La navicella di Mario Monti ha preso il largo in un mare agitato: i venti insidiosi del debito sovrano soffiano un po’ da tutte le direzioni, alternate a improvvise bonacce che precedono tempeste più pericolose di un uragano tropicale. Sotto l’imperversare del maltempo i principali listini europei ieri hanno oscillato più volte, prendendo spunto dall’andamento dei titoli governativi dell’area euro. I mercati continuano a interrogarsi sull’effettiva capacità della Bce di riuscire a ridurre i rendimenti attraverso acquisti sul mercato.
PREVISIONE. L’effetto Monti continua ad avere un effetto benefico su Piazza Affari (+0,7% in chiusura) , ma il rendimento del Btp decennale ha subito oscillazioni fortissime e in chiusura è al 6,98%, 6 punti base in meno di ieri. Lo spread con il Bund è a quota 518 (era sceso ben sotto i 500 punti) . Sull’Europa gravita un’area di forte pressione sui titoli di Stato che ormai coinvolge i paesi a tripla A, con l’eccezione (per ora) della Germania: Francia, Austria, Finlandia, la stessa Olanda. La pioggia di vendite sulle banche a Wall Street non promette niente di buono. Ma i futures sui listini europei segnalano la possibilità di un timido rimbalzo iniziale dopo una giornata difficile. I futures su Ftse/Mib sono i meglio valutati in prossimità dell’apertura.
ITALIA-GRECIA, FACCE DIVERSE. Maria Cannata, responsabile della gestione del debito pubblico italiano, ha confessato di “soffrire molto” per il fatto che i media di tutto il mondo, a partire da quelli del Bel Paese, continuano a metter assieme Italia e Grecia, Paesi molto diversi. La pensa così anche Martin Feldstein, l’economista che ha lavorato con Ronald Reagan figura tra i consiglieri di Barack obama. Prima la Grecia esce dall’area euro, dice Feldstein, meglio è per tutti. “L’Italia sta molto meglio – dice l’euroscettico Feldstein – e ha tutte le possibilità di aumentare il tasso di crescita”. Ma guai se Mario Draghi cederà alle pressioni per comprare più titoli del debito. “Meglio lasciare la parola ai mercati, altrimenti si vendicheranno”.
REPORT DI FITCH SUL RISCHIO EUROPA PER GLI USA
PRECIPITANO I TITOLI BANCARI: MORGAN STANLEY -8%
Potenza di un report. E’ bastato che l’agenzia di rating Fitch pubblicasse uno studio sulle perdite potenziali delle banche Usa in caso di default dell’eurozona perché una seduta fino a quel momento neutra si tingesse dei colori della paura. Nel giro di un’ora il Dow Jones ha perduto più 120 punti per chiudere a quota 11906 (-1,6%) sull’onda delle perdite dei colossi della finanza: Goldman Sachs – 4.16%, JPMorgan – 3.76%. Bank of America – 3.75%. La più colpita è Morgan Stanley – 7.97%.
Ma che c’è scritto di così incendiario nel report? Fitch ritiene che, se non si troverà una soluzione rapida ed ordinata al problema del debito sovrano europeo, le prospettive del sistema del credito Usa peggioreranno. Le banche Usa hanno ridotto la loro esposizione diretta al debito sovrano e sono oggi assai meglio patrimonializzate che nel 2008/09 , “ma sta crescendo in maniera esponenziale il rischio di uno shock sistemico che potrebbe alterare questa previsione”.
Anche in Asia la seduta è stata dominata dal rapporto di Fitch: pesanti le perdite delle banche a partire da Standard & Chartered Bank -3,4%. L’indice Nikkei 225 guadagna lo 0,2, va peggio l’Hang Seng di Hong Kong -0,26%: Pechino ha ribdito di non aver alcuna intenzione di allentare la stretta sui tassi.
TEMPI STRETTI PER IL DOPO PASSERA AD INTESA
PRENDE QUOTA MAIOLI, SOLUZIONE PARMIGIANA
Manco il tempo di archiviare il toto ministri ed ecco che si apre il capitolo, non meno appassionante (anzi…) del toto Intesa (+0,66% a 1,226 euro). Ieri, ancor prima delle dimissioni del neo ministro Corrado Passera e della professoressa Elsa Fornero, vicepresidente del comitato di sorveglianza, è scattata la macchina per la sostituzione. Un comunicato della banca Mi-To ha già reso ufficiale il trasferimento dei poteri al direttore generale vicario Marco Morelli così come vuole lo statuto. Intanto i grandi elettori, Giuseppe Guzzetti e Giovanni Bazoli, hanno già avviato la ricerca del successore. In pole position figurano Ariberto Fassati, punto di riferimento del Crédit Agricole in Italia assieme a Giampiero Maioli, il numero uno di Cariparma. Chances hanno pure Giovanni Gorno Tempini, ad della Cassa Depositi e Prestiti, bazoliano della prim’ora e lo stesso Victor Massiah, ad di Ubi, altra scoperta del professore bresciano. Nella rosa figura anche il nome di Pietro Modiano, a suo tempo protagonista del duello (perso) con Passera, e di Vittorio Colao.
Meno problematica la sostituzione del neo ministro del Lavoro: lo statuto della banca prevede che nel caso in cui venga a mancare un componente del consiglio di sorveglianza, venga sostituito “dal primo non eletto della lista a cui apparteneva il componente venuto a mancare”, in questo caso la lista congiunta della Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cariplo.
Si tratta cosi’ di Guido Ghisolfi o, nel caso non avesse i requisiti di legge o regolamentari o statutari della Fornero, del candidato successivo inserito in lista, Fabrizio Gnocchi.
MOEBIUS: L’ITALIA PAGHERA’ I DEBITI
MA PER IL 2012 MEGLIO GLI EMERGENTI
“Secondo me non c’è nessun dubbio sul fatto che l’Italia pagherà tutti i suoi debiti”. Parola di Mark Moebius. Americano, da anni residente a Singapore, 75 anni, Moebius è il carismatico presidente di Templeton Emerging Markets Group, che in Italia si è conquistato negli ultimi anni una fetta di risparmio di tutto rilievo, con 360mila clienti privati che hanno sottoscritto fondi Templeton per 28 miliardi di dollari (erano 4 miliardi nel 2008).
“Messa con le spalle al muro, di fronte alla scelta se lasciare andare l’Italia in default o stampare moneta – è il ragionamento di Moebius – la Bce sceglierà la seconda strada perché meno dolorosa per tutti, non solo per gli italiani”. A partire dalla Germania che “non può permettersi di tornare al marco pena il rischio di strozzare la competitività delle sue aziende”. Templeton si aspetta un flusso di investimenti verso le aree del mondo a maggiore crescita, cioè verso i mercati emergenti: “siamo convinti che le migliori opportunità di investimento siano nelle aziende che vendono beni di consumo nei mercati emergenti”.
ANNUNZIATA: AUMENTO BPM, SIAMO FIDUCIOSI
INTANTO IL TITOLO SCIVOLA A 0,31: -12% EURO
“Siamo fiduciosi” dichiara Filippo Annunziata, presidente del consiglio di sorveglianza Bpm . “I primi dati sono confortanti”. Alla vigilia della chiusura dell’operazione sul capitale da 800 milioni un po’ di ottimismo di bandiera non guasta. Soprattutto se, come è accaduto ieri, sul listino piovono le vendite: -13,1%, titolo a quota 0,31 quasi in linea con il prezzo delle azioni di nuova emissione. Proprio le vendite su questi titoli, in via di assegnazione, è all’origine del tracollo.
L’impatto dell’annuncio dell’aumento di capitale e dell’operazione pulizia è stato invece assorbito da Unicredit +1,42%, nonostante che Moody’s abbia deciso di porre sotto osservazione per un possibile downgrade i voti di piazza Cordusio: il rating individuale “C-” , quello di lungo termine “A2” e quello di breve termine “Prime-1”, oltre al rating sul debito senior e quello sul debito junior.
CHRYSLER ACCELERA IN USA, FIAT CHIUDE TERMINI
FINMECCANICA GIU’. BUY BACK PER ANSALDO STS
In rialzo Fiat (+1,04% a 4,098 euro) e Fiat Industrial (+2,34% a 6,34 euro) anche se il Lingotto ad ottobre ha venduto in Europa il 10,2% in meno rispetto ad un anno fa. La quota di mercato è scesa al 6,6% ( 7,2% nell’ ottobre 2010). Ma non è finita: “la crisi in Europa si farà sentire anche sulle vendite del 2012” ha detto Sergio Marchionne. Il Lingotto, perciò, pigia sull’acceleratore in Usa. E’ di ieri l’annuncio di 1,7 miliardi di investimenti per la nuova Jeep-Suv da sviluppare a Toledo, Ohio, con la creazione di 1.100 posti di lavoro. Intanto si conclude l’esperienza Fiat a Termini Imerese.
E’ fallito il tentativo di rimbalzo per Finmeccanica, che ha chiuso la seduta in flessione del 3,53% a quota 3,448. Continua invece il recupero di Ansaldo Sts (+0,28% a 7,19 euro). Merito della possibile cessione del gioiello per risanare i conti della holding. Oppure l’avvio del piano di buy back decollato proprio ieri.
I MITI IN PIAZZA AFFARI: ARMANI NON DEPRIME SAFILO
BUFFON DA’ LA CARICA ALLA RISCOSSA DI ZUCCHI
Quanto vale il richiamo del divin Giorgio? Luxottica ha guadagnato l’1,46% dopo aver annunciato di aver siglato con il gruppo Armani una lettera di intenti propedeutica alla stipula di un accordo di licenza decennale a “condizioni di mercato” a partire dal primo gennaio 2013. Safilo, che stamattina aveva comunicato che il suo contratto con Armani non sarà più rinnovato, ha messo comunque a segno un +10%, in un mercato sollevato dal venir meno dell’incertezza.
Quanto vale il mitico Gigi? Buffon ha rispettato le regole dando comunicazione alla Consob che la sua partecipazione in Zucchi post aumento di capitale è salita oltre il il 19%. E in Borsa il rialzo del titolo ha sfitrato il 20 per cento.