Migranti, un pasticcio è dire poco. I giudici bocciano il modello Albania e il governo ricorre. La premier Giorgia Meloni è furente. Di certo, al momento, c’è che sono tornati oggi in Italia a bordo di una nave militare i dodici migranti per i quali il Tribunale di Roma non ha convalidato il trattenimento nel centro italiano per i rimpatri in Albania. Sono approdati a Bari e, sebbene la loro richiesta di asilo sia stata già respinta, avranno 14 giorni di tempo per fare opposizione. Ricorre intanto il governo di destra a trazione Meloni contro la decisione del Tribunale. La presidente del Consiglio, assieme alla Lega, accusa la “sinistra giudiziaria’. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, avvisa le toghe alzando, così, l’asticella della tensione. Il Pd reagisce, chiede le dimissioni del Guardasigilli e accusa il governo di voler interferire con il potere giudiziario. L’Ue, in tutto ciò, “è in contatto con le autorità italiane”. Convocato per lunedì un Consiglio dei ministri ad hoc: si va verso un decreto legge.
Migranti, i toni si alzano con le parole di Nordio
Passano le ore, e nel giorno del previsto rientro in Italia dei migranti i toni si alzano ancora di più. È lo stesso Guardasigilli, Nordio, a parlare senza giri di parole di “sentenza abnorme” e di una magistratura che “esonda dai propri poteri”. Nel mentre, il vicepremier Matteo Salvini riunisce d’urgenza i vertici della Lega e annuncia una mobilitazione contro “l’attacco all’Italia e agli italiani sferrato da una parte di magistratura politicizzata”. Le opposizioni fanno muro e stigmatizzano lo scontro messo in atto dall’esecutivo contro un “potere autonomo e indipendente”. La segretaria del Pd, Elly Schlein, avverte: “Nessuno è al di sopra delle leggi, tantomeno il governo”.
Migranti in Albania, cosa è successo: l’ira di Meloni
Per Meloni, dunque, si tratta, ancora una volta, di un atto “pretestuoso” e pure “arrogante”. Che cerca di bloccare l’azione del governo. In un punto stampa a Beirut la premier lascia trasparire tutta la sua irritazione per una decisione “pregiudiziale” della magistratura, che ha bocciato i trasferimenti dei primi migranti nei centri in Albania. Un protocollo di cui l’Italia punta a fare un modello europeo, sostenuta dalla stessa presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen.
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Migranti in Albania: verso un decreto legge?
Per correre ai ripari già nel Consiglio dei ministri di lunedì Meloni ha annunciato nuove norme (puntando, tra l’altro, a velocizzare l’esame delle domande di asilo e, forse a rivedere i meccanismi dei ricorsi, l’ipotesi è un decreto legge, quindi subito operativo, che intervenga sui “Paesi sicuri”). Le nuove regole dovranno ribadire – in punta di diritto – che spetta al governo, non ai giudici, indicare quali siano i Paesi sicuri. Altrimenti, è il ragionamento che si fa in queste ore ai piani alti dell’esecutivo, nessuna azione di contrasto all’immigrazione illegale sarà più concretizzabile. In sostanza sarà impossibile attuare una “politica di difesa dei confini“. Una “forzatura”, una azione che travalica gli argini, che “scavalca ogni prerogativa di governo e Parlamento”, sono le analisi che rimbalzano tra gli esponenti dell’esecutivo.
Migranti in Albania, è scontro governo-toghe
A fare innervosire non è solamente l’ordinanza del tribunale di Roma, contro la quale è già pronto il ricorso, ma anche il fatto che fosse già stata anticipata il giorno prima da esponenti della “sinistra”. Altro elemento che confermerebbe, secondo i meloniani, che c’è una parte della magistratura politicizzata. Che la decisione sia “pregiudiziale”, dice peraltro la stessa premier, “lo dimostra” il fatto che “alcuni di questi giudici avevano criticato l’accordo con l’Albania ancora prima di entrare nel merito”, oltre appunto all’anticipo da parte di “esponenti del Partito democratico“. Un fatto, sottolinea Meloni, che non può non “colpire”.
Scintille tra Guardasigilli e opposizioni: cosa hanno detto
Intanto, in attesa di capire come si muoverà lunedì il Cdm, il titolare della Giustizia Nordio conferma: “Interverremo con provvedimenti legislativi“. Nordio premette: “Da ex magistrato riterrei quasi sacrilego pensare che il governo a cui appartengo dichiari guerra alla magistratura, come peraltro non è e non sarà mai”. Detto questo, “se la magistratura esonda dai suoi poteri, come in questo caso attribuendosi delle prerogative come quella di definire uno Stato sicuro, allora deve intervenire la politica, perché la politica esprime la volontà popolare”. Insomma, sottolinea, la reazione del governo alla sentenza “non è contro la magistratura, ma contro il merito di questa sentenza”, “sentenza che non solo non condividiamo ma la riteniamo addirittura abnorme”. “Sono questioni di alta politica che non dovrebbero essere lasciate alla magistratura e non saranno lasciate alla magistratura”, assicura infine il Guardasigilli.
Di tutt’altro avviso la leader dem, Schlein, che giudica “gravissimo lo scontro istituzionale alimentato dal governo contro la magistratura per coprire la loro incapacità. Non è colpa dei giudici né delle opposizioni se non sanno leggere le leggi e le sentenze”. La segretaria del Pd arriva al paradosso: “Non pensino di poter aggirare la sentenza perché per aggirare una sentenza della Corte di giustizia dell’Ue dovrebbero uscire dall’Unione europea”.
Migranti in Albania, cosa fa l’Europa?
L’intoppo dei trasferimenti in Albania è seguito con attenzione anche da Bruxelles, ma a Palazzo Berlaymont non si respira aria di allarme visto che il dispositivo, ragionano con l’Ansa fonti vicini al dossier, ad una prima lettura non sembra riguardare in sé il protocollo con l’Albania ma la definizione dei Paesi sicuri. Un nodo, quest’ultimo, su cui potrebbe arrivare un intervento europeo, finalizzato a dare una nuova definizione, appunto, di Paese sicuro. Il punto di riferimento resta il Patto di Migrazione e asilo nel quale, rispetto alle norme vigenti, c’è una sostanziale novità: affinché un Paese sia sicuro, basta che lo sia “in parte”. Il vulnus, quindi, non sarebbe nel Protocollo Albania che, per la presidente della Commissione, resta valido e percorribile. Non a caso, fonti dell’esecutivo Ue, interpellate sulla decisione dei giudici italiani, si limitano ad una serena presa d’atto”.
Politicamente la questione resta comunque delicata: alla vigilia delle audizioni per la conferma dei nuovi commissari Ue la tensione, in particolare con i socialisti e Renew, era alta sin da prima e il dossier migranti non può che inasprire gli animi. Berlino e Madrid si erano già chiamati fuori e pure Parigi, dopo un iniziale tentennamento, ha chiarito che “il modello Albania non è trasferibile in Francia”.
Migranti, anche Elon Musk entra nella polemica
“Insane”, ossia folle, assurdo, insensato: con questo aggettivo in un tweet Elon Musk, commenta il messaggio di un altro utente di X che, a proposito della decisione del tribunale di Roma sui migranti in Albania, sosteneva che “difendere i confini di una nazione non dovrebbe essere un crimine”, pubblicando anche il video con cui la premier Meloni ha criticato la scelta dei giudici. Un mese fa il patron di Tesla e X con toni simili difese il vicepremier Matteo Salvini, quando al processo Open Arms si è tenuta la requisitoria nei suoi confronti: “Quel pazzo pubblico ministero – scriveva Musk il 14 settembre in un tweet – dovrebbe essere lui quello che va in prigione per 6 anni, questo è pazzesco”.
Aggiornamento delle ore 18.35