La venticinquesima edizione di Miart conferma un’identità costruita sul dialogo tra passato e presente, tra moderno e contemporaneo, tra tradizione e sperimentazione, nella convinzione che il nostro tempo possa essere letto in modo più nitido attraverso la lente della storia. Le due sezioni principali della fiera – Established Masters ed Established Contemporary –con la partecipazione di 107 gallerie sottolineano ulteriormente la centralità di questa manifestazione che in Italia presenta la più ampia offerta cronologica.
Tra gli higlights della sezione Established Masters, la galleria Gomiero (Milano) presenta una serie di preziosi arazzi realizzati da Herta Ottolenghi Wedekind (1885-1953), una delle più spiccate personalità femminili d’avanguardia del primo Novecento (nonché, assieme al marito Arturo Ottolenghi, filantropa e sostenitrice di attività artistiche). Mentre numerose creazioni dell’artista si trovano al Metropolitan Museum di New York, il Louvre di Parigi e il Victoria&Albert Museum di Londra, gli arazzi — realizzati con un procedimento tra l’artigianale e l’industriale — non sono mai stati presentati al pubblico. Completa la mostra un volume che ripercorre i momenti salienti della vita della donna, attraverso documenti e scritti autobiografici inediti.
Montrasio Arte (Milano – Monza) presenta invece un solo show dedicato a Dennis Oppenheim (Electric City, 1938 – New York, 2011), noto per la sua attività nel campo della performance art, Land Art e video art. La galleria espone una ricca selezione di sculture dal suo studio newyorkese, che offrono un ritratto della creatività dell’artista nel corso di tutta la sua produzione. Tra queste, l’imponente Western Piece (1999), straordinaria composizione di corpi di cavalli color verde-prateria, di dimensioni diverse, che si attraversano e si intrecciano.
L’artista Mirko Basaldella (Udine, 1910 – Cambridge, 1969) è invece protagonista dello stand di Copetti Antiquari (Udine), che presenta una selezione di opere pittoriche e scultoree. Tra i lavori principali, quattro porte in legno intagliate con nature morte, realizzate nel 1954 per il teatro della Triennale di Milano. Il progetto, che non è mai stato portato a compimento, prevedeva venti pannelli lungo tutta la parete dello scalone d’onore nel Palazzo dell’Arte della X Triennale, illuminati da un soffitto di dischi colorati in vetro soffiato su disegno di Giuseppe Capogrossi (mentre sul pavimento si sarebbe trovata una stuoia disegnata da Giuseppe Ajmone).
Se la sezione Masters si distingue per i numerosi stand monografici, in Established Contemporary sono invece presenti numerosi duetti — ovvero accostamenti tra due artisti rappresentati da singole gallerie — come, ad esempio, l’avvicendamento proposto da ZERO… (Milano) tra due talenti italiani appartenenti a generazioni tra loro consecutive: Massimo Grimaldi (Taranto, 1974) e Riccardo Benassi (Cremona, 1982). Non mancano tuttavia anche affascinanti dialoghi di artisti tra loro coetanei ma provenienti da contesti ed esperienze apparentemente distanti — come quello tra Nathlie Provosty (Cincinnati, 1981) e Ibrahim Mahama (Tamale, Ghana, 1987) proposto da APALAZZOGALLERY (Brescia), oppure quello tra Svenja Deininger(Vienna, 1974,) e Andrea Sala (Como, 1976) nello stand di SCHIAVO ZOPPELLI GALLERY (Milano).
Degna di nota è anche la scelta di alcune gallerie di affidarsi a curatori esterni per il proprio progetto espositivo. Lo stand di Lange + Pult (Zurigo – Auvernier), ad esempio, sarà curato dall’artista Mathieu Mercier (Conflans-Sainte-Honorine, Francia, 1970) il quale, partendo dal proprio interesse per il Modernismo e le avanguardie artistiche, allestirà una selezione di lavori propri e di — tra gli altri — Alfredo Aceto (Torino, 1991), Justin Adian (Fort Worth, USA, 1976), Sylvie Fleury (Ginevra, 1961), e OlivierMosset (Berna, 1944). O Galleria Fumagalli (Milano) che — in occasione dei 30 anni di carriera di Annamaria Maggi, alla guida della galleria dal 1991 — ha invitato il critico ungherese Lóránd Hegyi a immaginare una corrispondenza tra le opere di Maurizio Nannucci (Firenze, 1939) e di Thorsten Brinkmann (Herne, Germania, 1971).
Infine, il design — rappresentato trasversalmente e presente in tutte le sezioni della fiera — svolge un ruolo da protagonista anche in Established Contemporary, grazie a numerose giovani realtà e a importanti ritorni, nuovi interpreti e realtà storiche. Come, ad esempio, Galleria Rossella Colombari (Milano), che — per omaggiare i 40 anni di attività dell’omonima gallerista — ricreerà una “stanza delle meraviglie” mettendo a confronto due artisti italiani di generazioni diverse come Bruno Gambone (1936) e Antonio Marras (1961). Oppure Officine Saffi (Milano), che presenta le opere di cinque ceramiste danesi — Marie Herwald Hermann, Pernille Pontoppidan Pedersen, Turi Heisselberg Pedersen, Aya Simone BækhøjSchmidt, e LoneSkov Madsen — ponendo l’attenzione sul ruolo femminile nella sperimentazione contemporanea sulla ceramica, oltre che sulla Danimarca — uno dei centri di eccellenza meno conosciuti di questo materiale.