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Milan espugna Empoli tra i veleni, Atalanta a valanga sul Verona e stasera il Napoli prova ad allungare

Il nuovo Milan vince a Empoli e avvicina la zona Champions. Quattro gol di Retegui nella manita dell’Atalanta a Verona. 1 a 1 tra Toro e Genoa. Gli appuntamenti delle romane di oggi e stasera Conte vuole consolidare il primato del Napoli contro l’Udinese

Milan espugna Empoli tra i veleni, Atalanta a valanga sul Verona e stasera il Napoli prova ad allungare

Il vecchio e il nuovo. Vittoria pesante del Milan a Empoli, firmata da due dei “fantastici quattro” là davanti: il veterano Leao e il freschissimo Gimenez, in mezzo a una gara ricca di polemiche ed episodi controversi. Molto male, infatti, l’arbitro Pairetto, il collega al Var Serra e pure il guardalinee, autori di una prova piena di errori. Conceiçao sale a quota 38 punti, 5 in meno della Juve quarta, ma sempre con l’asterisco del recupero di Bologna. Lo stesso che non ha più l’Inter, scivolata ufficialmente a meno 3 dal Napoli: Conte proverà a raddoppiare le distanze nel posticipo con l’Udinese (ore 20:45), in attesa che Inzaghi riaffronti nuovamente la Fiorentina (domani). Vincere è fondamentale, anche perché l’Atalanta è tornata a macinare gol grazie al 5-0 sul Verona, nel quale spiccano i 4 gol (!) di Retegui. A completare la domenica Venezia-Roma (12:30), Lazio-Monza (15), Cagliari-Parma (15) e Lecce-Bologna (18), un bel mix tra corsa salvezza ed Europa. 

Empoli – Milan 0-2: il Diavolo passa con Leao e Gimenez, ma quante polemiche!

Il Milan di Sergio Conceiçao ottiene tre punti fondamentali contro l’Empoli, dimostrando ancora una volta la sua capacità di reagire e cambiare le sorti della partita con scelte coraggiose. Il tecnico portoghese aveva optato per un turnover piuttosto massiccio, lasciando fuori Leao e Pulisic, oltre all’annunciato Gimenez, in virtù di Abraham, Joao Felix e Jimenez. La scelta non aveva pagato, tanto da aver rischiato addirittura di trovarsi sotto (palo clamoroso di Colombo). E così a inizio secondo tempo, consapevole che un pari non sarebbe servito a nulla, è passato al “4-2-fantasia” inserendo Leao, Pulisic e Gimenez assieme a Joao Felix. rinnovando l’approccio del Milan. Mossa decisiva, anche perché rimasta tale pure dopo l’espulsione di Tomori: molti si aspettavano che togliesse Felix per mettere Thiaw, invece il diktat è rimasto invariato. E così, quando anche l’Empoli ha perso un uomo (rosso a Marianucci per fallo di reazione su Gimenez), Conceiçao è passato all’incasso, prima con Leao (68, colpo di testa su assist di Pulisic), poi con Gimenez (76’, gran sinistro a giro ancora su servizio dell’americano). Nel finale ci sarebbe stato spazio pure per il terzo gol, sprecato da un Joao Felix eccessivamente lezioso, ma la sostanza non cambia: il Milan ha vinto con i suoi uomini più forti, a dimostrazione di un parco attaccanti ricco e competitivo, in grado di cambiare le prospettive stagionali. Gli altri protagonisti del Castellani, loro malgrado, sono stati gli arbitri: ovviamente Pairetto, ma anche Serra al Var e il guardalinee. Tante le decisioni controverse, a cominciare dalla mancata espulsione di Cacace per un fallaccio su Walker (7’, non è stato dato neanche il giallo), passando per il rosso a Tomori (55’, azione viziata da un fuorigioco netto, ma non sanzionabile dal Var per questioni di protocollo), fino a quello di Marianucci (65’, fallo di reazione su Gimenez, anch’egli ammonito). Un disastro, a cui in serata si è aggiunto anche Feliciani in Torino-Genoa (rigore non dato per una trattenuta di Sabelli su Sanabria), a conferma di un sabato da dimenticare per i fischietti nostrani.

Conceiçao: “Ho voluto rischiare perché pareggiare al Milan è come perdere due punti”

“Dopo il rosso a Tomori la tentazione era quella di togliere un attaccante e di inserire un centrale – ha spiegato Conceiçao -. Invece ho spostato Musah sulla fascia con Walker centrale e abbassato Joao Felix a centrocampo: ho rischiato perché pareggiare nel Milan è come perdere due punti. Per noi è un successo importante, ma faccio anche i complimenti all’Empoli. Stiamo lavorando sulla compattezza, in occasione dell’espulsione non mi è piaciuto come ha lavorato la squadra. Noi non andiamo mai alla ricerca del fuorigioco, ma la squadra ha accettato le mie idee e sta lavorando per migliorare. Gimenez? Lui ha qualità, lo seguivo anche ai tempi del Porto. Santiago, Joao Felix e Walker ci danno più soluzioni, poi quando il collettivo funziona anche i singoli arrivano a toccare un livello superiore. C’è un lavoro serio da fare quando non abbiamo la palla, se siamo solidi sarà più facile anche per loro divertirsi. Altri allenatori hanno pensieri diversi, ma adesso conta il mio”.

Napoli – Udinese (ore 20:45, Dazn)

Non c’è tempo per fermarsi, nemmeno dopo aver raggiunto il vertice della classifica. Il Napoli si prepara ad accogliere l’Udinese con la consapevolezza di trovarsi di fronte a un punto di svolta, forse addirittura decisivo nella corsa scudetto. E dire che all’intervallo della gara d’andata gli azzurri, sotto di un gol e reduci da due sconfitte consecutive con la Lazio, il clima era piuttosto tetro. Il secondo tempo segnò però l’inizio della rimonta, con il Napoli a ribaltare la gara con i gol di Lukaku e Anguissa, oltre all’autorete di Giannetti. Da lì è iniziato un periodo di sette vittorie consecutive, che ha portato Conte in cima a tutti, in barba alle polemiche e ai casi di mercato. Gli azzurri stanno vivendo una stagione straordinaria e la classifica, ora che il +3 sull’Inter è diventato reale, ne è il segno più tangibile. La debacle di Inzaghi a Firenze ha completato l’opera, certificando un vantaggio che il Napoli vuole difendere nelle prossime tre partite, in attesa dello scontro diretto del 1 marzo al Maradona. Conte, consapevole della grande opportunità, vuole tenere alta la tensione nello spogliatoio, ricordando ai suoi come ogni errore possa costare caro (vedi il gol subìto a Roma in pieno recupero). Del resto il calendario è impegnativo e richiede concentrazione assoluta: dopo l’Udinese toccherà alla Lazio, vera e propria bestia nera della stagione, poi Como e, appunto, Inter. Nulla in confronto a Inzaghi (Fiorentina, Juventus, Genoa e Lazio in Coppa Italia), ma abbastanza per scatenare il sergente Antonio. Uno che al sogno scudetto comincia a credere sul serio, spinto da una città tornata davvero a sognare.

Conte: “Io arrabbiato per il mercato? Tutte cazzate”

“Il club deve crescere, ma io penso a come aiutarlo – ha sottolineato Conte -. Noi abbiamo bisogno di infrastrutture, un centro sportivo, non un giocatore in più o meno, di creare casa Napoli, sviluppare appartenenza, un settore giovanile che oggi non c’è. Anziché pensare a 50-60-70 milioni per quel giocatore, io non farò mai polemica da quel punto di vista, ma dirò la mia sulla crescita del club come da quando sono arrivato. Devo aiutare e supportare il direttore sportivo che è giovane, ma bravo, ha bisogno di fare quel percorso. Sono qui per supportare la famiglia De Laurentiis, sono qui perché ho esperienza per dare la mia visione, questo è il mio obiettivo, le altre sono tutte cazzate, che sono incazzato per quello o quell’altro, io non sono arrabbiato ma felice per ciò che sto sviluppando con i ragazzi. E l’altro obiettivo è di cercare, con quello che abbiamo, l’eccellenza. Non competi solo con i giocatori di 50-60-70, un mercato da 150 milioni, vendendo 75, quello è fumo negli occhi, l’essenza è il lavoro, la programmazione. Non mi siedo nel ristorante da 100 euro con 10 euro, mai l’ho fatto e mai lo farò”.

Napoli – Udinese, le probabili formazioni

Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus, Spinazzola; Anguissa, Lobotka, McTominay; Politano, Lukaku, Neres

In panchina: Scuffet, Contini, Buongiorno, Marin, Gilmour, Mazzocchi, Billing, Hasa, Simeone, Ngonge, Raspadori, Okafor

Allenatore: Conte

Indisponibili: Olivera

Squalificati: Nessuno

Udinese (3-5-2): Sava; Solet, Bijol, Kristensen; Rui Modesto, Lovric, Karlstrom, Payero, Zemura; Thauvin, Lucca

In panchina: Padelli, Kabasele, Kamara, Zarraga, Ekkelenkamp, Atta, Bravo, Pafundi, Sanchez, Davis, Brenner, Selvik, Diawara

Allenatore: Runjaic

Indisponibili: Okoye, Giannetti, Ehizibue, Touré

Squalificati: nessuno

Lazio – Monza (ore 15, Dazn)

La Lazio torna all’Olimpico dopo il successo di Cagliari, ospitando il Monza ultimo in classifica. Sulla carta sembrerebbe una sfida semplice, se non fosse che la squadra di Baroni, da qualche tempo, è affetta da una strana forma di allergia al proprio stadio. L’ultima, vittoria in campionato all’Olimpico risale addirittura al 24 novembre scorso: da quel 3-0 sul Bologna, infatti, sono arrivate le sconfitte con Inter e Fiorentina e i pareggi con Atalanta e Como. Nelle coppe va decisamente meglio (successo con la Real Sociedad in Europa League e con il Napoli in Coppa Italia), ma l’astinenza casalinga in Serie A sta diventando un problema. Non a caso la Lazio è stata superata dalla Juventus e agganciata dalla Fiorentina, mettendo a rischio la corsa alla prossima Champions. Urge una risposta positiva contro il fanalino di coda Monza, ultimissimo con soli 13 punti e tristemente avviato verso la retrocessione. Bocchetti ha ancora qualche carta da giocarsi, ma è chiaro che la Lazio parte nettamente favorita. Baroni, di nuovo in panchina dopo la squalifica scontata a Cagliari, ripartirà dalla formazione-tipo, con l’aggiunta dei due nuovi acquisti Belahyane e Provstgaard, subito a disposizione. I rientri di Nuno Tavares e Lazzari, poi, attenuano un’emergenza difensiva che cominciava a preoccupare (Patric e Hysaj infortunati, Pellegrini fuori lista): il portoghese spera in una maglia da titolare con Gila e Romagnoli al centro e Marusic a destra. In mediana confermati gli intoccabili Guendouzi e Rovella, così come il quartetto d’attacco composto da Isaksen, Dia, Zaccagni e Castellanos. Baroni si affida a loro per sconfiggere il mal d’Olimpico e tornare a veleggiare verso la Champions.

Venezia – Roma (ore 12:30, Dazn)

La Roma va a Venezia con l’obiettivo di ritrovare la vittoria in trasferta, un aspetto che ha rappresentato uno dei principali limiti della squadra in questa stagione. Nonostante l’arrivo di Ranieri, decisivo nel risollevare la squadra e allontanarla dalla zona retrocessione, i numeri fuori casa rimangono preoccupanti: otto pareggi, sette sconfitte (l’ultima mercoledì a Milano) e una sola vittoria, ottenuta a Udine dopo ben nove mesi. Per una Roma che vuole ambire ai piani alti della classifica, insomma, questi dati non sono certamente incoraggianti. Un altro aspetto molto penalizzante è la vulnerabilità sulle ripartenze avversarie: ben dieci i gol subiti in contropiede da stagione, (triste) primato europeo. Gli ultimi episodi negativi in questo senso sono arrivati a San Siro, in una serata che ha lasciato amarezza e sconforto in tutto l’ambiente. La sfida di Venezia sarà un banco di prova cruciale per testare la reazione della squadra, ma Ranieri dovrà tenere conto anche del playoff contro il Porto, visto che l’Europa League è diventato l’obiettivo principale della stagione. Per questo vedremo una Roma decisamente diversa da quella abituale, dunque 3-4-2-1 con Svilar in porta, Mancini, Nelsson e N’Dicka in difesa, Rensch, Gourna-Douath, Cristante e Salah-Eddine a centrocampo, Soulé e Pellegrini alle spalle dell’unica punta Dovbyk. Canonico 3-5-2 invece per il Venezia dell’ex Di Francesco, che risponderà con Radu tra i pali, Schingtienne, Idzes e Candé nel reparto arretrato, Zerbin, Kike Perez, Nicolussi Caviglia, Busio e Zampano in mediana, Gytkjaer e Oristanio in attacco.

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