LA SCURE DI S&P SULLE BANCHE USA SPAVENTA I LISTINI
I TAGLI SULLE PENSIONI ITALIANE CONFORTANO LA UE
Dal cantiere Europa giunge l’eco dei lavori in corso. I mercati attendono, non troppo fiduciosi, l’esito dell’ennesimo vertice. Ieri i ministri finanziari hanno deciso che il fondo salva Stati andrà potenziato, ma non si sa ancora di quanto. Prende consistenza, al proposito, la scelta di chiedere la collaborazione del Fmi (cui potrebbero arrivare i fondi della Bce che non può far prestiti ai singoli Stati). Intanto il commissario Olli Rehn ha presentato il frutto della sua trasferta romana: 16 pagine dal titolo “Addressing Italy’s high-debt/low-growth challenge” , concentrato di diagnosi e terapie per il Bel Paese. “Nessuna sorpresa” il commento di Mario Monti. Intanto prende corpo la stretta sulla previdenza: per le pensioni di anzianità ci vorranno da 41 a 43 anni, a gennaio non scatterà l’aumento autmatico.
IL BTP VEDE LE STELLE. Missione compiuta, ma a che prezzo. Il Tesoro ha collocato tutti i 7,5 miliardi di Btp previsti, con una richiesta largamente superiore all’offerta, ma a rendimenti record: 7,89% (da 4,93%) per i Btp a tre anni; 7,56% (da 6,06% di fine ottobre) per i decennali e 7,28% per i Btp a 8 anni. Sul mercato secondario la giornata si chiude con il Btp decennale quasi invariato (rendimento a 7,18%) e lo spread con il Bund a 490 punti. La tensione resta alle stelle ma, probabilmente, le Borse temevano peggio. Alla fine, infatti, il bilancio è positivo anche grazie alla sorprendente crescita dell’indice di fiducia dei consumatori in America. A Milano l’indice FtseMib è salito dello 0,3%, anche Londra ha guadagnato lo 0,3%, Parigi +0,4%, Francoforte +0,9%.
TEMPO INCERTO SUI LISTINI. I Futures sullo S&P’s hanno imboccato la via del ribasso dopo il downgrade delle principali banche Usa. Stamane a Tokyo i contratti sono scambiati con un ribasso dello 0,5%. In ribasso anche le piazze asiatiche: il Nikkei 225 perde lo 0,69%, l’Hang Seng di Hong Kong l’1,70%. In calo anche i futures sul Footsie inglese. Facile prevedere che il nervosismo sia destinato a contagiare l’Europa nell’attesa di notizie dal vertice dell’Ecofin.
ROUBINI. Mister Doom, al solito, usa l’accetta. L’Italia non ce la farà, nonostante una ricetta durissima che porterà dalla recessione alla depressione. Perciò il Bel Paese deve ristrutturare il suo debito, facendo contribuire ai sacrifici i creditori internazionali che possiedono il 40% del debito. L’alternativa, cioè una patrimoniale in grado di abbassare il debito dal 120 al 90% del Pil, avrebbe conseguenti devastanti sulla possibile ripresa del Paese.
GIU’ IL RATING DELLE BANCHE USA. SU IL VOTO DELLE CINESI
“ENTRO POCHI GIORNI” IL DOWNGRADE DELLA FRANCIA
S&P ha tagliato da A ad A- il rating di Bank of America, Goldman Sachs, L’operazione, nell’ambito della revisione dei criteri adottati per 37 grandi banche internazionali, ha già colpito Bofa Merrill Lynch, Morgan Stanley e JP Morgan Chase (da A+ ad A). Rivisto al rialzo invece il voto della Bank of China da A- ad A; l’istituto raggiunge così China Construction Bank ed Industrial &Commercial Bank of China, cui è stata confermata la A, un gradino sopra i Big di Manhattan. Secondo la Tribune, invece, è ormai scattato il conto alla rovescia per l’abbassamento del rating della Francia: entro dieci giorni ci sarà la retrocessione, ormai data per scontata dai mercati.
I T BOND USA A 30 PER LA PRIMA VOLTA SOTTO I BUND
E I CDS SULLA GERMANIA SUPERANO QUELLI SULL’ITALIA
Per la prima volta dal marzo del 2009 il Treasury Bond a 30 anni rende meno dell’analogo titolo tedesco. E’ un altro segnale del contagio della crisi di fiducia nell’area euro che ha colpito la locomotiva dell’Unione Europea. E non è il solo. Negli ultimi giorni, informa il Financial Times, è esplosa la febbre per i Cds a contro il default della Germania. La settimana scorsa gli scambi di Cds sul rischio Germania hanno superato per volumi quelli sull’Italia e si accingono a sorpassare anche quelli sulla Francia. Al contrario, da ieri l’Australia è tornata nel club della tripla A con l’ultima promozione, quella di Fitch.
GUBITOSI NUOVO COUNTRY MANAGER IN MERRILL LYNCH
Luigi Gubitosi sarà il nuovo country manager di Bofa Merrill Lynch per l’Italia. L’ex ad di Wind (già direttore finanziario di Fiat) prenderà il posto di Maurizio Tamagnini, passato alla guida del Fondo strategico della Cassa Depositi e Prestiti.
EMERGENZA DEBITI: FONDAZIONE MPS IN USCITA DA CDP
I GIOIELLI DI FONSAI IN UN VEICOLO APERTO AI PARTNERS
L’Eba si è presa un’altra settimana di tempo prima di fissare l’ammontare degli aumenti di capitale richiesti agli istituti bancari. Intanto, il dossier Fondazione Mps, costretto a reintegrare le garanzie sul prestito sottoscritto per partecipare all’aumento di capitale della banca, si arricchisce di nuovi capitoli. Dopo la cessione della quota in Intesa e dell’1% di Mediobanca, potrebbe essere monetizzata la quota in Cdp. Al contrario, la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe affiancare la Fondazione nel controllo della banca. Intanto prende corpo l’ipotesi di un veicolo per parcheggiare le partecipazioni strategiche di Fonsai, altra vittima dell’assedio dei debiti. Nella società parcheggio (destinata ad accogliere nuovi soci) verrebbero collocate le partecipazioni in: Generali (1,13%), Mediobanca (3,8%), Rcs (5,5%). Pirelli (4,5%), Unicredit (0,33%) e lo 0,40% in Mps. Ovvero un pacchetto da 830 milioni di euro (valori di bilancio 2010, largamente da scontare). Entro fine dicembre verranno definite cessioni di immobili per 120 milioni, oltre all’affrancamento del goodwill ed altre misure necessarie per rafforzare i ratios patrimoniali del gruppo.
A Piazza Affari banche ed assicurazioni si sono mosse in ordine sparso: Intesa è salita dello 0,1%, Ubi +0,1%, Banco Popolare +1,4%, Pop Emilia +1,9%. In calo Unicredit -0,9% e Mediobanca -2,3%. Anche fra le assicurazioni ognuno ci sono stati movimenti sparsi: Generali ha guadagnato l’1,3%, Unipol è scesa del 3,2%. Nel gruppo Ligresti Fondiaria-Sai ha perso il 2,6%, la controllata Milano Assicurazioni è balzata dell’8,1% sull’ipotesi di una possibile vendita. Nel risparmio gestito balzo di Azimut +4,3% lesta a cavalcare il Btp day con il varo del fondo Stability, dedicato al debito pubblico italiano. Il consiglio di Seat +25% che avrebbe dovuto decidere se pagare la cedola del bond Lighthouse o entrare in una fase di default tecnico è stato rinviato di alcuni giorni.
All’accordo tra azionisti, creditori bancari e bondholders manca ancora l’assenso del fondo Cvc, uno degli azionisti di riferimento. Per il resto, ieri il listino ha vissuto una seduta nervosa, chiusa con movimenti modesti (almeno di questi tempi). Al rialzo hanno partecipato poco i titoli dell’automotive: Pirelli +1,5%, Fiat +0,1%. In calo Fiat Industrial -1,7%. Conclusione di seduta in parità per Finmeccanica e Ansaldo. Positivi i titoli delle costruzioni. Buzzi +3%, Cementir +4,3%.