Rivoluzione atto primo. Comincia oggi ufficialmente il cammino del Milan targato Seedorf, che debutterà sulla panchina rossonera nel posticipo contro il Verona. Sarà subito una squadra nuova, almeno nelle intenzioni, come ha spiegato l’olandese nella conferenza stampa della vigilia. “Giocherò con il 4-2-3-1 perché voglio sfruttare le grandi qualità che abbiamo in attacco – ha spiegato il tecnico. – Il Dna non si perde, si può avere qualche virus ma l’antidoto sta già arrivando. Punterò su una filosofia di gioco che spero possa sbocciare nel tempo, sta per iniziare un nuovo percorso. Dopo l’addio dei senatori si è creato un buco di valori, io voglio ricostruirli. Non ho dubbi, torneremo quelli di un tempo”. Musica per le orecchie dell’abbacchiato popolo milanista, ma anche per quelle di Silvio Berlusconi, vero e proprio artefice di questa scelta.
“Sapete tutti del grande rapporto che ho col presidente, l’affetto che provo per lui è evidente – ha ammesso Seedorf. – Sono onorato di avere la sua fiducia e quella di Galliani, con cui ho un rapporto altrettanto importante”. Anche con i tifosi il feeling è piuttosto alto, come ha dimostrato l’accoglienza di mercoledì a Linate. Ecco perché l’olandese si aspetta un aiuto particolare da loro, a cominciare da questa sera. “Abbiamo bisogno del supporto della gente, quel dodicesimo uomo che ho conosciuto nel corso della mia carriera” il suo appello, che però, per via di alcuni problemi di carattere generale (è in corso una sorta di guerra fredda tra la Curva Sud e la Digos) rischia di cadere nel vuoto. Ad ogni modo quella di stasera sarà una partita storica, che lancerà ufficialmente Seedorf nel nuova veste di allenatore.
“Come vivo questa vigilia? E’ strana, ma mi sento molto bene – ha proseguito Clarence. – Voglio costruire una carriera in un posto che mi ha dato splendide soddisfazioni, poi è chiaro che devo dimostrare tutto ma le sfide mi piacciono. Saranno i risultati a certificare il mio lavoro, io però sono pronto”. Ambizione, carisma e personalità: il Seedorf allenatore, almeno per ora, non si discosta affatto dal giocatore. E proprio questo potrebbe essere il jolly giusto, come ha spiegato Balotelli alla Gazzetta dello Sport. “E’ normale che ti venga di più da ascoltarlo perché di fronte hai uno che ha vinto tutto” il pensiero di Super Mario, uno su cui l’olandese punterà molto per risalire la china. “E’ un ragazzo molto dolce, sono qui per sostenerlo e aiutarlo a crescere – ha risposto Seedorf. – Le sue qualità le conosco bene, sono molto fiducioso”. Un altro dei punti fermi sarà certamente Kakà, con cui il neo tecnico rossonero ha condiviso trionfi in serie.
“Ritrovo un amico, ma anche un giocatore straordinario che si è ritrovato pienamente – il Clarence pensiero. – E poi so di poter contare su di lui anche come persona”. Insomma, gli ingredienti per un matrimonio perfetto sembrano esserci, ora però la palla passerà al campo. Di fronte ci sarà il Verona di Mandorlini, già fatale un girone fa al Bentegodi, dunque da non sottovalutare. “E’ una bella squadra con un grande Toni – si è complimentato Seedorf. – Ma noi avremo più motivazioni anche in virtù di quanto accaduto all’andata”. Come ammesso dall’allenatore in persona, il modulo sarà l’inedito 4-2-3-1, peraltro in versione piuttosto offensiva. De Jong a parte, dal centrocampo in su saranno tutti piedi buoni: Montolivo (riportato in mezzo a fianco al mastino olandese), Kakà, Honda, Robinho e Balotelli. Mario, diffidato, dovrà fare molta attenzione e non farsi ammonire, perché l’infortunio di Pazzini (per lui probabile un mese di stop) e la cessione di Matri hanno letteralmente sguarnito il reparto punte. “Non prenderemo nessuno, il mercato in entrata è chiuso” ha glissato Galliani, ma l’esperienza insegna a non credergli fino in fondo. Ad ogni modo alle trattative si penserà solo da domani, perché ora è tempo di concentrarsi sul Verona. Una partita che potrebbe dare il via all’inizio di una nuova era.