Una valanga rossonera sul Napoli. Che il Milan se la sarebbe giocata con orgoglio al Maradona ce lo si poteva aspettare, che vincesse addirittura 4-0, francamente, no. Prova maiuscola quella del Diavolo, capace di dominare la capolista sotto tutti i punti di vista e di prendersi un terzo posto importantissimo, davanti a Inter, Roma, Atalanta e Juventus.
Gli azzurri escono con le ossa rotte dal primo capitolo della “trilogia Napoli-Milan”, ma questo non è necessariamente un male: lo Scudetto resta ampiamente al sicuro e un bagno di umiltà potrà anche far bene al gruppo, forse un po’ distratto dall’inevitabile entusiasmo della città. A conti fatti il grande sconfitto della 28esima è Inzaghi, l’unico (Spalletti a parte) a perdere punti: Pioli ringrazia, così come Sarri, Mourinho, Gasperini e Allegri.
Napoli – Milan 0-4, Leao e Diaz firmano il trionfo dei rossoneri
Vittoria clamorosa quella del Milan, soprattutto per le modalità con cui è arrivata. Nessuno era riuscito a mettere sotto il Napoli in questo modo, tanto più al Maradona, invece Pioli ci è riuscito proprio nella notte più delicata, in cui rischiava seriamente di ritrovarsi fuori dai primi quattro posti. Le vittorie pomeridiane di Lazio e Roma avevano messo ulteriore pressione sulla squadra, costretta a fare punti per non scivolare al quinto posto, peraltro assieme all’Atalanta e con la Juve a meno 4: missione compiuta grazie a una prova di grande cuore, carattere e qualità, che ha letteralmente annichilito il Napoli, autore suo malgrado della peggior prestazione stagionale. Per lo Scudetto non cambia nulla, in chiave Champions invece questo 0-4 potrebbe lasciare degli strascichi, o quantomeno allineare un po’ i pronostici, fino a ieri molto sbilanciati verso l’azzurro. Decisiva anzitutto la mossa tattica di Pioli, che ha spiazzato Spalletti abbandonando la difesa a tre per tornare al 4-2-3-1 del passato, ma con un Krunic in più a rinforzare la mediana, lasciando a Diaz e Leao la libertà di inventare. Idea vincente, perché il dominio in mezzo al campo ha liberato la furia del portoghese (doppietta, non segnava in campionato dal 14 gennaio) e dello spagnolo, autore di un gol e di un assist da urlo. Il punto esclamativo lo ha messo Saelemaekers con una serpentina da applausi, certificando la notte di gloria del Diavolo e il disastro azzurro: ancora pochi giorni e vivremo i prossimi capitoli europei, intanto però il segnale rossonero è arrivato, forte e chiaro.
Pioli tiene i piedi per terra: “È solo il primo passo, ora testa all’Empoli”
“Abbiamo vinto una partita importante, ma è solo il primo passo in questo finale di stagione – il commento soddisfatto di Pioli -. Niente euforia, è stata solo una buona prestazione contro una grande squadra, ora dobbiamo mettere la testa sull’Empoli, perché è il genere di partita che quest’anno ci ha penalizzato in campionato. Non possiamo più sprecare altre occasioni, abbiamo buttato delle opportunità con errori che non devono più accadere. Questo risultato comunque non condizionerà le gare di Champions, sarà un altro ambiente, un’altra situazione. Questa vittoria ci darà modo di studiare meglio l’avversario, ma non cambia niente, sarà uno scontro equilibrato. La testa può fare sempre la differenza, gennaio ci ha tolto certezze e sicurezze anche dopo aver vinto il campionato, ci siamo un po’ disuniti. Solo le grandissime squadre riescono a fare bene sia in campionato che in Champions, il fatto di essere andati avanti ci ha tolto energie e lucidità, ma è un percorso che dobbiamo fare perché vogliamo arrivare in alto”.
Spalletti non fa drammi: “Noi sotto il nostro livello, il Milan ha fatto una grandissima prestazione”
“Il Milan ha fatto una grandissima prestazione, partendo forte e sfruttando tutte le situazioni che gli abbiamo concesso – ha confermato Spalletti -. Noi abbiamo giocato sotto il nostro livello e la grande disponibilità dei ragazzi ci ha fatto allungare ancora di più. Cosa cambia in chiave Champions? Ora ci sarà qualcuno in più che dice che non siamo avvantaggiati nel sorteggio. Il Milan ha passato un momento particolare, ma il faro della Champions rimette a posto tutto, in quelle partite difficile trovare qualcuno che non dà tutto quello che ha. Per il resto posso dire che siamo stati un po’ sfortunati in questa sosta, Osimhen e Olivera sono tornati con problemi fisici, qualcun altro era stanco”.
Monza – Lazio 0-2, Sarri: “Tre punti importantissimi, voglio restare alla Lazio a vita”
Nel frattempo la Lazio di Sarri continua a volare: il 2-0 di Monza firmato da Pedro e Milinkovic-Savic, infatti, vale la conferma del secondo posto con 55 punti, 5 di vantaggio sulla coppia Inter-Roma. Risultato importantissimo per un gruppo sempre più accreditato a raggiungere l’Europa principale, tanto più ora che la concorrenza sarà impegnata in un vero e proprio tour de force tra campionato e coppe varie. I biancocelesti invece sono già usciti dalla Conference e potranno focalizzarsi solo sulla Serie A, a cominciare dal big match di sabato prossimo contro la Juve, molto indicativo per capire le reali ambizioni della squadra. Non va sottovalutato, inoltre, che il cammino è stato fatto spesso e volentieri senza Immobile, ora rientrato e pronto a dare il suo contributo nel rush finale. “Abbiamo preso tre punti importantissimi in una corsa ancora molto lunga, ce ne sono in palio ancora 30. Quello che abbiamo fatto noi, ovvero recuperare terreno, può succedere ad altri, non era impossibile un mese fa, non è certo già fatta adesso. Ho un contratto di due anni, alla Lazio sto bene, sono partecipe, dentro al progetto, mi fanno sentire importante. Se non succede qualcosa di clamoroso, mi vedo in un progetto a lunga scadenza, voglio smettere qui. È una realtà strana: se ci entri la lazialità ti invade”.
Roma – Sampdoria 3-0, Mourinho enigmatico: “Chi dice che resto interpreta il futuro…”
Vittoria pesantissima anche sull’altra sponda del Tevere, ovvero quella giallorossa, dove ci si gode il 3-0 sulla Sampdoria, ma soprattutto l’aggancio all’Inter a quota 50. Mourinho avrebbe sicuramente preferito un altro risultato da Napoli, intanto però ha recuperato 3 punti sui nerazzurri, dunque su una diretta concorrente per la zona Champions: a conti fatti può andar bene anche così, tanto più che la sua Roma era piena di assenze e poteva incappare in un bel trappolone blucerchiato. I giallorossi, effettivamente, hanno impiegato quasi un’ora a sbloccare la partita e ci sono riusciti dopo l’espulsione di Murillo, sciagurato nel lasciare in 10 Stankovic per un doppio giallo (52’). Poco dopo Wijnaldum ha bucato la porta di Ravaglia con un bel colpo di testa (57’) e il match si è messo in discesa, anche se il risultato è diventato più rotondo solo nel finale, prima con un rigore di Dybala (88’), poi con un bel destro di El Shaarawy (90+4’). “Nel primo tempo era una frustrazione, abbiamo creato gioco e avuto due opportunità chiarissime, lo 0-0 ci stava stretto – l’analisi di Mourinho -. Nel secondo tempo, con loro in dieci, abbiamo fatto gol, poi siamo migliorati dopo l’ingresso di Solbakken e abbiamo segnato altre due volte. Reti che a me però interessano poco, a me interessavano i tre punti, dopo due sconfitte erano importantissimi. Il mio futuro? Non ne parlo con amici, né con i compagni o con i giornalisti, se qualche mese fa il nostro ceo Berardi ha detto che era sicuro che io sarei rimasto, è un’interpretazione sua. Se qualcuno scrive che resto è interpretazione sua”.