La Sec non è contenta della Microsoft. Ha chiesto spiegazioni. Primo, perché la quota di profitti nei paesi con basse imposte è molto più alta della quota di vendite negli stessi paesi? Secondo, perché la Microsoft, pur avendo 50 e passa miliardi di dollari di liquidità, emette obbligazioni? Sembrerebbero domande che possono interessare più all’Irs (l’Agenzia delle Entrate americana) che alla Sec, ma tant’è. Sulla prima domanda la Microsoft ha candidamente risposto che incanala le vendite nei paesi a bassa tassazione. Il che è appunto la strategia di minimizzazione del carico fiscale sulla quale l’Irs avrebbe qualcosa da ridire (gli arrangiamenti fatti col solo scopo di pagare meno imposte sono solitamente guardati con sospetto dal fisco). Sul secondo punto la risposta è stata più articolata. Dato che la maggior parte dei 50 e passa miliardi sono detenuti all’estero e dato che rimpatriarli vorrebbe dire pagare più imposte, la Microsoft decide di tenerli fuori e finanziare i suoi bisogni (vedi l’acquisto di Skype per 8,5 miliardi di dollari) sul mercato dei capitali Usa.
http://ftalphaville.ft.com/thecut/2011/06/07/586851/sec-prods-microsofts-offshore-cash/?ftcamp=crm/email/201167/nbe/AlphavilleHongKong/product
http://www.ft.com/intl/cms/s/2/0880cd54-90a1-11e0-9531-00144feab49a.html#axzz1OdyuZlgC
Microsoft incanala molti dei suoi utili all’estero, dove paga meno tasse. Ed emette bond negli Usa
La strategia non piace molto alla Securities and Exchange Commission che ha chiesto spiegazioni. La risposta è stata semplice: riportare in patria quei capitali costa. Meglio usarli per fare shopping. Come è successo con Skype