Un pezzo di scudetto passa da qui. Dopo 10 anni il derby di Milano (ore 15) torna a mettere in palio la posta più importante, vale a dire il primato in classifica. Essendo solo a febbraio non sappiamo se questo basterà per arrivare al titolo, ma è chiaro che le probabilità sono piuttosto alte: vincere questa stracittadina numero 228 (196 in campionato), insomma, potrebbe rivelarsi decisivo in chiave tricolore. Sulla carta ci arriva meglio l’Inter, che dopo un intero girone a inseguire ha compiuto il sorpasso proprio una settimana fa, grazie al successo sulla Lazio, ma anche al rumoroso tonfo del Milan contro lo Spezia. Più in generale però è da inizio 2021 che i nerazzurri sembrano andare a una velocità maggiore, quasi avessero innescato una marcia che i rossoneri, al momento, non riescono a ingranare.
Inoltre Conte ha potuto preparare il derby per tutta la settimana, mentre Pioli ha dovuto affrontare la trasferta di Belgrado, peraltro rimediando un pari che non ha certo contributo a risollevare il morale. Il Diavolo dunque è ferito e il Biscione sente l’odore del sangue, consapevole che una vittoria lo porterebbe a +4 in classifica: ma il derby, si sa, è una partita a sé, dove i pronostici della vigilia lasciano spesso il tempo che trovano. “È una stracittadina diversa rispetto a quelle degli anni passati, perché mette di fronte la prima e la seconda – il pensiero di Conte -. È una bella soddisfazione per Milano che ci sia questa posta in palio, questo derby va vinto sia per un discorso di campanilismo che di classifica. È una gara importante contro una squadra forte che merita la classifica che ha, ci vorrà una prestazione all’altezza ma non penso sarà decisiva, perché poi ci saranno altre 16 partite. Dopo il Milan avremo il Genoa, il Parma che lotta per la salvezza: andiamo avanti step by step, poi ovvio che ogni vittoria dà morale e consapevolezza della nostra forza…”.
“Sarà un derby come non si vedeva da tempo, con una classifica bellissima per entrambe le squadre – ha confermato Pioli -. Accontentarsi del pari? Sarebbe il modo più semplice per perdere, noi vogliamo fare una grande partita e riprenderci la vetta che abbiamo tenuto per 20 giornate, pur sapendo che nulla sarebbe comunque deciso, visto che poi ci saranno 45 punti a disposizione. Quest’anno i derby sono sempre stati equilibrati, con tante occasioni da una parte e dall’altra. Chi avrà maggior compattezza e riuscirà ad esprimere maggior qualità avrà anche maggiori possibilità di spuntarla, per questo vogliamo fare una partita di grande livello”. Classifica e campanilismo bastano e avanzano per dare tonnellate di stimoli, ma il match odierno presenta numerose “sfide nella sfida”, a cominciare da quella tra Ibrahimovic e Lukaku.
I fattacci della Coppa Italia sono ancora impressi nella memoria di tutti, dunque è lecito aspettarsi che le due stelle faranno a gara a chi brilla di più, anche perché Milan e Inter, per ovvi motivi, non possono prescindere da loro. “Con tutto il rispetto per Lukaku mi tengo Ibra tutta la vita” l’investitura di Pioli, “altro che Sanremo, qui c’è da cantare sul campo” ha ribattuto Conte, andando a toccare una questione delicata come la partecipazione di Zlatan alla kermesse canora. Schermaglie da derby, giusto per caricare ulteriormente una sfida caldissima, nonostante l’assenza di pubblico, quantomeno sugli spalti: fuori, infatti, saranno migliaia, da una parte e dall’altra, a incitare la squadre prima del match, per non parlare dei milioni di spettatori davanti alla tv, in Italia e non.
Pioli dovrà fare a meno di Bennacer, fermatosi nuovamente a Belgrado, del solito Diaz e di Mandzukic, a sua volta alle prese con un problema muscolare: le scelte dunque sono pressoché obbligate, per un 4-2-3-1 che vedrà Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Romagnoli e Hernandez in difesa, Tonali e Kessié a centrocampo, Saelemaekers, Calhanoglu e Rebic alle spalle di Ibrahimovic. 3-5-2 d’ordinanza invece per Conte, che avrà tutti a disposizione eccetti Sensi (e questa, purtroppo per lui, non è una novità): Handanovic tra i pali, Skriniar, De Vrij e Bastoni nel reparto arretrato, Hakimi, Barella, Brozovic, Eriksen e Perisic in mediana, Lukaku e Lautaro Martinez in attacco.
Questo di oggi sarà il primo derby senza Mauro Bellugi, scomparso ieri a 71 anni dopo una lunga battaglia che aveva commosso il mondo. L’amputazione delle gambe, figlia di alcune gravi complicazioni derivate dal Covid, non gli aveva intaccato il morale, ma il fisico purtroppo sì: e così nei giorni scorsi, dopo un’infezione, era stato costretto a subire un nuovo intervento chirurgico, dal quale purtroppo non si è più ripreso. Il guerriero lascia così la battaglia dopo aver lottato come un leone, senza aver mai perduto quel sorriso che lo ha accompagnato per tutta la vita, sui campi di calcio, negli studi televisivi e, ovviamente, in privato. Inter e Milan, senza alcuna distinzione di colori, dovranno onorarlo al meglio, perché c’è da scommettere che lui, lassù, guarderà la partita tifando, commentando, agitandosi, ma con quel pizzico di ironia e buongusto sempre più rare nel calcio odierno.