Condividi

Migranti, Prodi maxipiano per l’Africa: “Si muovano Cina e Europa”

Romano Prodi intervistato da La Stampa accende i riflettori su un intervento congiunto dei due blocchi. “Serve una politica intelligente e profetica. So che è un’utopia ma è l’unica via per il futuro”. “Nel mondo c’è una ferita. E’ un pericolo per tutti”. “Senza guerra in Libia le migrazioni non farebbero paura. Ci sono sempre state ma ora non sono gestite”

Migranti, Prodi maxipiano per l’Africa: “Si muovano Cina e Europa”

Romano Prodi da quando si è ritirato dalla gestione della cosa pubblica si occupa di Africa, ne è tra i maggiori conoscitori e ha guidato la commissione di esperti Onu dedicata al grande continente. Intervistato da La Stampa, lancia la sua proposta per regolare i flussi migratori nel Mediterraneo: “E’ complesso, ma so che è importante farlo. Europa e Cina hanno interessi convergenti. Basta un minimo di intelligenza politica per capire che uno sviluppo ordinato dell’Africa garantirebbe flussi migratori ordinati. Bisognerebbe annacquare, anzi decolorare questa influenza specifica sui governi e sostituirla con un grande piano di sviluppo cino-europeo”.

Avere un piano condiviso a livello internazionale, rimane fondamentale per evitare di procrastinare una situazione al limite: probabilmente è utopico pensare a un accordo tra Europa e Cina in Africa per la gestione ordinata delle migrazioni, ma secondo Prodi è pur necessario iniziare: ”senza la guerra in Libia non mi farebbe paura niente. Le migrazioni sono sempre esistite. Ma questa non sono gestite. Tutte le cose non gestite fanno paura. Gheddafi era un dittatore, ma con lui si facevano accordi”.

Dal canto suo il presidente Xi Jiping ritiene che nessuno possa uscire vincitore da una guerra commerciale, soprattutto per le basi che sono state poste e Prodi continua “non è che non vinca nessuno, è che perdono tutti. Secondo i dati statistici della scorsa settimana la sola minaccia di una guerra commerciale – che mi auguro resti limitata – ha già fatto diminuire il tasso di crescita dell’economia”.

Sul tema del commercio internazionale però, a dispetto delle tensioni economiche e politiche che imperversano nel Nord del Mondo, l’Africa ha iniziato a muovere i primi passi verso quelli che potremmo definire gli Stati Uniti d’Africa: lo scorso marzo, infatti, 27 paesi africani hanno siglato un protocollo che predispone la creazione di un’area di libero scambio che si chiama AfCFTA, African Continental Free Trade Area Agreement. L’intesa impegna i paesi firmatari a eliminare i dazi doganali sulle importazioni e le barriere tariffarie sul 90% delle merci scambiate dai Paesi africani e quest’area di libero scambio, è stimato, andrà a interessare 1,2 miliardi di persone e un Pil congiunto che vale duemila miliardi di dollari l’anno.

“Serve una politica profetica per immaginare un piano sino-europeo per l’Africa. Bisogna capire che nel mondo c’è una ferita. E questa ferita è un pericolo per tutti. L’intero pianeta dovrebbe interessarsi all’Africa”, conclude Prodi.

Commenta