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Milan, Inter, Juve: le Coppe sono state un fardello o una vitamina?

Le partite di oggi diranno se Milan, Inter e Juve hanno assorbito le gioie e i dolori delle Coppe europee o se pagheranno la fatica – Il Milan senza Ibra contro il Parma – L’Inter cerca il riscatto a Cagliari – La Juve proverà a replicare la partita di Barcellona contro il Genoa.

Milan, Inter, Juve: le Coppe sono state un fardello o una vitamina?

La capolista e le sue inseguitrici. La domenica che ci apprestiamo a vivere vede protagoniste tutte le contendenti al titolo, con Milan, Inter e Juventus tutte in campo, seppur a orari diversi. Saranno i nerazzurri a inaugurare la giornata nel lunch match in casa del Cagliari (ore 12.30), dopodiché sarà la volta dei bianconeri contro il Genoa (18) per finire con i rossoneri, attesi dal posticipo contro il Parma (20.45). Tre sfide che, almeno sulla carta, possono sembrare interlocutorie, ma che hanno una valenza importante per la classifica: gli scudetti, del resto, si decidono proprio in turni come questi.

“Se vogliamo vincere una lunga corsa a tappe bisogna pensare a una per volta – ha confermato Pioli -. Pensiamo al Parma e poi vediamo, stiamo scalando una vetta ancora ripida e difficile, continuiamo a spingere a testa bassa. Loro sono una squadra di buona qualità, soprattutto davanti, hanno caratteristiche che ci possono mettere in difficoltà: dovremo stare attenti e non forzare le giocate”. I ducali, in effetti, hanno sin qui dato il meglio nelle partite contro le grandi, su tutte quella con l’Inter, dove riuscirono a strappare un clamoroso pareggio. Il Milan inoltre dovrà nuovamente fare a meno di Ibrahimovic e Kjaer: lo svedese non è ancora al meglio e proverà a rientrare mercoledì contro il Genoa, il danese invece rischia di tornare solo il 23 contro la Lazio.

Ma Pioli ha già dato prova di sapersela cavare benissimo anche così, come dimostra la vittoria di Praga, ottenuta nonostante un maxi turnover. Questa sera invece, assenti a parte, si tornerà alla squadra tipo, dunque 4-2-3-1 con Donnarumma in porta, Calabria, Gabbia, Romagnoli e Hernandez in difesa, Bennacer e Kessié a centrocampo, Saelemaekers, Calhanoglu e Diaz sulla trequarti, Rebic in attacco. Liverani invece si affiderà a un 4-3-2-1 con Sepe tra i pali, Busi, Osorio, Bruno Alves e Iacoponi nel reparto arretrato, Hernani, Scozzarella e Kurtic in mediana, Brunetta e Gervinho alle spalle dell’unica punta Cornelius. Clima opposto in casa Inter, dove si percepisce ancora una forte delusione per il flop di mercoledì, che ha sancito l’eliminazione da tutte le coppe europee.

A questo punto restano solo campionato e Coppa Italia, con il primo ovviamente in cima alla lista: solo vincendo lo scudetto Antonio Conte potrebbe riabilitare la sua stagione, altrimenti fallimentare. La trasferta di Cagliari assume così una valenza molto importante, tanto più che mercoledì a San Siro arriverà il Napoli: affrontarlo con un altro risultato negativo, evidentemente, sarebbe un grosso problema. “L’uscita dalla Champions è stata dolorosa, il morale non è certo alle stelle – ha ammesso il tecnico in conferenza stampa -. Ora però bisogna restare compatti e uniti, non prestiamo il fianco a chi in questo momento sta godendo e spera che si distrugga quel che stiamo cercando di fare. Vedo troppa negatività, ma stiamo costruendo un progetto e lavorando in maniera importante”.

Conte cerca di tranquillizzare il popolo nerazzurro, ma anche lui sa bene come il tempo sia sempre meno. Urge una risposta a cominciare da oggi, quando dovrà nuovamente fare a meno di Vidal e dare un po’ di riposo a chi, come Barella, ha già tirato troppo la carretta. Il 3-5-2, contestatissimo da stampa e tifosi, non cambierà, ma a Cagliari vedremo un’Inter diversa con Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Bastoni in difesa, Darmian, Gagliardini, Brozovic, Eriksen e Perisic a centrocampo, Lukaku e Sanchez in attacco. Consueto 4-2-3-1 anche per Di Francesco, che proverà ad approfittare delle difficoltà nerazzurre con Cragno tra i pali, Faragò, Walukiewicz, Carboni e Lykogiannis nel reparto arretrato, Marin e Rog in mediana, Zappa, Joao Pedro e Sottil alle spalle dell’unica punta Pavoletti.

Domenica delicata anche per la Juve, che vuole dare continuità alla grandissima vittoria di Barcellona. Il problema è che in campionato, finora, i bassi sono stati più evidenti degli alti, ragion per cui la trasferta di Genova assume una valenza piuttosto importante. Perdere ulteriore terreno da chi sta davanti, infatti, sarebbe un bel problema per Pirlo, ecco perché questa sera a Marassi non sono ammessi ulteriori scivoloni. “Se abbiamo ancora in testa la vittoria col Barcellona allora cancelliamola, dobbiamo voltare pagina e dare continuità – ha tuonato il tecnico bianconero -. Non può restare solo una partita, bisogna continuare con questa voglia e questo ritmo, perché ora c’è il campionato e dobbiamo fare meglio. Gare come quella del Camp Nou portano grande consapevolezza, possono essere un’iniezione di fiducia prima della sosta. Dobbiamo però avere la stessa voglia e concentrazione, altrimenti rischiamo di andare incontro a brutte sorprese”.

Rispetto a quanto si pensasse fino a venerdì i bianconeri recuperano Morata, uscito vittorioso dal ricorso contro le due giornate di squalifica, non a caso ridotte a una. Lo spagnolo sarà dunque a disposizione ma Pirlo, anche per non abbattere ulteriormente il morale di Dybala, sembra intenzionato a lasciarlo in panchina, almeno all’inizio. Il 3-4-1-2 bianconero vedrà così Szczesny in porta, De Ligt, Bonucci e Alex Sandro in difesa, Cuadrado, McKennie, Rabiot e Chiesa a centrocampo, Kulusevski alle spalle della coppia offensiva composta da Dybala e Ronaldo. Maran, rinfrancato dal pareggio di Firenze, tenterà il colpaccio affidandosi a un 4-4-2 con Perin tra i pali, Masiello, Goldaniga, Bani e Luca Pellegrini nel reparto arretrato, Lerager, Radovanovic, Rovella e Sturaro in mediana, Scamacca e Pjaca in attacco.

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