Proseguono le trattative tra l’Unione europea e la Turchia per fermare il flusso dei rifugiati, anche se l’accordo per risolvere la situazione dei 40mila migranti affluiti in Grecia sembra essere ancora lontano. L’incontro di queste ore a Bruxelles tra il primo ministro turco Ahmet Davutoglu e i rappresentanti dell’Ue Donald Tusk, Jean Claude Juncker e Mark Rutte serve proprio a tentare di ridurre le distanze.
I 28 Stati dell’Unione, in ogni caso, sono riusciti ha trovare una posizione comune sulle richieste e sulle offerte da fare alla Turchia, ma sono molti, in ogni caso, gli ostacoli sulla strada verso l’accordo. I nodi principali da sciogliere sono il bisogno di trovare e definire un meccanismo che renda legali decine di migliaia di rimpatri e la necessità di rassicurare Cipro, che ha minacciato di porre il veto sull’accordo se Ankara non aprirà porti e aeroporti ai collegamenti con l’isola.
Sarà vitale, ovviamente, anche trovare un’intesa con la Turchia sulle modalità dell’eventuale accelerazione del processo di ingresso di Ankara nell’Ue. Da parte del primo ministro turco Ahmet Davutoglu trapela un certo ottimismo: “Sono sicuro che raggiungeremo gli obiettivi – ha detto -. La questione dei rifugiati non ha a che fare con il mercanteggiamento, si tratta piuttosto di una questione di valori, di valori tanto umanitari che europei”.
Il presidente turco Erdogan, però, sta su posizioni meno concilianti: “L’Europa guardi ai suoi limiti, prima di dire alla Turchia cosa fare sui migranti”. Raggiungere un’intesa, come sintetizzato dal primo ministro olandese Rutte “è possibile, ma ancora difficile”.