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Migranti, dazi ma anche rebus Italia: mercati in tensione

Lo scontro che domina la scena internazionale sia sull’emergenza migranti che sui dazi inquieta i mercati ma sull’Italia e sull’impennata del suo spread pesano anche le mosse anti-euro della Lega – Due novità controcorrente: accordo sulla Grecia e intesa sul petrolio

Migranti, dazi ma anche rebus Italia: mercati in tensione

Emigrazione e dazi. Si annuncia un fine settimana ad altissima tensione per gli equilibri planetari. Corrono parole di fuoco in Europa alla vigilia di un vertice che, accantonato il piano franco-tedesco, sembra destinato al fallimento o ad un faticoso compromesso. Un modo amaro per festeggiare la fine dell’emergenza greca sancita dall’Eurogruppo: dopo otto anni è finita l’era della Troika. L’accodo prevede l’estensione delle scadenze dei rimborsi di dieci anni su 97 miliardi di prestiti relativi al secondo intervento di salvataggio.

Il tema migranti tiene banco anche nella famiglia di “separati in casa” più famosi: Melania Trump vola ai confini per solidarietà con i figli dei migranti, Donald sfodera di nuovo i toni duri. Il grande caos sui migranti contribuisce a diffondere il grande freddo che si è impadronito dei mercati finanziari, sotto la morsa della guerra dei dazi. L’allarme sugli utili lanciato da Daimler, la prima vittima importante delle guerre commerciali, sta diffondendo il contagio un po’ ovunque, a partire dall’Asia. Bmw ha anticipato che, data la situazione, dovrà esaminare “opzioni strategiche”.

  • Perde colpi stamane la Borsa del Giappone, in calo dell’1%. Toyota, che come Daimler produce i suoi SUV per la Cina in Kentucky, è in calo del 2,9%.
  • In ribasso anche gli altri listini asiatici. Hong Kong -3,9% in settimana, è ai minimi da sei mesi, quello dei Paesi emergenti da nove mesi. Taipei lo 0,5%, mentre l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen, dopo un avvio in ribasso, ha invertito la rotta e ora segna un rialzo dello 0,2%.
  • Sulla parità Seoul, in lieve calo Mumbai. Anche l’India si è aggiunta ai Paesi che hanno alzato i tassi sull’import dagli Usa, in risposta alle tariffe imposte su alluminio ed acciaio. Ma Washington non cambia rotta nonostante oggi scattino le ritorsioni Ue. S’ avvicina intanto il 6 luglio, data d’avvio dei muovi dazi  sulle merci cinesi.
  • ll dollaro schiaccia lo yuan cinese, il cross sale sui massimi da gennaio a 6,50. Morgan Stanley ritiene che la perdita di valore dello yuan, così come delle valute delle economie emergenti, continuerà anche nella  seconda parte dell’anno.
  • La valuta Usa si impone sulle valute emergenti, mentre arretra sull’euro, a 1,161.

DOW JONES, OTTAVO RIBASSO DI FILA. AMAZON PAGHERA’ LE TASSE

Anche i mercati Usa sono in discesa. L’indice Dow Jones -0,8% ha chiuso in ribasso per l’ottava seduta consecutiva. S&P 500 – 0,63%, Nasdaq -0,88%.

Ad accelerare la discesa ha contribuito una storica sentenza della Corte Suprema: con cinque voti a favore e quattro contrari i giudici hanno detto “sì” alle tasse sulle vendite sul web, anche nel caso in cui il rivenditore non abbia una presenza fisica nello Stato in cui l’acquisto è effettuato. Amazon ha lasciato sul terreno l’1,9%, e Bay -3,2%.

Tonfo di Intel -2,4% dopo il licenziamento di Brian Krzanich. Il ceo colpevole di aver intrattenuto una relazione con una dipendente (consenziente), violando così il codice interno.

Ma i ribassi sono per lopiù legati al nodo dei dazi: Caterpillar – 2,52%, Boeing– 1,5%. In forte calo i titoli automotive (.1,8% l’indice di settore): Gm-2%, Ford -1,4%. Tesla -4,66%.

ACCORDO SUL PETROLIO. UN MILIONE DI BARILI IN PIU’

Risale stamane il petrolio: il  Brent tratta a 74.00 dollari al barile (+1,3%), il Wti a 66,42 (+1,35%). Stamattina, al termine di una maratona notturna, i membri dell’Opec riuniti a Vienna, hanno affermato di aver trovato un accordo di massima su un incremento di un milione di barili al giorno. Il rappresentante dell’Iran, Bijan Zanganeh ha provato in tutti i modi ad opporsi all’aumento della produzione, ad un certo punto della notte ha lasciato il meeting. Ma stamattina il ministro del petrolio dell’Oman ha invece detto che l’Iran dovrebbe adeguarsi.

A Milano ieri Eni -1,7%, Saipem  -1,9%.In terreno positivo Tenaris.

MILANO MAGLIA NERA, L’ALLARME DAIMLER GELA I LISTINI 

Tanti fattori in una volta sola hanno contribuito a riportare l’incertezza sulle borse europee. Un ruolo-chiave l’ha avuto il warning di Daimler Daimler a causa dei nuovi dazi per l’import delle auto esportate dagli Stati Uniti verso la Cina. Ma gli altri ingredienti più indigesti arrivano ancora una volta dall’Italia, maglia nera di giornata: tra questi le nomine ai vertici di commissioni parlamentari chiave di Claudio Borghi, che vuole Mps stabilmente in mano pubblica, e di Alberto Bagnai, contrario alla riforma del credito cooperativo e delle Popolari. Due scelte sufficienti ad azzerare l’effetto positivo dei progressi sulle sofferenze bancarie. Ma sui mercati ha pesato ancor di più l’attesa delle ritorsioni di Donald Trump  contro i dazi europei in vigore da oggi, in coincidenza con i dati Pmi dell’eurozona, che non promettono nulla di buono.

MILANO MAGLIA NERA. LAGARDE (FMI): L’ITALIA E’ UN REBUS

  • Milano, dopo una partenza in rialzo, ha lasciato sul terreno il 2,02%  a quota 21.673 punti, ai minimi da due settimane su scambi per 2,5 miliardi .
  • Il Fondo monetario internazionale sta cercando maggior chiarezza dal nuovo governo italiano sui suoi piani economici. Lo ha detto ieri il direttore dell’Fmi Christine Lagarde: “Non sappiamo ancora quale sia la politica economica generale che l’Italia applicherà”. “Sentiamo – ha aggiunto – alcune dichiarazioni rassicuranti in termini di disciplina fiscale, trend di calo del debito, ma i mercati sono piuttosto nervosi”. Un team di esperti dell’Fmi sarà in Italia tra due settimane per una visita già programmata.

BANK OF ENGLAND, CRESCONO I FALCHI. ROMA SPAVENTA ZURIGO

  • In rosso anche gli altri listini: Parigi -1,05%, Madrid -0,83%. Francoforte -1,44% sotto la pressione del settore auto.
  • In profondo rosso  Zurigo -1,11%: la banca centrale svizzera non ha toccato i tassi.  L’incertezza politica che circonda il nuovo governo anti-establishment italiano, secondo il governo elvetico, potrebbe accumulare rinnovate pressioni rialziste sul franco svizzero e danneggiare la crescita economica del paese.
  • Londra -0,93%. La Banca d’Inghilterra ha lasciato invariati i tassi al termine della riunione di politica monetaria, ma a sorpresa il suo capo economista, Harry Haldane,  si è aggiunto alla minoranza dei membri del board che chiedeva un rialzo.

SPREAD A 241 DOPO LE NOMINE DI BORGHI E BAGNAI

“Dato che tutti sapevano che saremmo stati nominati, questa è la dimostrazione che (i mercati) non sono capaci di ottenere informazioni ovvie o non sono capaci di incorporarle nei prezzi”. Così Alberto Bagnai ha commentato l’allargamento dello spread iniziato subito dopo la sua designazione e quella di di Claudio Borghi  alla guida della commissione Finanze del Senato e del Bilancio alla Camera.

La tendenza si è accentuata nel corso della seduta: la forbice Btp/Bund si è allargata fino a 243,9 punti (record dall’11 giugno) prima di chiudere a 241 punti base.

SCHIZZANO I BTP 2, ALL’ASTA 3 MILIARDI DI  CTZ

Il rendimento del Btp a due anni schizza a 0,86%, +32 punti base.

In occasione dell’asta di martedì prossimo 26 giugno, primo appuntamento con i collocamenti di fine mese, il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori un totale tra due e 3 miliardi di euro di nuova carta tra Ctz e Btp indicizzati.

A PIAZZA AFFARI AUTO E BANCHE IN DISCESA LIBERA

Sul mercato azionario le vendite hanno prevalso in tutti i settori, a partire dall’automotive dopo la miccia innescata dal profit warning di Daimler – 4,32%. L‘indice europeo di settore cede il 3,2%.

A Milano Fiat Chrysler -4,17%, torna ai livelli di di inizio aprile.  Brembo -2%, Ferrari -1,5%. Tiene Cnh Industrial -0,48%.

Bancari sui minimi di giornata. Il settore, colpito dall’aumento dello spread, lascia sul terreno il 2,4% un punto in più dell’indice europeo.  Unicredit -3,2% ha concluso un accordo con MbCredit Solutions per la cessione pro-soluto di un portafoglio di crediti in sofferenza. Intesa Sanpaolo  -1,9%. Ubi -3,7%. Mediobanca -1%.

Il Comitato Esecutivo di Banco Bpm -1,7% ha approvato un finanziamento pari a 385 milioni di euro a favore di Vittoria Capital finalizzato a supportare la società nell’offerta pubblica di acquisto e scambio promossa sulla totalità delle azioni ordinarie di Vittoria Assicurazioni.

PRYSMIAN -4,3% RINVIA  A SETTEMBRE LA SEMESTRALE

Da segnalare anche il tonfo di Prysmian  -4,3%, il titolo  peggiore del listino. Ha spostato a settembre la pubblicazione dei dati del primo semestre. Inoltre, la società ha diffuso ieri sera le nuove previsioni di medio periodo, quelle che incorporano l’acquisita General Cables che sarà incluso nel conto economico 2018 per un periodo di 7 mesi.

Ancora sotto tiro Salvatore Ferragamo -3,12% dopo il collocamento di una quota ceduta dalla finanziaria capogruppo. Tiene Moncler -0,18%.

MONDADORI E OVS, RIMBALZI FUORI DAL CORO

Fuori dal paniere principale.

Ovs  +6%. Ha chiuso il primo trimestre del suo esercizio fiscale con ricavi in leggero rialzo (+2%) a 321 milioni di euro. Al netto della svalutazione della partecipata svizzera Sempione, l’Ebitda rettificato è pari a 30 milioni di euro, poco meglio delle attese. I vertici promettono che i guai di Sempione sono finiti.

Mondadori
+6%, in decisa controtendenza alla giornata negativa. Equita ha alzato il giudizio dopo un incontro con i vertici.

 

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