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Milan a zig-zag: è Pioli il nuovo allenatore

Al Milan comincia nella tempesta l’era Pioli – Dopo aver licenziato Giampaolo e aver invano tentato di prendere Spalletti, la dirigenza rossonera – ora nel mirino della tifoseria – assegna la panchina all’ex interista Pioli: obiettivo Europa

Milan a zig-zag: è Pioli il nuovo allenatore

Il Milan dà il via all’era Pioli. Comincia oggi infatti il nuovo corso del club rossonero, con tanto di primo allenamento (sicuro) e conferenza di presentazione (forse, al massimo sarà domani) del nuovo tecnico, scelto per risalire la classifica e ridare fiato alle ambizioni Champions.

L’allenatore parmigiano, per uno strano scherzo del destino, debutterà in quel di San Siro contro il Lecce il prossimo 20 ottobre, giorno del suo 54esimo compleanno, nella speranza di prendersi i 3 punti e farsi così il miglior regalo possibile. Ne avrà decisamente bisogno, perché il clima attorno a lui, in questo momento, è tutt’altro che amichevole: basti pensare che l’hashtag #PioliOut, al momento in cui scriviamo, è addirittura al secondo posto nelle tendenze Twitter italiane.

Va detto però che la stragrande maggioranza dei commenti, reali e virtuali, prende di mira la società, rea di essersi fatta sfuggire Spalletti dopo aver fatto filtrare a più riprese (e con un certo ottimismo) il suo nome, tanto da rivalutare perfino il disastroso Giampaolo di questo primo scorcio di stagione. Nel mirino insomma ci sono anzitutto Maldini, Boban e Gazidis, come precisato dalla Curva Sud, autrice di un comunicato che non lascia spazio a nessuna interpretazione.

“Non vogliamo esprimerci dal punto di vista tecnico sulla scelta del nuovo allenatore, a quello penserà come sempre il rettangolo di gioco – la posizione della frangia più calda del tifo rossonero. – La cosa che ci lascia sconcertati è che la società, che aveva scelto un altro tecnico per la nostra panchina, senza peraltro comunicare tempestivamente l’esonero al vecchio allenatore, ha ripiegato su un altro nome, mettendo in risalto nuovamente tutta la sua debolezza e non riuscendo, neanche questa volta, ad ottenere ciò che realmente voleva”.

Clima infuocato insomma, con Pioli nella difficilissima veste del pompiere. Toccherà a lui infatti spegnere l’incendio e riportare il Milan ai livelli che gli competono, il che significa zona Europa, preferibilmente Champions. Missione complicata, non tanto per il distacco (4 punti dal Napoli quarto), quanto per il calendario: dopo la sosta, infatti, dovrà vedersela con Lecce, Roma, Spal, Lazio e Juventus, un vero e proprio tour de force che non ha certo bisogno di spiegazioni.

Lui però l’ha accettata con entusiasmo, anche perché il treno Milan, biennale da 1,5 milioni l’anno annesso, non passa mica tutti i giorni. Neanche il fatto di essere una seconda scelta lo ha colpito particolarmente, quasi l’opzione Spalletti non fosse mai esistita.

In realtà Luciano è stato davvero a un passo, poi però le difficoltà nel liberarsi dall’Inter hanno vinto, facendo sì che l’accordo saltasse per una questione puramente economica (lui chiedeva 5 milioni netti, i nerazzurri non si sono mossi da 1,5). La stessa cifra (quella offerta da Marotta s’intende) che percepirà Pioli, inferiore dunque anche a quella di Giampaolo, esonerato unilateralmente.

Il tecnico di Giulianova è stato licenziato ufficialmente alle 19.32, ma sapeva di essere senza squadra già da sabato sera, quando Boban aveva deciso al posto suo i cambi da fare nel secondo tempo contro il Genoa. Lì si era spezzato definitivamente un filo assottigliatosi partita dopo partita, proprio come quello che ora lega tifosi e società. Basterà un soffio per romperlo, ecco perché contro il Lecce, alla ripresa del campionato, non si potrà davvero sbagliare.

Pioli, sotto accusa anche per il suo tifo interista (“la mia famiglia è tutta nerazzurra, la mia professione mi ha portato altrove ma la fede è quella” diceva nel giorno del suo approdo sull’altra sponda del Naviglio), dovrà dunque avere idee chiare e precise, a cominciare da modulo (si tornerà al 4-3-3) e uomini (sicuro il rilancio di Piatek e Paquetà e l’utilizzo di Leao). Basterà per uscire dall’inferno? Ai posteri l’ardua sentenza, ma il Diavolo, mai come questa volta, ci spera con tutto sé stesso.

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