La Commissione europea è in procinto di infliggere una delle sanzioni più elevate mai imposte a un’azienda tecnologica. Secondo fonti Reuters, Meta, la società madre di Facebook e Instagram, potrebbe dover pagare una maxi multa da oltre 13 miliardi di dollari, equivalenti al 10% del suo fatturato globale del 2023. Per Bruxelles, l’azienda fondata da Mark Zuckerberg avrebbe abusato della sua posizione dominante nel mercato dei servizi di annunci online.
Le accuse dell’Ue a Meta
La Commissione Europea, attraverso il suo braccio esecutivo per la concorrenza, guidato da Margrethe Vestager, ha accusato Meta di pratiche commerciali scorrette. L’azienda avrebbe legato il suo servizio di annunci Marketplace alla piattaforma principale di Facebook, garantendo così un vantaggio ingiusto ai propri servizi a scapito dei concorrenti. Il servizio Facebook Marketplace, integrato direttamente nella piattaforma social, offre un accesso automatico agli utenti di Facebook, creando un vantaggio competitivo che i rivali non possono replicare. Questa integrazione ha permesso a Marketplace di raggiungere facilmente una vasta base di utenti, mentre i concorrenti dovevano affrontare difficoltà significative per ottenere la stessa visibilità.
Una multa da record
La sanzione prevista potrebbe raggiungere i 13,4 miliardi di dollari, corrispondenti al 10% del fatturato globale di Meta nel 2023. Questa somma sarebbe la multa più alta mai inflitta dalla Commissione Europea a una grande azienda tecnologica. Per fare un confronto, Google ha ricevuto multe per 4,3 e 2,4 miliardi di euro rispettivamente nel 2017 e nel 2018 per violazioni simili. Meta aveva già ricevuto dall’Ue una multa di 1,2 miliardi di euro nel maggio 2023 per violazione della norme europea sulla protezione dati.
Quando arriverà la multa
La decisione finale della Commissione Europea è attesa per settembre o ottobre 2024, anche se i tempi potrebbero slittare fino a novembre. Questo verdetto arriverà poco prima che Margrethe Vestager lasci il suo incarico. La Vestager è nota per il suo approccio rigoroso nei confronti delle grandi aziende tecnologiche, e questa multa rappresenterebbe la sua ultima azione.
La decisione di Bruxelles arriverà oltre un anno e mezzo dopo l’accusa formale del dicembre 2022. Durante questo periodo, Meta ha avuto la possibilità di presentare le proprie argomentazioni e cercare di dimostrare l’infondatezza delle accuse. La Commissione sembra, però, orientata a confermare la propria posizione, vista la gravità delle pratiche riscontrate. Il verdetto sarà un momento cruciale non solo per Meta, ma anche per l’intero settore tecnologico, che dovrà fare i conti con regolamentazioni sempre più stringenti.
Meta ha risposto con fermezza alle accuse, definendole prive di fondamento. L’azienda ha affermato di voler collaborare con le autorità regolatorie per dimostrare che le proprie innovazioni sono a favore dei consumatori e della concorrenza.