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Mezzo Pd ad Alfano: vicepremier sì, Viminale no

Ieri sera la tribolata segreteria dei democratici ha raggiunto questa conclusione: no alla sfiducia al ministro Alfano, ma pressing affinché faccia un passo indietro e riconosca la propria responsabilità oggettiva nel caso Shalabayeva – Epifani dovrà convincere Letta che l’avvicendamento al Viminale è possibile, senza escludere il rimpasto di governo.

Mezzo Pd ad Alfano: vicepremier sì, Viminale no

Far dimettere Angelino Alfano da ministro degli interni, ma consentirgli di restare vicepremier. Il segretario del Pdl si assumerebbe così la responsabilità del caso Shalabayeva e al contempo il Governo Letta potrebbe evitare la crisi. Questo il progetto maturato in una parte del Partito Democratico, soprattutto nella corrente più vicina a Matteo Renzi. 

Le possibilità che vada in porto, tuttavia, non sono molte: da una parte perché il partito di Berlusconi ha già ribadito più volte che non accetterà alcuna ripercussione su Alfano per la vicenda kazaca, dall’altra perché gli stessi vertici del Pd sembrano intenzionati ad archiviare la questione in modo da evitare qualsiasi strappo nella maggioranza. “Ho letto attentamente la relazione di Pansa, da cui emerge l’estraneità di Alfano”, ha detto il Presidente del Consiglio.

D’altra parte, lo stesso Renzi ha mitigato di recente le sue posizioni, sostenendo che far cadere il Governo sarebbe inutile, dal momento che non si tornerebbe immediatamente alle urne. Finché non sarà varata una nuova legge elettorale, il Capo dello Stato farà di tutto per evitare di sciogliere le Camere.  

Il sindaco di Firenze non ha rinunciato però all’attacco: “Comunque, io non sarei candidabile, non andrò mai a Palazzo Chigi con manovre di Palazzo – ha scritto –. Se molti dirigenti del Pd non vogliono che mi candidi, va bene. Se vogliono tenersi il partito, va bene. Se preferiscono perdere le elezioni pur di mantenere una poltrona, va bene. Ma mi vergogno per il Pd, se usano una bambina di 6 anni per regolare i conti tra le correnti del partito”.

Insomma, ieri sera la tribolata segreteria dei democratici ha raggiunto questa conclusione: no alla sfiducia al ministro Alfano, ma pressing affinché faccia un passo indietro e riconosca la propria responsabilità oggettiva nel caso Shalabayeva. A questo punto il segretario Guglielmo Epifani dovrà convincere il premier Enrico Letta che l’avvicendamento al Viminale è possibile, senza escludere l’ipotesi di un rimpasto di governo.

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