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Metalmeccanici, sindacati chiedono proroga degli ammortizzatori

FIRSTonline

Migliaia di lavoratori a rischio licenziamento a causa della scadenza, senza possibilità di rinnovo, degli ammortizzatori sociali.

A decorrere dal 24 settembre, in base a quanto previsto dal decreto legislativo 148 del 2015, sarà superato il limite temporale di 36 mesi stabilito per cassa integrazione, cassa integrazione straordinaria e contratti di solidarietà. Nel caso in cui non venga trovata una soluzione in extremis, molte imprese procederanno al licenziamento dei lavoratori in esubero.

Parlando in numeri si tratta di 140mila lavoratori coinvolti da situazioni di crisi, di cui 80mila “coperti” dalla cigs. La legge attuale sugli ammortizzatori sociali, entrata in vigore insieme al Jobs Act, prevede infatti che a decorrere dal 24 settembre cominceranno a scadere i 36 mesi di cassa integrazione (massimo 24 mesi) e contratto di solidarietà a disposizione nell’arco di cinque anni. Analoghe limitazioni sono state introdotte per il ricorso ai contratti di solidarietà. Il futuro per questi lavoratori resta dunque un’incognita.

Questi i motivi alla base del presidio organizzato stamattina, 24 settembre, dai lavoratori metalmeccanici davanti al ministero dello Sviluppo Economico. Parallelamente si è svolto un incontro tra i segretari generali Fim, Fiom, Uilm, con il capo di gabinetto Giorgio Sorial mentre alle 17 di domani, 25 settembre è stata fissata una riunione il ministro Luigi Di Maio.

“Durante l’incontro – spiega il segretario generale della Fim Cisl, Marco Bentivogli –  abbiamo chiesto di prevedere la proroga della copertura degli ammortizzatori sociali per tutte le realtà che li stanno esaurendo da qui a fine anno. In particolare occorre un provvedimento normativo che stanzi risorse per gli ammortizzatori per le crisi rilevanti delle aziende sopra i 100 dipendenti e per tutte piccole e medie imprese, e per tutte le aziende che  ricadono nelle aree di crisi complessa. Stiamo parlando di circa 30mila lavoratori che rischiano di perdere sostegno al reddito e il licenziamento entro il 31 dicembre 2018”.

Pronta la risposta del numero uno del Mise, Luigi Di Maio, che addebita al governo precedente la colpa di quanto sta accadendo, scagliandosi in particolare contro l’ex premier, Matteo Renzi “colpevole” di aver “sdoganato il precariato a vita e abolendo i diritti fondamentali dei lavoratori”.

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Categories: Lavoro