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Milan da incubo: perde anche a Bologna e dice addio alla futura Champions. L’era Conceicao è ormai al capolinea

FIRSTonline

Fine della corsa. Il Milan di Conceiçao, salvo clamorosi colpi di scena, ha detto addio ai sogni di quarto posto con la sconfitta di Bologna, un 2-1 che rilancia proprio i rossoblu di Italiano, saliti a meno 5 dalla Juventus e con lo scontro diretto ancora da giocare. Il Diavolo, invece, resta a 8 punti di distanza e con ben quattro squadre davanti, ma soprattutto dà l’idea di essersi arreso, quasi l’eliminazione dalla Champions avesse prosciugato i residui di energie e stimoli. Conceiçao, sempre più rassegnato al proprio destino, dovrà inventarsi qualcosa per difendere almeno la dignità, altrimenti le dodici partite restanti (più le due di Coppa Italia contro l’Inter) diventerebbero una vera e propria agonia.

Bologna – Milan 2-1: Leao illude i rossoneri, Castro e Ndoye firmano il ribaltone

Bologna e Milan attendevano questa partita da quattro mesi, consapevoli che il risultato avrebbe potuto cambiare le prospettive in chiave quarto posto. A sorridere è stata solo la squadra di Italiano, mentre a Conceiçao non resta che fare i conti con la quinta sconfitta in due mesi sulla panchina rossonera, a conferma di un matrimonio decisamente poco fortunato. Il match è iniziato subito con Musah che ha servito un perfetto pallone per Gimenez, ma il messicano ha calciato male al volo con il sinistro, sprecando un’occasione d’oro. Nemmeno un minuto dopo, i padroni di casa hanno sfiorato il gol: un’azione che ha portato alla deviazione di Thiaw, che, come a Torino, ha rischiato di beffare Maignan, ma il portiere del Milan è riuscito a salvarsi. La squadra di Italiano è apparsa più vivace e ha cercato di sfruttare con continuità le ripartenze di Ndoye e Dominguez, ma proprio prima dell’intervallo è arrivato il colpo di scena: Maignan ha lanciato lungo, Gimenez ha spizzato di testa per Leao, che ha superato Skorupski e portato in vantaggio i suoi (43’). Il Bologna non s’è fatto abbattere dal gol subìto, anzi ha reagito prontamente già a inizio ripresa: punizione dalla destra, deviazione di Fabbian (di braccio, ma il Var l’ha ritenuto regolare essendo attaccato al corpo) e Castro, da due passi, non ha sbagliato, segnando l’1-1 (48’). Questo gol ha dato nuova energia agli emiliani, che hanno preso coraggio e cominciato a spingersi più in avanti, aumentando il loro predominio territoriale. Al 80’ Italiano si è giocato le carte Odgaard e Cambiaghi e la mossa si è rivelata vincente: l’ex attaccante dell’Empoli, con un perfetto cross dalla sinistra, ha trovato Ndoye che ha anticipato Pavlovic e segnato il gol della definitiva rimonta (82’). Il Milan ha provato a riagguantare il risultato, non andando oltre a un paio di mischie senza pretesa. Troppo forte la delusione per reagire, oltretutto sul campo di un avversario forte e lanciato. Italiano sale a 44 punti e scavalca sia Milan che Fiorentina, mentre Conceiçao resta a quota 41, sempre più staccato da una zona Champions ormai quasi utopistica.

Furia Conceiçao: “I loro gol irregolari! Il mio futuro? Faccio le valige e me ne vado”

“C’è un clamoroso fallo di mano sul loro primo gol e sul secondo ho visto che la palla era uscita dalla linea laterale – ha tuonato Conceiçao -. Noi dovevamo fare di più, ma tutti gli episodi negativi per noi diventano positivi per l’avversario. Dobbiamo capire cosa abbiamo sbagliato, anche se abbiamo fatto pure cose buone. Ci sono stati errori nostri e anche di un’altra squadra (quella arbitrale? Ndr) che poi si sono rivelati decisivi. Non è solo l’arbitro il colpevole di questa sconfitta, mi metto io per primo, ma sono cose che succedono sempre. Tutti i giorni si parla della mia situazione e non è giusto. Io sono tranquillo perché la situazione è semplice: se mi dicono che non servo più prendo le valigie e vado via, non voglio nemmeno un euro in più. Ho quasi 100 partite in Champions, ma tutti i giorni si divertono a parlare di me. Sento tante cattiverie come se venissi dal nulla, eppure in 5 anni ho sempre eliminato squadre italiane che erano più forti del mio Porto… Ho bisogno di un po’ di rispetto come persona, scusate il mio sfogo”.

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