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Milan in Europa, Inter salva la faccia

Il Milan va in Europa, l’Inter salva la faccia. Domenica di vittorie per le milanesi, seppur con effetti decisamente diversi. Se quella dei rossoneri, infatti, vale il ritorno nelle coppe dopo tre anni di astinenza, quella dei nerazzurri non ha nessuna valenza di classifica ma finisce per interrompere una striscia negativa che durava da ben 8 gare. Verdetto europeo già deciso nel pomeriggio, con il Milan vittorioso sul Bologna e dunque matematicamente sesto in classifica. Un successo molto meno scontato di quanto non dica il risultato finale, un rotondo 3-0 arrivato però nella ripresa, peraltro nella seconda metà. Fino al gol di Deulofeu era stato un Milan piuttosto grigio, e questo nonostante un Bologna tutt’altro che battagliero e un San Siro vestito a festa per l’occasione. A scacciare i fantasmi ci ha pensato dunque lo spagnolo, simbolo di un girone di ritorno nel quale è stato indubbiamente il migliore dei suoi, con un bel destro al volo su assist di Mati Fernandez (69’).

Da lì in poi match in discesa, con Honda clamorosamente sugli scudi: il giapponese, entrato al posto di uno spento (e fischiatissimo) Bacca sullo 0-0, ha dato maggior imprevedibilità alla manovra e si è tolto anche lo sfizio di segnare il 2-0 con una bella punizione di sinistro (73’). Il punto esclamativo lo ha messo Lapadula con un tap-in ravvicinato in pieno recupero (91’), certificando così il sesto posto del Milan: non sarà come vincere lo scudetto ma certo tornare in Europa dopo 3 anni di assenza, seppur partendo dai preliminari di fine luglio, ha il suo peso. “Sono molto soddisfatto, abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi d’inizio stagione – il commento felice di Montella. – I ragazzi hanno dimostrato di avere voglia e anima, sono orgoglioso di quello che hanno fatto, e poi arrivare davanti all’Inter fa indubbiamente piacere. Adesso lavoreremo con la dirigenza per il futuro, invertire la rotta sarà difficile ma il Milan deve avere per forza di cose grandi ambizioni”.

Lo stesso discorso vale anche per i nerazzurri, che però dovranno ripartire senza le coppe europee. Va detto che questo si sapeva ben prima del match con la Lazio, che andava affrontato per il solo gusto di salvare la faccia dopo il terrificante score dell’ultimo periodo, chiuso con 2 punti in 8 partite. Perdere anche a Roma avrebbe voluto dire la peggior striscia della storia dell’Inter, un’onta che andava evitata a prescindere dagli obiettivi di classifica. L’inizio non prometteva nulla di buono, con la Lazio già in vantaggio al 18’ grazie a un rigore di Keita, decretato dall’arbitro Di Bello per un fallo di Murillo su Felipe Anderson.

Sotto di un gol e con buona parte del settore ospiti che si svuotava sconsolato: gli ingredienti per la disfatta c’erano tutti, poi però l’Inter, complice una Lazio un po’ svagata, si svegliava. Andreolli trovava il pareggio con un bel colpo di testa (31’), Hoedt regalava il 2-1 con un’autorete piuttosto grottesca (37’) e nella ripresa arriva anche il 3-1 di Eder, schierato titolare al posto dell’infortunato Icardi (74’). I biancocelesti incassavano così la seconda sconfitta consecutiva tra le mura amiche dell’Olimpico e finivano il match addirittura in 9 uomini per le espulsioni di Keita (simulazione discutibile) e Lulic (questa invece insindacabile), l’Inter dal canto suo riassaporava la gioia dei tre punti, seppur con il solito, immancabile, caso.

Quando Vecchi, dopo aver inserito Santon e Pinamonti, decideva di far entrare Banega, Gabigol esplodeva di rabbia e abbandonava la panchina a partita in corso. “La società interverrà sicuramente – il commento del tecnico. – Preferisco parlare della vittoria, è da queste piccole cose che bisogna ripartire. Questa volta siamo stati molto attenti e ho visto quell’energia giusta che in passato era mancata”.

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