Reazione o crollo. Nel Milan che si prepara ad affrontare il Torino (ore 20.45) non ci sono mezze misure: o vince e blinda il primo posto almeno fino al prossimo turno, o fallisce e rischia di perderlo già in questo. In tanti, nei mesi passati, si chiedevano come avrebbero reagito i rossoneri di fronte alla prima sconfitta, ebbene è il momento di scoprirlo.
“Il ko contro la Juve non ha lasciato scorie, non c’è stato bisogno di lavorare per risollevare il morale dei ragazzi, loro sono i primi a essere convinti delle proprie qualità – ha glissato il tecnico -. Ora pensiamo al Torino, all’inizio ha avuto difficoltà ma è normale quando arriva un allenatore nuovo, adesso sta attraversando un momento positivo, ha convinzione e va rispettato”.
A creare ulteriori grattacapi a Pioli però, oltre ai granata effettivamente in crescita (una vittoria e 3 pareggi nelle ultime 4), c’è la solita emergenza infortuni, diventata ancor più grossa con i problemi alla caviglia di Calhanoglu. “Se mancassero anche domani 7/8/9 giocatori sarebbe normale andare in difficoltà, ma presto torneranno e potremo aumentare le rotazioni – ha ammesso il tecnico -. Ibra, Bennacer e Saelemaekers dovrebbero rientrare col Cagliari, Kjaer è un po’ affaticato ma si è allenato col gruppo, abbiamo qualche difficoltà ma è inutile perdere energie su cose che non possiamo controllare, dobbiamo lavorare per trovare soluzioni già contro il Torino”. Che, come detto in precedenza, arriva a San Siro rinfrancato dagli ultimi risultati, ma con una classifica comunque preoccupante.
Il quartultimo posto (alla pari con il Parma terzultimo) fa paura e obbliga i granata a cercare punti, al di là delle enormi motivazioni di Giampaolo, che gradirebbe non poco fare uno sgambetto a chi, poco più di un anno fa, lo licenziò senza mezze misure. “Non mi preoccupa affrontare il Milan – ha tagliato corto il tecnico -. Ciò che mi disturba di più è il calendario, il Toro è l’unica squadra che gioca partite cosi ravvicinate, praticamente 5 in 13 giorni, mentre gli altri hanno almeno due giorni di recupero”. Insomma, gli ingredienti per una serata scoppiettante ci sono tutti, ora non resta che vedere se la partita rispecchierà le attese.
Pioli ha scelte praticamente obbligate e si affiderà a un 4-2-3-1 con Donnarumma in porta, Calabria, Kjaer, Romagnoli e Hernandez in difesa, Kessié e Tonali a centrocampo, Castillejo, Diaz e Hauge sulla trequarti, Leao in attacco. Qualche dubbio in più in più invece per Giampaolo, che dovrebbe optare per un 3-5-2 con Sirigu tra i pali, Izzo, Lyanco e Bremer nel reparto arretrato, Singo, Lukic, Rincon, Linetty e Rodriguez (altro ex poco rimpianto) in mediana, Verdi (favorito su Bonazzoli e Gojak) e Belotti coppia offensiva.
A inaugurare la 17esima giornata saranno però Benevento e Atalanta, alle prese con una partita davvero interessante (ore 15). Gasperini ha ritrovato la Dea schiacciasassi delle ultime stagioni, Inzaghi però sta facendo una stagione davvero al di sopra di qualsiasi aspettativa: difficile, dunque, sbilanciarsi del tutto in chiave pronostici, anche se è chiaro che i bergamaschi hanno una rosa superiore. “Il Benevento è una squadra veloce che ribalta bene il gioco, ha una bella convinzione – ha confermato Gasperini -. Difficilmente una neopromossa parte così bene e noi, proprio perché è una partita difficile, dobbiamo giocare bene”.
Nei nerazzurri c’è il dubbio Muriel (comunque convocato) e il solito Pasalic ai box, per il resto però tutti abili e arruolati, per un 3-4-1-2 tipo con Gollini in porta, Toloi, Romero e Djimsiti in difesa, Hateboer, De Roon, Freuler e Gosens a centrocampo, Pessina sulla trequarti, Ilicic e Zapata in attacco. Consueto 4-3-2-1 anche per Inzaghi, che risponderà con Montipò tra i pali, Improta, Glik, Barba e Foulon nel reparto arretrato, Hetemaj, Schiattarella e Ionita in mediana, Insigne e Caprari alle spalle dell’unica punta Lapadula.