Ma quale regalo a Intesa? Carlo Messina, ad della prima banca italiana, smonta pezzo per pezzo, con una lunga intervista a “la Repubblica”, dubbi ed equivoci sull’operazione di salvataggio delle banche venete e passa al contrattacco, mettendo i puntini sulle i ma ricordando anche che se cambia il decreto all’esame del Parlamento, tutto salta.
Primo: se la dote da 5 miliardi che il Tesoro attribuirà a Intesa per coprire rischi e passività delle banche venete fosse stato un regalo – sostiene Messina – ci sarebbe stata la corsa alla Popolare di Vicenza e a Veneto Banca ma la verità è che “la nostra è stata l’unica offerta completa” presentata all’advisor, che “ci ha chiamato”. “Se altri non hanno fatto nessuna offerta, evidentemente non stiamo parlando di un regalo“.
Secondo: che cosa sarebbe successo se Intesa non avesse presentato la sua offerta e e si fosse arrivati al fallimento delle banche venete? “Corsa agli sportelli delle banche venete, con effetto domino su altri istituti; necessità di rimborsare i correntisti sotto i 100 mila euro con il Fondo interbancario obbligatorio che avrebbe dovuto trovare 12,5 miliardi di euro in tutta fretta; necessità di reintegrare il capitale delle banche in crisi con ulteriore effetto contagio; 10 miliardi di garanzie pubbliche, cioè soldi pubblici, in fumo“.
Terzo: in realtà – spiega Messina – “stiamo facendo un’operazione che aiuta risparmiatori, clienti e dipendenti in territori importanti e che contribuisce a rafforzare il sistema creditizio e l’Italia”. “Mettiamo in sicurezza famiglie e imprese”.
Quarto: nessun licenziamento. L’inglobamento in Intesa delle due banche venete genera esuberi (si è parlato di almeno 4 mila unità) ma Messina assicura che non ci sarà alcun licenziamento: solo esodi e pre-pensionamenti volontari.
Conclusione: secondo l’Ad di Intesa l’operazione sulle banche venete “era l’unica possibile” e il fallimento dei due istituti sarebbe stata una catastrofe ma gli equilibri economici e finanziari di Intesa saranno salvaguardati. E la Borsa gli dà ragione.