Pioli si prende il quinto posto, ma soprattutto il Milan del futuro. La vittoria sul Sassuolo infatti passa in secondo piano rispetto alla vera bomba della serata, che riguarda appunto la conferma del tecnico di Parma fino al 2022. Una scelta ufficializzata subito dopo la sfida di Reggio Emilia, che ha visto i rossoneri ottenere una vittoria importantissima, la settima nelle ultime nove: biglietto da visita ideale, anche se la decisione, evidentemente, era già maturata qualche ora fa.
“Sono molto felice, lo sapevo da un paio di giorni – il commento di Pioli – Allenare un club così prestigioso anche nelle prossime stagioni è molto importante, questa squadra può crescere ancora molto. Il nostro futuro è adesso, possiamo fare ancora tanto in queste tre partite che mancano”.
Attenzione al campo insomma, anche se è evidente che i suoi ragazzi non abbiano bisogno di sollecitazioni. La vittoria sul Sassuolo, ben più netta di quanto non dica il 2-1 finale (doppietta di Ibrahimovic e gol di Caputo su rigore), è la conferma di come il Milan stia bene e voglia ottenere a tutti i costi il quinto posto, l’ultimo per andare in Europa senza le forche caudine dei (tre) preliminari. Obiettivo che assume ancor più senso ora, dopo la conferma ufficiale di Pioli: perché con lui, ma soprattutto senza Rangnick (“decisione comune, non è il momento giusto” ha affermato Kosicke, procuratore del tedesco), resteranno anche Maldini, Massara e, forse, Ibrahimovic.
“Ma è vero che Stefano resta? – la domanda tra stupore e gioia dello svedese al giornalista di Sky – Al momento ho ancora tre partite, mancano dieci giorni, qua nessuno mi ha detto niente, però c’è grande fiducia, siamo tutti dietro al mister: da quando sono arrivato a gennaio siamo terzi, non male…”.
Il nuovo Milan, insomma, prende corpo su quello attuale, in attesa di capire se farà l’Europa direttamente dalla fase a gironi o dai preliminari. Un discorso che proseguirà già oggi con Inter-Fiorentina e Spal-Roma (entrambe alle 21.45), gare di cartello di questo mercoledì di campionato. Conte sperava di poter insidiare il primo posto alla Signora, invece dovrà accontentarsi di correre per il secondo, al momento riagguantato dall’Atalanta grazie al successo sul Bologna nell’altro anticipo di ieri (1-0, gol di Muriel). Il match conta poco, tanto più che l’Inter ha già blindato la qualificazione alla prossima Champions, ma le polemiche post Roma aleggiano ancora nell’aria, con il tecnico protagonista dell’ennesimo sfogo contro la sua società, rea di non averlo tutelato in sede di calendari. Come accaduto altre volte, dopo la tempesta torna la quiete così Antonio ha preferito evitare dichiarazioni sul tema, sottolineando invece i risultati ottenuti.
“Siamo stati sempre nelle prime posizioni in classifica e questa è la zona in cui un club come il nostro deve stare – ha spiegato in conferenza stampa – La società voleva che le cose migliorassero rispetto al passato e che fosse garantita una certa stabilità alla squadra, in modo che non ci si riducesse a ottenere un posto in Champions solo all’ultimo respiro, noi abbiamo raggiunto l’obiettivo in anticipo…”.
Ogni riferimento all’epoca di Spalletti non è puramente casuale, ad ogni modo la stagione non è finita: c’è ancora un’Europa League da giocare e queste quattro partite di campionato che restano possono servire da allenamento. Conte infatti schiererà il 3-4-1-2 tipo con Handanovic in porta, Skriniar, De Vrij e Godin in difesa, Moses, Barella, Brozovic e Biraghi a centrocampo, Borja Valero alle spalle della coppia offensiva composta da Sanchez e Lukaku. 3-5-2 d’ordinanza anche per Iachini, che dopo aver raggiunto la salvezza proverà a regalarsi un colpaccio con Terracciano tra i pali, Milenkovic, Pezzella e Caceres nel reparto arretrato, Chiesa, Duncan, Pulgar, Castrovilli e Dalbert in mediana, Cutrone e Ribery in attacco.
Gara più delicata invece per la Roma, chiamata a espugnare Ferrara per riprendersi il quinto posto, al momento occupato dal Milan. Sulla carta, contro una Spal già matematicamente retrocessa, non dovrebbe esserci partita ma i giallorossi ci hanno abituato a non poter dare mai nulla per scontato. L’ambiente poi è tutt’altro che sereno, come dimostra il caso Zaniolo: in molti infatti ritengono che l’infortunio annunciato dal club sia in realtà diplomatico, alla luce delle polemiche esplose dopo la partita col Verona, nel quale Fonseca lo aveva bacchettato pubblicamente.
Il giovane talento oggi non ci sarà e il tecnico potrà così proseguire sul 3-4-2-1 dell’ultimo periodo con Pau Lopez in porta, Mancini, Smalling e Kolarov in difesa, Zappacosta, Veretout, Cristante e Spinazzola a centrocampo, Carles Perez e Mkhitaryan alle spalle dell’unica punta Dzeko. Consueto 4-4-2 anche per Di Biagio, che risponderà con Letica tra i pali, Cionek, Vicari, Bonifazi e Reca nel reparto arretrato, Murgia, Valdifiori, Dabo e Strefezza in mediana, Petagna e Floccari in attacco.