è detta disposta ad accettare un indennizzo di “soli” 2 milioni: l’accordo è imminente, proprio come il passaggio del terzino alla corte di Conte. L’altro nome caldo è quello di Vidal, da sempre pallino del tecnico nerazzurro, ma questa volta i costi dell’operazione potrebbero essere molto più favorevoli, visto che il cileno è stato ufficialmente messo alla porta dal Barcellona.
Sulla lista degli epurati c’è anche Luis Suarez, guarda caso offertosi alla Juve: Paratici ne ha preso atto, proprio come con Cavani, ma al momento ha declinato. L’obiettivo numero uno infatti è Dzeko, considerato da Pirlo l’attaccante ideale per affiancare Ronaldo. Questione anzitutto tattica, visto che il bosniaco gioca per la squadra mentre i due uruguaiani hanno caratteristiche diverse, ma anche economica, alla luce dei differenti costi dei tre.
Edin dunque è in pole per vestire la 9 bianconera, prima però dovrà trovare l’accordo per liberarsi dalla Roma, con cui parlerà a breve: in ballo ci sono tanti soldi, ma anche il suo sostituto, visto che i giallorossi hanno puntato Milik. La trattativa con De Laurentiis è avviata (agli azzurri andrebbero Under più soldi), non conclusa, ragion per cui è lecito attendersi sviluppi già in settimana.
La Juve poi, che nel frattempo ha accolto il centrocampista americano McKennie (arrivato dallo Schalke 04 in prestito con diritto di riscatto fissato a 18 milioni), dovrà anzitutto vendere i vari Higuain, Khedira, Douglas Costa, Bernardeschi e Rugani: solo dopo, eventualmente, verranno acquistati i sostituti.
Dulcis in fundo la vicenda Messi, alla quale è giusto dedicare un capitolo a parte. La Pulce ha comunicato al Barça la volontà di andar via, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo…una montagna di milioni. Per i catalani, giusto per essere precisi, sono 700, vale a dire l’ammontare della clausola rescissoria, per suo padre Jorge invece vale il diritto di liberarsi a zero, perché secondo lui l’accordo, valido fino al 31 maggio, si è protratto per via del Covid, che ha fatto finire campionati e coppe ad agosto inoltrato. Insomma, prima di capire dove andrà Messi c’è tutta una battaglia tra le parti che si preannuncia infuocata, dopodiché, se davvero sarà addio, scatterà un’asta che vedrà coinvolte Manchester City, Psg e Inter. Gli inglesi, guidati dal suo mentore Guardiola, sono favoriti, ma guai a sottovalutare la potenza di fuoco del Qatar, ovvero dei parigini. I nerazzurri, a livello economico, partono sicuramente dietro, però possono contare su un sistema fiscale vantaggioso (lo stesso che, è bene ricordarlo, ha indotto suo padre Jorge ad acquistare casa a Milano e a spostare il domicilio della sua società di comunicazione), oltre che su un fascino storico superiore. Suning ha già fatto sapere che il budget sarà tutt’altro che illimitato, ma per Messi sarebbe pronta a ribaltare ogni ragionamento, anche se è evidente che sarà lui a decidere dove andare. E quel passo, alla luce di quanto detto in precedenza, necessita ancora di un po’ di tempo.