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Migranti, Renzi alla Ue: “Ripartizione o non siete degni di chiamarvi Europa”

“Se non siete d’accordo sulla ripartizione dei 40mila migranti, non siete degni di chiamarvi Europa. Se questa è la vostra idea di Europa, tenetevela. O c’è solidarietà, o non fateci perdere tempo”. Questo il duro atto di accusa pronunciato dal premier Matteo Renzi nel corso del vertice europeo di ieri sui migranti, andato avanti fino a tarda notte. E’ scontro aperto, dunque, con chi rifiuta il progetto lanciato dalla Commissione europea di rendere obbligatoria la ripartizione dei richiedenti asilo in tutti gli Stati dell’Unione, una posizione sostenuta principalmente dai Paesi dell’Est Europa. 

“Non c’è consenso tra gli Stati membri sulle quote obbligatorie”, aveva detto in apertura dei lavori Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, il quale ha sostenuto l’idea di un meccanismo basato sulla volontarietà, pur precisando che questo “non può essere una scusa per non fare nulla”, perché “la solidarietà senza sacrifici è ipocrisia”. Tusk avrebbe avuto un diverbio con il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker.

“Non accetterò mai – ha aggiunto Renzi – che questa discussione sia così meschina e egoista. Abbiamo fondato l’Europa perché avevano ideali. Non accettiamo nessuna concessione: o fate un gesto anche simbolico oppure non preoccupatevi: l’Italia può permettersi di fare da sola. E’ l’Europa che non può permetterselo. Ho pianto per il muro di Berlino, ho pianto per Srebrenica. Credo in un ideale. Non accetterò mai un compromesso al ribasso”. Sembra che poi si sia acceso un durissimo scontro fra Renzi e la presidente lituana Grybausakaite.

Dalla parte del Premier italiano si è schierata la responsabile della politica estera dell’Unione, Federica Mogherini: “Se l’Europa non riesce a redistribuire 60 mila migranti (i 40 mila richiedenti asilo già giunti in Italia e Grecia e i 20 mila ospitati nei campi profughi nei paesi terzi), vuol dire che non siamo la grande Europa che può andare a negoziare in giro per il mondo – ha detto l’ex ministro degli esteri del governo Renzi -. Appoggiate tutti con entusiasmo a nostra strategia esterna sull’immigrazione, ma senza decisioni sulla solidarietà interna la nostra credibilità esterna crolla”.

IL COMPROMESSO

A tarda notte è stato quindi raggiunto un compromesso che Juncker ha definito “modesto”. L’accordo prevede la redistribuzione tra i Paesi Ue, in due anni, dei 40 mila richiedenti asilo sbarcati sulle coste di Italia e Grecia dal 15 aprile scorso. Nel testo finale è stato però aggiunto un riferimento al Consiglio europeo straordinario del 23 aprile scorso, dove si parlava di base volontaria. Si stabilisce poi che entro fine luglio tutti i Paesi concordino un numero di migranti da accogliere. 

I Paesi contrari hanno ottenuto che nel testo non si parli esplicitamente di meccanismo “obbligatorio”, anche se non compare neanche l’aggettivo “volontario”. Ungheria e Bulgaria sono esentate perché già accolgono molti migranti dall’Est e dalla Turchia. La questione migranti tornerà sul tavolo europeo il prossimo 9 e 10 luglio a Lussemburgo, in occasione del consiglio informale dei ministri degli Interni.

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