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Milan e Inter, dal campo alla finanza

Le due squadre milanesi, accantonati i sogni europei, pensano al loro rilancio – Per il Milan si avvicina la cessione che porrà gradualmente fine all’era Berlusconi: corsa a due tra Bee Taechubol e Richard Lee – L’Inter si appresta a riaprire un bond per raccogliere 80 milioni da investire.

Milan e Inter, dal campo alla finanza

In mancanza di argomenti più interessanti di cui parlare (la sfida scudetto è finita prima di cominciare), la crisi delle milanesi continua ad essere uno dei temi caldi del nostro calcio. Del resto il campo e la classifica parlano piuttosto chiaro: in trentuno giornate di campionato Milan e Inter hanno raccolto 85 punti in due e languono rispettivamente al nono e al decimo posto della classifica, tra Torino e Palermo.

Il derby, pochi giorni fa, ha dato ragione ai nostalgici della prima ora (quelli che “un tempo c’erano Maldini e Zanetti, ora ci sono Abate e Ranocchia”) con uno scialbo zero a zero che ha messo in mostra soprattutto i limiti, tanti, di entrambe le squadre. Questione di potere economico, si dice, per i giocatori forti servono i soldi eccetera.

Tutto vero. Del resto sono finite le vacche grasse, i tempi dei presidenti mecenati che potevano spendere e spandere senza guardare, se non di striscio, al bilancio. Moratti se n’è andato e Berlusconi ha chiuso i cordoni della borsa. Per questo i piani di rilancio di Milan e Inter passano, e non potrebbe essere altrimenti, per la strada della finanza.

Per il Milan è questione di consonanti. Bee o Lee. Il broker thailandese Bee Taechaubol (noto come Mister Bee, tanto per garantire la continuità aziendale) o l’imprenditore di Hong Kong Richard Lee, che guida una cordata alimentata soprattutto da fondi cinesi. Sono loro i duellanti nella scalata alla società rossonera.

Al momento sembra essere in vantaggio, almeno per una questione di tempi, Mister Bee, che ha già svolto l’analisi dei conti e che ha sostanzialmente accettato la valutazione data da Silvio Berlusconi alla società: 1 miliardo e 100 milioni. Al momento l’idea che va per la maggiore, dalle parti di Milanello (o forse sarebbe più giusto dire presso gli uffici di Fininvest) è quella di procedere in un primo tempo alla cessione del 20%, in modo da iniettare rapidamente nelle casse del Milan la liquidità necessaria al rilancio tecnico della squadra.

In un secondo momento Bee, oppure Lee, procederebbe all’acquisto di un ulteriore 45%, ponendo così fine al ciclo berlusconiano, uno dei più vincenti, comunque lo si guardi, della storia del calcio.

Per quanto riguarda l’Inter, invece, non è in vista nessun cambio di proprietà (del resto Thohir è in sella da neanche due anni), ma semplicemente un’operazione di rifinanziamento, attraverso la riapertura del bond lanciato nello scorso maggio dalla società nerazzurra e sottoscritto da Goldman Sachs.

La banca d’affari statunitense avrà il compito di richiamare la vecchia emissione (un bond da 220 milioni di euro) e lanciarne una nuova, per un importo complessivo intorno ai 300 milioni di euro. Soldi che serviranno per coprire le scadenze e per buttarsi sul mercato, in cerca dei giocatori giusti per il futuro dell’Inter. Nella speranza che, al prossimo derby, i nostalgici non abbiano ancora ragione.

 

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