La crisi tedesca è per ora solo rimandata al quattro luglio: il ministro dell’interno tedesco Horst Seehofer, che nella notte ha minacciato le dimissioni sia dal dicastero sia dal ruolo di segretario della CSU, ha teso un ramoscello d’ulivo alla cancelliera Angela Merkel per cercare una soluzione comune e mantenere in essere l’alleanza della Grande Coalizione, al governo da appena quattro mesi dopo i sei di negoziati successivi alle elezioni.
Oggetto del contendere la questione dei migranti: Seehofer ha ritenuto insufficienti i risultati ottenuti dalla Merkel durante l’ultimo consiglio europeo sui movimenti secondari, tema molto caro alla Germania. Il falco bavarese ha insistito sulla necessità dei respingimenti immediati al confine, questione su cui la cancelliera non ha raggiunto un’intesa con gli altri paesi.
Angela Merkel ha fatto sapere che i tempi non erano ancora maturi per un accordo con Roma sui migranti, ma che rimane aperto il dialogo: “per ora non era possibile, il primo ministro italiano ha spiegato che l’Italia si è sentita piantata in asso da molti, per anni”.
È prevista per il pomeriggio una riunione tra Cdu e Csu per evitare la rottura all’interno della Grande Coalizione e, fa sapere Dpa, insieme a Merkel e Seehofer c’è anche il presidente del Bundestag, Wolfgang Schaeuble, che tenterà di mediare tra le due posizioni.
“La stabilità del governo non è in discussione, e neppure la fine del gruppo parlamentare comune è la strada giusta”, ha detto il presidente della Baviera, Markus Söder. “Noi riteniamo che ci sia bisogno di maggiore sicurezza sulle frontiere. Siamo pronti al compromesso, come bisogna essere in politica”, ha assicurato Söder tentando di ricucire lo strappo.
I cristiano-democratici hanno fatto sapere di sposare la linea europea di Angela Merkel, affermando che i respingimenti unilaterali dei migranti non sarebbero la soluzione giusta: inoltre, secondo i sondaggi, il 65% della popolazione afferma di essere dalla parte della cancelliera.
La politica intransigente di Seehofer si inserisce nella strategia elettorale in vista delle elezioni in Baviera del prossimo ottobre, scadenza entro la quale il ministro dell’interno tedesco dovrà recuperare i voti persi a destra a favore del partito estremista AfD.