Multa da record per Meta, la società di Mark Zuckerberg. L’Unione europea ha inflitto all’azienda che controlla i social network Facebook e Instagram una multa storica di 1,2 miliardi di euro (1,29 miliardi di dollari), rappresentando così la sanzione più elevata mai imposta da parte dell’UE a un’azienda del settore digitale. Lo ha annunciato il garante europeo per la privacy. L’accusa è violazione delle legge europea sulla privacy. La multa supera di gran lunga quella da 746 milioni inflitta ad Amazon nel 2021, sempre per violazioni di regole sulla privacy.
“Una violazione molto grave” ha dichiarato la presidente di Edpb (European Data Protection Board), la massima autorità europea e mondiale in fatto di protezione dei dati personali, Andrea Jelinek.
Violazione delle norme sulla protezione dei dati
L’autorità irlandese per la protezione dei dati personali ha condotto l’indagine e ha deliberato questa multa senza precedenti La motivazione della multa risiede nella violazione delle norme sulla protezione dei dati, che richiedono alle piattaforme di garantire la sicurezza del trasferimento delle informazioni sugli utenti dall’Europa agli Stati Uniti. Secondo l’accusa dell’irlandese Helen Dixon, commissaria per la protezione dei dati personali, infatti, Meta non avrebbe protetto adeguatamente i dati personali degli utenti europei di Facebook, continuando a trasferirli a Washington finendo negli strumenti d’analisi dell’intelligence americana che garantiscono delle privacy inferiori rispetto a quelle di Bruxelles. L’indagine si è svolta in Irlanda in quanto sede europea di Meta. Le autorità europee hanno, inoltre, imposto a Meta di interrompere l’invio dei dati entro 5 mesi e di cancellare i dati già inviati. Questi obblighi potrebbero qualora gli Stati Uniti e l’UE giungessero a un accordo che consenta il trasferimento dei dati entro determinati limiti.
La società di Zuckerberg era già stata avvertita delle violazioni in passato ma non aveva ottemperato alle richieste dell’UE. Meta, come molte altre aziende big tech americane, trasferisce i dati dall’Europa agli Stati Uniti, dove hanno sede i suoi principali data center.
Meta non ci sta e presenterà ricorso
Meta ha subito affermato che presenterà ricorso. A parlare è stato Nick Clegg, presidente degli affari globali dell’azienda che, in un post ufficiale, ha dichiarato: “Migliaia di aziende e organizzazioni si affidano alla possibilità di trasferire dati tra l’UE e gli Stati Uniti per operare e fornire servizi quotidiani. Questa questione non riguarda solo le pratiche sulla privacy di un’azienda: c’è un conflitto fondamentale tra le regole del governo degli Stati Uniti sull’accesso ai dati e i diritti europei sulla privacy, che i legislatori si aspettano di risolvere durante l’estate. Contesteremo la decisione, compresa la multa ingiustificata e non necessaria, e cercheremo di sospendere gli ordini tramite i tribunali. Attualmente non ci sono interruzioni immediate per Facebook in Europa”.