Un prodotto tossico invade l’Europa. Esso provoca intolleranze, sentimenti incontrollati di paura, reazioni violente e aggressività. Il prodotto tossico si chiama “disinformazione” e riguarda le trasmigrazioni che passano dal continente africano – per decenni devastato anche dagli europei – al continente europeo, ma coinvolge anche l’America Latina, l’Asia e l’Oceania. Queste trasmigrazioni hanno reso drammaticamente desueta la Convenzione di Ginevra “per la protezione delle persone civili in tempo di guerra”, che appare ora inefficace di fronte alle nuove ragioni che costringono persone a fuggire da guerre, disastri ambientali e violenze tribali.
Ci sono nel mondo più di sedici milioni di rifugiati, di cui i tre quarti hanno trovato asilo fuori dall’Europa, mentre nell’Ue essi non superano l’1% della popolazione residente. Per dare un termine di paragone, l’Europa – che è solo in parte terra di immigrazione (legale, illegale, di richiedenti asilo) – è stata per decenni terra di emigrazione: dal 1836 al 1914, trenta milioni di europei hanno cercato e trovato accoglienza negli Usa. Secondo l’Unhcr dal primo gennaio al 30 settembre 2016 gli sbarchi in Europa sono diminuiti del 42% (da 500.042 a 300.927 di cui 166.749 in Grecia e 131.702 in Italia) mentre è spaventosamente aumentata (23%) la carneficina nel Mediterraneo.
Non funziona la politica di ricollocazione fra paesi membri: una percentuale minima di rifugiati cambia Stato di accoglienza con decisioni che ignorano spesso la loro volontà e le esigenze di ricongiungimento familiare e sociale. Non potrà funzionare il Regolamento di Dublino secondo la proposta della Commissione se non si modificheranno sostanzialmente i suoi elementi essenziali passando dallo stato di emergenza a quello di permanenza, se non sarà sancito il carattere vincolante del principio di solidarietà e se non ci sarà un’efficace protezione e accoglienza dei minori non accompagnati.
Non c’è ancora vera gestione europea delle trasmigrazioni alle frontiere dell’Ue, il che rende difficile il controllo da parte degli Stati di prima accoglienza e rischia di rendere permanente la sospensione degli accordi di Schengen. Non esistono strumenti finanziari adeguati per aiutare gli Stati a promuovere ed eseguire politiche di accoglienza, inclusione e sviluppo di società interculturali fondate sulla convivenza e il rispetto dell’altro.
Il Movimento europeo ha deciso di avviare un’urgente azione con tutti i suoi membri collettivi:
– per combattere la disinformazione in tema di immigrazione e asilo;
– per ottenere una revisione della proposta di modifica del Regolamento di Dublino, presentata dalla Commissione, nel senso indicato più sopra;
– per chiedere la revisione e l’accelerazione delle procedure che determinano chi ha diritto di asilo e delle misure di accoglienza;
– per far inserire nelle direttive europee il diritto di circolazione per ricerca di lavoro e il diritto di asilo previsti dalla Carta dell’Onu;
– per lanciare, insieme alle organizzazioni che operano a favore dei rifugiati, un’iniziativa internazionale volta a modificare la Convenzione di Ginevra;
– per far riorientare a favore dell’accoglienza una parte significativa delle spese di coesione regionale, sociale e territoriale destinate a società inclusive, diverse e plurali dando la priorità allo sviluppo delle aree interne;
– per ottenere una vera e propria politica di cooperazione allo sviluppo verso l’Africa che distingua paesi a regime democratico e paesi dove i diritti dell’Uomo sono costantemente violati.