L’era di Sinisa Mihajlovic finisce qui. L’ufficialità arriverà solo nella mattinata odierna ma ormai non ci sono più dubbi: il tecnico serbo non è più l’allenatore del Milan. Al suo posto, come ormai si vociferava da tempo, arriva Christian Brocchi, fino a ieri allenatore della Primavera e da oggi sulla panchina dei “grandi” (alle 15 dirigerà il primo allenamento). Una decisione fulminea, per non dire sorprendente, se non altro perché la partita con la Juve, per quanto persa, aveva lasciato l’immagine di una squadra in ripresa, sia dal punto di vista tecnico che mentale.
Evidentemente però Silvio Berlusconi non la pensava allo stesso modo: è stato lui in persona infatti ha decidere per l’esonero di Mihajlovic, a testimonianza di un rapporto ormai ai ferri corti e, evidentemente, arrivato al capolinea. L’idea frullava nella testa del presidente da diverse settimane e la sconfitta di sabato (la terza nelle ultime 5 partite) ha fatto sì che si concretizzasse in un anonimo lunedì sera, quantomeno all’apparenza. Che invece non sarebbe stato affatto così s’è capito alle 20.20, quando un’auto con a bordo Brocchi e il suo vice Lazzarini ha varcato i cancelli di Villa San Martino.
E quando alla comitiva, pochi minuti dopo, s’è aggiunto anche Adriano Galliani, ecco che il ribaltone è diventato realtà. Tre ore (esatte) per stabilire il da farsi, un vero e proprio summit con il Milan al centro di tutto. L’obiettivo è quello di chiudere al meglio la stagione, ovvero alzando la Coppa Italia nella finale contro la Juventus senza però trascurare il campionato, forse il mezzo più semplice per arrivare all’Europa League.
Brocchi avrà così 7 partite (6 + 1) per rialzare il Milan dalla mediocrità attuale, oltre che per convincere Berlusconi a confermarlo anche per il futuro. Non si tratta affatto di un modo di dire: il suo contratto è in scadenza a giugno e ieri non si è parlato minimamente di rinnovo. Il messaggio del presidente è forte e chiaro: dimostra il tuo valore e guiderai il “vero” Milan per tutto l’anno prossimo, viceversa ognuno per la sua strada.
Compito piuttosto arduo quello dell’ex centrocampista, non riuscito nemmeno al ben più quotato sergente di ferro Mihajlovic. Che da oggi entra ufficialmente nel gruppo dei disoccupati di lusso rossoneri, un club poco invidiato (lavorativamente parlando, s’intende) di cui fanno già parte Seedorf e Inzaghi, gli altri due debuttanti lanciati (e bruciati) da Berlusconi. Un detto comune recita che non c’è due senza tre: Christian Brocchi, sia chiaro, è autorizzato a fare gli scongiuri…