Sarà un Bundes-Milan. Nel giorno in cui la Germania torna a far rotolare il pallone (si parte alle 15.30: Borussia Dortmund-Schalke il big match), i rossoneri si scoprono filo tedeschi e non solo per l’innegabile mancanza di calcio. Quello che sta nascendo infatti sarà un Diavolo a immagine e somiglianza di Ralf Rangnick, scelto da Gazidis (dunque da Elliot) per guidare una vera e propria rivoluzione, tanto netta da fare persino paura. La sua presenza, seppur non ancora ufficiale, ha già fatto saltare Boban e presto la storia si ripeterà anche con Maldini, seguito a ruota da Pioli e, al 99%, da Ibrahimovic. Resta però da capire quale sarà il suo ruolo: sicuramente Direttore Tecnico, mentre non è ancora chiaro se siederà anche in panchina. Nell’ultima stagione infatti Rangnick ha lasciato il posto a Julian Nagelsmann, preferendo guidare il mondo Red Bull (Lipsia, Salisburgo, New York e Brasil) dalla scrivania.
Ecco perché, nelle ultime ore, qualcuno pensa che la storia si ripeterà anche a Milano, con il giovane (31 anni) ma talentuoso Nagelsmann a seguirlo in questa avventura. La coppia ha funzionato piuttosto bene a Lipsia, come dimostra il terzo posto in Bundesliga (a 5 punti dal Bayern capolista) e, soprattutto, la qualificazione ai quarti di Champions a spese del Tottenham di Mourinho, eliminato al termine di due gare senza storia. Altri invece pensano che Rangnick, almeno nel primo anno, preferirà far da solo: la certezza comunque è che, a meno di ulteriori imprevisti, sarà lui il futuro prossimo del Milan. Lo aspetta una sfida difficilissima, perché di fronte si troverà squadre già rodate e pronte a sfruttare il mercato per rinforzarsi ancora di più. È il caso dell’Inter, per nulla spaventata dalla probabile partenza di Lautaro Martinez.
Che il Toro abbia già un accordo verbale con il Barcellona è cosa nota, così come che i nerazzurri abbiano individuato da tempo i suoi sostituti. Il plurale è d’obbligo visto che Marotta, qualora la cessione andasse in porto (ma il Barça dovrà spingersi almeno a quota 90 milioni più una contropartita: si parla di Vidal e Junior Firpo), vorrebbe portarsi a Milano Timo Werner, Mertens e Cavani. I primi due sono da tempo nel mirino e il belga, in particolare, è davvero a un passo dalla firma: il Matador invece è più che altro una suggestione, ma il suo contratto in scadenza col Psg lo rende tutt’altro che inavvicinabile. Parallelamente alle strategie per l’attacco ci si muove verso altre direzioni e qui, come sempre del resto, entra in gioco la Juventus. Gli scontri con la Signora sono molteplici e la vicenda Kulusevski (a un passo dall’Inter e poi finito in bianconero), se possibile, ha addirittura alzato la temperatura.
Il primo derby d’Italia sta andando in scena su Tonali, anche se Cellino, evidentemente attratto dal profumo di asta, ha sin qui rifiutato entrambe le offerte da 35 milioni. Servirà un ulteriore sforzo, dopodiché la palla passerà al giocatore: sarà lui ad avere l’ultima parola sul suo futuro, proprio come Federico Chiesa, l’altro oggetto del contendere. Un anno fa la Juve aveva raggiunto un accordo sulla base di un quinquennale, ora però, complice anche l’acquisto di Kulusevski (che, è bene ricordarlo, gioca nella stessa posizione), sembra essersi defilata, tanto che la mossa di offrire a Commisso soldi più i cartellini di Romero e Mandragora sa tanto di dispetto ai rivali. L’Inter invece lo vuole su precisa richiesta di Conte, e punta a convincere la Fiorentina con Nainggolan o Gagliardini, entrambi molto graditi in riva all’Arno. La Signora comunque dovrà prima pensare a vendere, perché il precedente dell’anno scorso (mercato bloccato per via delle mancate cessioni) è ancora fresco.
I casi più scottanti sono Higuain (ci risiamo!) e Rabiot, quest’ultimo in particolare dopo gli ultimi avvenimenti, che lo hanno visto protagonista di un tentativo di “sciopero”. Il malessere del francese, arrivato a Torino con 10 giorni di ritardo rispetto ai compagni, nasce da un taglio dell’ingaggio mal digerito, ma anche la società è tutt’altro che soddisfatta del suo rendimento, ben al di sotto dei 7,5 milioni di stipendio percepiti. La sensazione è che l’addio faccia comodo a entrambi, tanto più che in Premier ci sono molti estimatori (su tutti il Newcastle appena acquistato da un fondo saudita). Cessioni in vista anche in casa Napoli, dove De Laurentiis ha dato il via a una vera e propria rivoluzione targata Gattuso. Il tecnico guiderà un nuovo corso nel quale mancheranno diversi protagonisti degli ultimi anni come Callejon, Mertens, Allan e, forse, Koulibaly.
Diverse invece le posizioni di Milik e Zielinski: il club sta provando a trattenerli, come dimostrano le trattative per il rinnovo dei contratti. Parallelamente si lavora agli acquisti, in parte già finalizzati a gennaio, e in questo senso attenzione ad Agustin Almendra, giovane (20 anni) e talentuoso regista del Boca Juniors, sponsorizzato anche da De Rossi. Molto più nebuloso il mercato della Roma, bloccato dall’interruzione della trattativa tra Pallotta e Friedkin. Il mancato passaggio di proprietà è un bel problema, anche perché i conti del club evidenziano un indebitamento finanziario consolidato di 278,5 milioni, 60 in più dello scorso anno. Scenario preoccupante, che ha costretto i vertici societari a convocare una nuova assemblea degli azionisti il prossimo 26 giugno: i rinforzi, almeno per il momento, non sono dunque una priorità…
Non ha di questi problemi la Lazio, che in attesa di capire se potrà lottare o meno per lo scudetto si sta già muovendo per il futuro. Lotito potrebbe cedere uno dei suoi gioielli (Milinkovic-Savic su tutti) solo in caso di proposta indecente, intanto però, grazie alla solita maestria di Tare, lavora su diversi prospetti interessanti. In particolare piace Luis Suarez del Watford (quest’anno in prestito al Saragozza), con cui è già stata trovata un’intesa per un quinquennale da 1,5 milioni a stagione. In alternativa ci sono Adolfo Gaich del San Lorenzo (21 anni), il figlio d’arte Ianis Hagi dei Glasgow Rangers (21 anni) e Vedat Muriqi del Fenerbahce (26): tutti prospetti poco noti al grande pubblico, ma pronti a diventare grandi con la maglia biancoceleste.