I mercati finanziari appaiono ”troppo costosi” e con troppe regole. A sostenerlo è Stefano Micossi, direttore generale di Assonime, che si è espresso così al convegno dedicato al futuro dei mercati finanziari europei promosso alla Borsa di Milano dall’Associazione delle società per azioni. Secondo Micossi, infatti, allo stato attuale ”c’è una fuga di investitori qualificati in parte dovuta ai vincoli normativi che sussistono nei loro confronti”.
Il problema, secondo il dg di Assonime, è che ”la maggior parte dei flussi finanziari non sono stati investiti direttamente nelle società quotate, ma piuttosto in trading ad alta frequenza e in prodotti finanziari derivati, che aumentano la liquidità e la copertura del rischio ma hanno pochi effetti sulle società quotate e sull’economia reale, in particolare per quanto riguarda le Pmi”.
Fra gli altri effetti negativi citati da Micossi, anche la difficoltà per le società quotate ”ad avere un quadro chiaro della loro compagine azionaria. La liquidità, infatti, è stata indirizzata verso nuove piattaforme, e dopo la concentrazione delle attività di trading nelle borse non è emerso nessun sistema per garantire informazioni sulle attività pre e post trading”. La ricetta di Assonime è quella di ”creare un ambiente normativo dove i costi siano proporzionati ai volumi di accesso ai benefici”.