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Metalmeccanici e benzinai: si cerca accordo per evitare scioperi

FIRSTonline

Un tour de force di incontri, rigorosamente in videoconferenza, tra Governo e sindacati per evitare una serie di scioperi che potrebbero paralizzare il Paese in piena emergenza coronavirus. Alle 12 è cominciata la riunione con Cigl, Cisl e Uil, alle 16 tocca ai sindacati dei benzinai. Rispetto a ieri, 24 marzo, sembra però esserci qualche speranza. La prima riunione si è conclusa con un accordo tra le parti che prevede la revisione dell’elenco delle attività produttive considerate essenziali e indispensabili, in questa fase, per il Paese e che dunque dovranno rimanere aperte. Il decreto ministeriale potrebbe arrivare già in giornata.

APERTURE DAI METALMECCANICI: CAMBIA LA LISTA DELLE ATTIVITÀ APERTE

Molte delle nostre richieste sono state accolte, l’elenco Ateco è stato modificato, ora aspettiamo solo l’immediata promulgazione degli atti amministrativi che avverrà già in giornata”, ha detto il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo riassumendo i passi avanti fatti nelle ore precedenti alla conference call. Stamattina erano già cominciati gli scioperi dei metalmeccanici in Lombardia e Lazio.

Governo e sindacati hanno trovato un compromesso sulle attività produttive da lasciare aperte. Cgil, Cisl e Uil hanno presentato un documento con 18 modifiche alla lista precedente. Tra i cambiamenti più rilevanti il testo dovrebbe prevedere la chiusura di call center, servizio postale e corrieri. Nel settore delle costruzioni a rimanere attivi dovrebbero essere solo i cantieri urgenti (un esempio è il ponte di Genova) e le attività di manutenzione. Barbagallo ha infatti spiegato che “molte delle nostre richieste sono state accolte” e che “l’elenco presentato pochi giorni fa dal governo era troppo esteso”.

BENZINAI: SCONGIURARE LO SCIOPERO

Archiviata la contesa con i metalmeccanici, Patuanelli incontra i rappresentanti dei benzinai che hanno minacciato di chiudere gli impianti a partire da stasera. Prima toccherà a quelli autostradali, poi si passerà a quelli di tangenziali e raccolti, infine sarà il turno degli impianti della viabilità ordinaria. 

Il 24 marzo, durante un’intervista al Tg5, il Premier, Giuseppe Conte ha invitato le associazioni a “soprassedere”. “Troveremo una soluzione con la ministra De Micheli. Ma non possiamo consentire che si arrivi a un’interruzione di questo pubblico servizio”, ha aggiunto il Presidente del Consiglio.

Attraverso una nota, il ministero dei Trasporti fa sapere quale potrebbe essere il piano: “i gestori potranno concordare con i concessionari autostradali periodi di apertura alternata. Dovranno essere, in ogni caso assicurati, i rifornimenti in modalità self-service”. 

“Stiamo lottando per rimanere aperti, non per chiudere”, risponde a distanza Alessandro Zavalloni, segretario generale della Fegica-Cisl. “E’ un mese che scriviamo quotidianamente al presidente del Consiglio, ai ministri, agli amministratori delegati delle compagnie petrolifere, ma non abbiamo mai ricevuto risposta. L’omino che sembra far parte dell’arredo stradale, come il semaforo, garantisce in realtà un servizio essenziale. Non si può scaricare sulle sue spalle – sottolinea – tutta la responsabilità”, spiega il sindacalista all’Ansa. Nel settore i consumi sono crollati del 90% e il timore è che i gestori non abbiano più la liquidità sufficiente per acquistare il prodotto: “abbiamo proposto alle compagnie di sospendere i pagamenti per uno o due mesi, di fare i turni, ma non ci concedono nemmeno le turnazioni. Non ci ha sentito nessuno”, aggiunge.

(Ultimo aggiornamento: ore 15.35 del 25 marzo).

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Categories: Economia e Imprese