L’ondata di migranti dai nuovi paesi membri dell’EU, in particolare dall’Europa dell’est, a partire dal 2004 è considerata la causa principale del voto popolare per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. Per la nuova politica per l’immigrazione da adottare appena liberati dall’ingerenza europea, il governo pro-Brexit ha creato un gruppo di lavoro indipendente (MAC, Migration Advisory Committee) per studiare gli effetti dell’immigrazione dall’Europa sull’economia e la società britannica e su come allineare un nuovo sistema d’immigrazione a una moderna strategia industriale. I risultati di questo studio sono utili per tutti i paesi che hanno subito negli ultimi anni una forte immigrazione che non è stata accettata dalla popolazione, com’è anche il caso dell’Italia.
Poiché le raccomandazioni del rapporto per quanto riguarda i migranti europei possono venir cambiate dalle negoziazioni in corso tra UK e EU, non mi soffermerò su queste, ma sull’impianto generale. Gli estensori del rapporto MAC sono coscienti del fatto che esistono limiti all’evidenza empirica, ma non rinunciano all’approccio basato sui dati per rispondere alle domande assegnate. Sono anche coscienti che l’immigrazione sia un’area di forti convinzioni, ma i dati non cambiano se sono urlati. Inoltre, i risultati sono influenzati da numerosi fattori oltre all’immigrazione e tutti devono essere considerati: ad esempio dopo Brexit la caduta della sterlina ha fatto aumentare i prezzi ben più dei migranti.
MAC doveva rispondere a molte domande: quali effetti dell’immigrazione sui salari e la disoccupazione dei cittadini britannici, sulla produttività, l’innovazione, l’apprendimento, i prezzi al consumo e i prezzi delle case, la finanza pubblica, l’allocazione della spesa pubblica e i crimini. Pur aggiornando tutti i dati, non risulta alcun impatto, o minimo, sull’occupazione e la disoccupazione dei lavoratori del paese. Alcuni dati mostrano un lieve impatto negativo sui salari nei lavori low skill e positivo per i salari high skill, ma entrambi gli effetti sono minimi. MAC ha analizzato anche l’impatto dell’immigrazione sulla produttività: mentre non trova effetti dell’immigrazione totale sulla produttività e l’innovazione, trova un effetto positivo dell’immigrazione high skill.
L’effetto sui prezzi è diversificato: l’immigrazione ha ridotto i prezzi della cura alla persona e aumentato i prezzi delle case, soprattutto dove le regole urbanistiche limitano la costruzione. Il presidente del MAC , prof. Alan Manning, ha riportato che gli immigrati hanno contribuito alle entrate dello Stato con il pagamento delle tasse e i contributi al sistema sanitario nazionale più di quanto hanno preso in sussidi, contrariamente alle fake news dei sovranisti aggiungiamo noi. Il livello medio di reddito familiare al quale il contributo fiscale è positivo è di circa 30.000£, ma dipende anche dall’età dei migranti, che sono in grande maggioranza nel pieno dell’età lavorativa, né bambini né pensionati. Per quanto riguarda i servizi pubblici, ai servizi sanitari e sociali i migranti contribuiscono con lavoro e contributi più di quanto prendono. Nella scuola invece i figli dei migranti sono in numero maggiore dei lavoratori migranti nel settore.
Ma questo non ha abbassato la qualità dell’educazione dato che in media gli studenti che hanno l’inglese come seconda lingua riescono meglio dei nativi nei test scolastici. Nell’assegnazione di alloggi popolari, i migranti sono in concorrenza con i nativi, a causa della scarsità di nuove costruzioni. Per quanto riguarda la sicurezza, non c’è nessun legame tra migranti e aumento dei crimini in Inghilterra e nel Galles. Infine, il rapporto nota che l’immigrazione ha fatto crescere alcuni settori dell’economia inglese che senza i migranti non potranno continuare a crescere allo stesso ritmo. Ma la conclusione NON è di lasciare i confini aperti, al contrario MAC propone di riprendere il controllo dei propri confini per selezionare i migranti sulla base di high e medium skills e non solo dall’Europa, ma da tutto il mondo. Solo per l’agricoltura, i migranti con bassa professionalità potranno essere accettati, ma il MAC chiede un salario minimo per incoraggiare l’aumento della produttività e un aumento dei salari in questo settore.
Infatti, mentre l’arrivo di lavoratori poco specializzati pronti ad accettare salari più bassi dei lavoratori locali ha favorito alcune industrie, non sono queste le industrie che faranno crescere l’economia inglese nel futuro perché essendo a bassa produttività, non garantiscono la crescita potenziale e nascondono sacche di rendita e inflazione che ostacolano la crescita. MAC propone quindi di bloccare questa immigrazione permettendo soltanto il ricorso a immigrati già presenti sul territorio. Una raccomandazione che ha suscitato la protesta degli industriali di quelle industrie che già chiedono transizioni soft al blocco dell’immigrazione prospettato. I settori ad alta produttività hanno invece profittato degli immigrati ad alta professionalità che lasciano i paesi ostili al merito e alle competenze, come l’Italia. Sono queste le industrie che si vogliono favorire poiché garantiscono la crescita futura degli standards di vita britannici.
I migranti ad alta professionalità sono indispensabili alla crescita del paese e vanno incoraggiati, da ovunque nel mondo. Il MAC propone di mantenere il salario-soglia di £30.000 che garantisca l’alta professionalità del migrante. Adattando questo approccio all’Italia, la politica dell’immigrazione dovrebbe articolarsi in una entrata selettiva, con molteplici indicatori, per i lavoratori low skill necessari . Per favorire le professionalità high skill occorrono invece misure per l’aumento della produttività che incoraggino il rientro dei giovani high skill che abbiamo perso a favore di UK, Germany, etc…