I momenti salienti della stagione includono Caspar David Friedrich: The Soul of Nature (apertura l’8 febbraio), presentato in onore del 250° anniversario della nascita di Friedrich nel 2024 e la prima mostra completa negli Stati Uniti dedicata all’artista, i cui dipinti hanno inaugurato una comprensione radicalmente nuova del legame tra la natura e il sé interiore; e Sargent and Paris (che aprirà il 27 aprile), uno sguardo approfondito all’attività decennale dell’artista nella Francia del XIX secolo, culminata nell’iconica Madame X, un amato pezzo forte della collezione The Met. Il 10 maggio, il Museo svelerà la mostra della primavera 2025 del Costume Institute, Superfine: Tailoring Black Style, un esame culturale e storico del dandy nero dal 1700 ai giorni nostri, e il 19 maggio inaugurerà Lorna Simpson: Source Notes , la prima mostra a considerare l’intera pratica pittorica dell’artista fino ad oggi, evidenziando come il suo lavoro esplori genere, razza, identità, rappresentazione e storia.
Il 31 maggio, il Museo riaprirà ufficialmente l’ala Michael C. Rockefeller
Dopo una completa rivisitazione della serie di gallerie di 40.000 piedi quadrati dedicate alle arti dell’Africa, delle antiche Americhe e dell’Oceania. Queste tre grandi tradizioni mondiali si presenteranno come entità indipendenti in un’ala che dialoga con gli spazi delle gallerie vicine e presenterà oltre 1.800 opere che abbracciano cinque continenti e centinaia di culture. I numerosi punti salienti dell’ala rinnovata includono una nuova galleria in primo piano che debutterà con la presentazione Iba NDiaye: Between Latitude and Longitude, con il lavoro del modernista senegalese in relazione al diverso materiale di origine dell’artista proveniente da tutto il Met.
Inoltre: Recasting the Past: The Art of Chinese Bronzes, 1100–1900 (apertura il 28 febbraio), una presentazione completa dell’importante ma spesso trascurata categoria dei bronzi come forma d’arte nel corso della lunga storia della Cina; Monstrous Beauty: A Feminist Revision of Chinoiserie (in apertura il 24 marzo), una rivisitazione della storia della porcellana europea attraverso una lente femminista, esplorando come questo fragile materiale abbia plasmato sia le identità delle donne europee che gli stereotipi razziali e culturali sulle donne asiatiche; The New Art: American Photography, 1839–1910 (apertura 11 aprile), che esamina il drammatico cambiamento nel senso di sé della nazione, guidato dall’immediato successo della fotografia come preoccupazione culturale, commerciale, artistica e psicologica; e The Roof Garden Commission: Jennie C. Jones, Ensemble (inaugurazione il 15 aprile), un nuovo lavoro dell’artista che interpreta le corde degli strumenti acustici come proxy della storia dell’arte. Un elenco delle prossime mostre e installazioni può essere trovato anche sul sito web del Met.