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Milan, fallisce la cassaforte di Mister Li: Fondo Elliott in soccorso

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In campionato il Milan vola, ma in Cina i guai finanziari si fanno sempre più seri. Sulle colonne del Corriere della Sera, Milena Gabbanelli torna alla carica contro Li Yonghong, presidente del club rossonero, e alza il velo sull’ultima cattiva notizia in arrivo dall’Asia, dove il Tribunale del popolo di Shenzhen ha dichiarato ufficialmente fallita la Jia Ande, società controllata dal 48enne imprenditore cinese proprietario del Milan.

Sulla società – che era accreditata come quella più importante e liquida tra quelle che rientrano nel patrimonio di Yonghong Li – pendeva una richiesta di liquidazione per bancarotta. Quello che fa preoccupare Marco Fassone, Ceo del Milan, è che la Jia Ande era già insolvente all’epoca dell’acquisto del Milan da parte del gruppo cinese, ma nessuno tra analisti finanziari e banche se ne accorse (forse volutamente).

Il 5 agosto 2016 Fininvest, capogruppo dell’impero di Silvio Berlusconi, firmò il preliminare di vendita per il 99,93% del Milan al fondo Sino-Europe Sports rappresentato da Mister Li e dal socio Han Li. Il closing è arrivato un anno dopo, nell’aprile 2017, per una cifra che si aggirava intorno ai 740 milioni. Nel giro di un anno però le condizioni erano cambiate: Yonghong Li non poteva più far affidamento sugli investitori iniziali a causa di un patrimonio finanziario già ai tempi poco limpido, e il governo cinese aveva bloccato l’esportazione di capitali all’estero. Per questo motivo il magnate cinese ha deciso di cambiare rotta, affidandosi al fondo americano Elliot – negli ultimi giorni interessato all’affaire Vivendi – per un finanziamento di 300 milioni, con un tasso di interesse dell11,5% da saldare nell’ottobre 2018.

Negli ultimi mesi anche l’autorevole New York Times aveva puntato i fari sul sistema finanziario di Yonghong Li. Il business plan del Milan prevede una crescita vertiginosa dei ricavi nel giro di cinque anni, grazie allo sfruttamento del profittevole mercato cinese e al raggiungimento della Champions League, competizione che porterebbe importanti introiti a livello pubblicitario e di contratti televisivi.

Il commissariamento successivo al fallimento della Jia Ande non pesa in alcun modo sul club rossonero, ma contribuisce a minare la credibilità, già traballante, del tanto discusso Mister Li. Ovviamente, seguendo le norme del diritto fallimentare previste dal sistema cinese, ora il patrimonio di Li sarà aggredito dai creditori insolventi.

Intanto, il Club rossonero continua a mantenere la linea di sempre, rassicurando azionisti, membri del Cda e tifosi: il futuro del Milan, secondo la società, è roseo. Non è escluso che il Fondo Elliott possa giungere ancora una volta in soccorso di Mister Li (con un nuovo finanziamento da 35-40 milioni), per tamponare eventuali uscite di liquidità causate dal fallimento della Jia Ande o anche per sostenere il club con gli appuntamenti mensili di fronte alla commissione finanziaria dell’Uefa, vigile su ogni movimento di casa Milan.

La giornalista del Corriere sembra essere convinta che l’intera trattativa possa essere una messinscena dai risvolti speculativi e finanziari. Le voci sul futuro del Milan sono molteplici. I più maliziosi nei confronti della fantomatica cordata cinese, arrivata per riportare il club ai fasti del passato, sostengono che Yonghong Li stia solo aspettando le condizioni migliori per uscire anticipatamente dalla società, cercando di garantire il rispetto dei parametri di iscrizione alle prossime competizioni nazionali ed internazionali.

Se, come alcune fonti vicine al club rossonero affermano, la prossima settimana è previsto un nuovo aumento di capitale da parte del Fondo statunitense, prende sempre più piede l’ipotesi di una “tutela” effettiva da parte di Elliott, con la contestuale presenza (solo formale) di Mister Li.

Il futuro del Milan appare in bilico. Non è giusto screditare in termini assoluti l’intera operazione di Berlusconi con i cinesi, ma c’è evidentemente bisogno di chiarezza, su tutti i fronti. C’è chi parla già di investitori arabi e russi pronti ad una scalata. Per ora sono solo voci.

Il prossimo 30 giugno Marco Fassone dovrà presentare all’assemblea il bilancio dell’esercizio in corso. Ciò che ad oggi è certo sono i 230 milioni spesi sul mercato estivo per rifondare la squadra e il caos mediatico su Mister Li.

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