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Milan capolista: espugna Napoli con un gol di Giroud e scavalca l’Inter ma la Juve è in rimonta

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Napoli-Milan 0-1: i rossoneri tornano in testa. Lo scontro diretto del Maradona se lo prende la squadra di Pioli grazie a un gol di Giroud, mentre agli azzurri, ancora una volta, non restano che i rimpianti per una grande occasione sprecata. L’altro successo pesante della domenica è quello della Juventus, che grazie all’1-0 sullo Spezia mette al sicuro il quarto posto (l’Atalanta, anche vincendo il recupero col Torino, resterebbe comunque a meno 3), ma soprattutto guadagna punti sul Napoli, restando così in scia alle prime della classe.

Napoli-Milan 0-1, l’analisi della partita

Spalletti e Pioli avevano chiesto una prova di carattere e l’hanno avuta, ma solo il rossonero torna a casa col sorriso. Già, perché il suo Milan ha saputo interpretare meglio lo scontro diretto del Maradona, dimostrandosi bravissimo negli scontri diretti: dopo il derby vinto in campionato, ecco il successo pesantissimo di ieri, a certificare definitivamente le ambizioni di Scudetto dei suoi. Dopo questo 1-0 firmato Giroud, infatti, sarà impossibile snobbare il Diavolo, sin qui trattato dagli addetti ai lavori come una sorta di terzo incomodo tra Inter e Napoli.

Il campo però ha detto cose diverse, specialmente nei confronti incrociati, dove il Milan è sempre riuscito a dire la sua, sfruttando al meglio le proprie caratteristiche, sia tecniche che mentali. Anche ieri, nella bolgia del Maradona, la squadra di Pioli non s’è fatta intimorire, restando lucida e finendo per crescere alla distanza, mostrando coraggio, idee e un grande spirito di sacrificio, oltre che capacità di sfruttare gli episodi. In un match che farà sicuramente discutere anche per un paio di episodi arbitrali (rigore chiesto dal Milan per un fallo di Koulibaly su Bennacer, rigore chiesto dal Napoli per un fallo di Tomori su Osimhen: ci stavano entrambi, ma Orsato ha scelto una linea, per così dire, “all’inglese”), l’uomo decisivo è stato Giroud, proprio come nel derby.

Il francese ha infilzato la porta di Ospina con una zampata da centravanti vero (49’), sbloccando una partita molto viva a livello di ritmo e intensità, ma abbastanza bloccata sotto il profilo delle occasioni. La differenza, in un match così teso ed equilibrato, l’ha fatta il centrocampo di Pioli, capace di prendere il sopravvento su quello azzurro e mantenere il controllo delle operazioni: il resto, in una gara che sarebbe anche potuta finire 0-0, è arrivato grazie alla maestria del centravanti francese, vecchio lupo delle aree di rigore, bravissimo a sfruttare l’unica occasione avuta e regalare così ai suoi una vittoria importantissima in chiave Scudetto.

Napoli-Milan, le parole di Pioli e Spalletti

“Sono tre punti importanti, abbiamo battuto una squadra forte – ha esultato Pioli – I ragazzi hanno giocato bene e sono stati premiati dal risultato, l’Inter resta la favorita, ma mi dispiace ci siano ancora dei recuperi: sarebbe più corretto, a questo punto della stagione, avere lo stesso numero di partite. Ora ci sono due partite importanti con Empoli e Cagliari, poi cercheremo di recuperare un po’ di energie con la sosta. Dobbiamo migliorare contro le squadre che stanno nelle retrovie, abbiamo avuto qualche difficoltà, ma speriamo di aver imparato la lezione. Ora saranno importante l’atteggiamento e la qualità…”.

Di umore opposto Spalletti, costretto a fare i conti con la seconda sconfitta bruciante in pochi giorni dopo quella col Barcellona, ma soprattutto con la consapevolezza di non essere ancora riuscito a dare ai suoi la mentalità vincente. “Abbiamo perso, c’è poco da dire – il suo commento amaro – Non è mancato quasi niente alla nostra partita, abbiamo anche cominciato bene col palleggio, ma a metà primo tempo abbiamo sbagliato qualcosa di troppo e siamo stati poco incisivi in attacco. Non so se la pressione sia un problema per questa squadra, se giochi per il primato in classifica la tensione sale, ma questa cosa fa parte dei campioni. Se non sai reggere a queste cose diventa impossibile vincere, ma io domani sarò ancora qui: non mollo di un centimetro”.

Juve-Spezia 1-0, l’analisi della partita

L’altra vincitrice “pesante” di giornata è la Juventus, che grazie al successo sullo Spezia (gol di Morata al 21’) porta a 15 la serie di risultati utili consecutivi. I 3 punti di ieri le permettono di staccare l’Atalanta a prescindere dai recuperi, ma soprattutto di continuare a sognare una rimonta sulle prime tre della classe, per quanto molto difficile. Le prossime due con Sampdoria e Salernitana, unite ai calendari più complessi delle altre, potrebbero migliorare ulteriormente la classifica, affinché il match con l’Inter del prossimo 3 aprile diventi un vero e proprio scontro diretto, in grado di rivoluzionare ulteriormente la lotta Scudetto più bella degli ultimi anni.

Fino a qui le cose positive, ma ancora una volta i bianconeri hanno mostrato limiti preoccupanti sotto il profilo del gioco, il che non autorizza un particolare ottimismo in vista del futuro. Va bene vincere di corto-muso, un po’ meno affrontare un intero secondo tempo senza tiri in porta, lasciando il pallino allo Spezia e rischiando più volte di subire il pareggio. Certo, la Juve di ieri giocava senza elementi importanti, come del resto da diverso tempo (Chiesa e Dybala non si regalano a nessuno), ma la sensazione che si possa fare qualcosa di più è forte, anche se a livello di risultati non si può dire nulla ad Allegri, capace di sterzare una stagione che sembrava disastrosa e che, invece, potrebbe regalare belle soddisfazioni.

Juve-Spezia, le parole di Allegri

“Dovevamo chiudere il primo tempo con due gol di vantaggio – l’analisi di Allegri – Nel secondo eravamo stanchi, anche perché venivamo da partite intense e non ho potuto fare cambi. Per arrivare a raggiungere grandi obiettivi questa squadra ha bisogno di vittorie di sofferenza, ma ai ragazzi non posso dire nulla.  Era importante salire a 53 punti e prepararsi al meglio alle prossime partite, non ho mai visto una squadra vincere sempre in modo facile. L’ambiente si era disabituato a vincere con sofferenza, ma anche nei miei 5 anni precedenti ne abbiamo fatti di successi così: l’importante è non mollare”.

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