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Migranti, Mattarella dà l’altolà al duello tra Meloni e i magistrati. Oggi il decreto del Governo

Un autorevole intervento del Presidente della Repubblica spinge per uno stop al lacerante scontro tra la premier e i magistrati sui migranti in Albania. Oggi il Consiglio dei ministri varerà il nuovo decreto

Migranti, Mattarella dà l’altolà al duello tra Meloni e i magistrati. Oggi il decreto del Governo

Sergio Mattarella interviene con fermezza nel dibattito acceso tra il governo di Giorgia Meloni e la magistratura, richiamando entrambe le parti alla responsabilità istituzionale. Il Presidente, parlando dal palco del Festival delle Regioni a Bari, ha lanciato un monito chiaro: “Vi sono momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose, approfondendo solchi e contrapposizioni, ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi”. L’invito a non esacerbare gli scontri e a evitare un conflitto istituzionale è rivolto sia al premier che ai magistrati, sottolineando l’importanza della cooperazione per il bene della collettività.

La mediazione di Mattarella

Mattarella ha più volte invitato il governo a non imporsi con una visione unilaterale, ma a cercare una sintesi tra le diverse posizioni istituzionali. “Le istituzioni appartengono e rispondono all’intera collettività, e tutti devono potersi riconoscere in esse”, ha ribadito. Il suo discorso è stato un richiamo a entrambe le parti coinvolte nella diatriba: al governo, affinché non agisca in modo avventato, e alla magistratura, perché mantenga la sobrietà nel suo operato, evitando di apparire come una forza politica.

Il nodo dei giudici costituzionali

Un altro tema delicato toccato dal Presidente è quello della nomina dei giudici costituzionali, ancora in stallo a causa della mancanza di accordo tra maggioranza e opposizione. Il richiamo alla collaborazione istituzionale assume qui una valenza particolarmente significativa. La mancata elezione di nuovi giudici costituzionali sta infatti creando ulteriori tensioni tra le forze politiche, con il centrodestra che continua a sostenere la candidatura di Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi, e il centrosinistra che oppone un netto rifiuto. Un nuovo voto del Parlamento in seduta comune è previsto per il 29 ottobre, ma il rischio di un ulteriore stallo è concreto.

Consiglio dei Ministri straordinario

L’escalation di tensioni tra il governo e la magistratura è culminata nella decisione del governo di convocare un Consiglio dei Ministri straordinario per oggi alle 18. La riunione ha lo scopo di aggirare la recente sentenza del tribunale di Roma, che ha bocciato il trasferimento di migranti in Albania, ritenendolo contrario alle normative europee. Palazzo Chigi sta infatti lavorando a un decreto legge che modifichi la lista dei Paesi sicuri, in modo da rendere più agevole l’esternalizzazione della gestione dei flussi migratori. Tuttavia, l’operazione rischia di creare una frattura con la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Il rischio di uno scontro con l’Europa

L’iniziativa del governo Meloni si inserisce in un contesto di crescente tensione con l’Unione Europea. La Corte di Giustizia Ue ha già chiarito che non è possibile per i Paesi membri espellere migranti verso Stati terzi dove esiste anche solo un rischio potenziale di violazione dei diritti umani, come condanne a morte o trattamenti degradanti. Questa presa di posizione potrebbe aprire la strada a un conflitto giuridico con le istituzioni europee, uno scenario che il Quirinale desidera evitare a ogni costo. Mattarella, infatti, appare preoccupato dalla deriva che la vicenda potrebbe prendere, sottolineando come sia essenziale che le istituzioni mantengano un dialogo costruttivo e non approfondiscano i solchi già esistenti.

Il caso albanese ha sollevato interrogativi non solo a livello nazionale, ma anche europeo. La gestione dei flussi migratori è un tema che riguarda tutta l’Unione, e l’Italia è già sotto i riflettori per le sue politiche migratorie. Un eventuale scontro con la Corte di Giustizia Ue potrebbe avere ripercussioni non solo giuridiche, ma anche politiche ed economiche. In questo contesto, la capacità di mediazione di Meloni sarà messa alla prova, così come la sua abilità nel gestire i rapporti con le altre istituzioni.

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