La soluzione alla crisi dei migranti sembra ancora lontana. Nel vertice tra i ministri degli esteri europei, in programma a Lussemburgo nella giornata, si discuterà della proposta di una nuova ripartizione, di almeno 120mila ulteriori migranti, avanzata dalla commissione europea.
Una proposta che, sin da adesso, promette di provocare un frattura netta tra due blocchi principali. Da una parte quello formato da Francia e Germania, a cui si è unita anche l’Italia, che chiedono di rivedere il sistema d’asilo, aprendo alla ridistribuzione dei rifugiati.
Dall’altra parte, invece, il fronte contrario alle quote di ridistribuzione, formato dai Paesi dell’Europa Orientale: Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Sulla situazione dei migranti è arrivato anche il commento del Pentagono, attraversato uno dei massimi vertici delle Forze Armate Usa Martin Dempsey, secondo cui l’esodo di migranti e rifugiati dalla Siria e dal Nordafrica verso l’Europa è “una emergenza enorme, una crisi reale”.
Un tema, dunque, che è stato affrontato ed è considerato preminente anche negli Usa, che sottolineano la necessità per tutti di agire “sia unilateralmente che con gli alleati” per fare fronte ad una crisi che, secondo Dempsey, potrebbe durare “ancora vent’anni”.
Intanto l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), Antonio Guterres, ha lanciato un appello per la ripartizione di almeno 200mila richiedenti asilo in Unione Europea e ha sottolineato che tutti i membri dell’Ue dovrebbero avere l’obbligo di partecipare a questo programma.
“Le persone che hanno una richiesta di protezione valida (…) dovrebbero conseguentemente beneficiare di un programma di ricollocamento di massa, con la partecipazione obbligatoria di tutti gli stati membri dell’Ue. Una stima preliminare sembra indicare il bisogno potenziale di accrescere le opportunità di reinsediamento a 200mila posti”, ha scritto Guterres in una nota.