Il Ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, benedice apertamente l’Ops di Unicredit su Banco Bpm e la paragona all’acquisizione dell’Ubi in precedenza realizzata dalla sua banca: “Ha un senso industriale”. E’ un gradito assist per Andrea Orcel, il Ceo di Unicredit da sempre in ottimi rapporti personali con Messina malgrado la rivalità tra le due banche. Messina chiarisce subito però che Intesa non potrà scendere in campo nell’operazione perché i limiti antitrust glielo impediscono: “Non potremo essere il Cavaliere bianco di Unicredit”.
Ma quel che più conta e che rende l’intervento di Messina la novità più rilevante della giornata finanziaria è che il Ceo di Intesa Sanpaolo sgombera il campo da una serie di assurdi paradossi e dalla parole acide dei ministri delle Lega. Messina dà atto a Orcel di aver fatto un’operazione di mercato, di fronte alla quale il Governo ha la possibilità di intervenire solo nel caso di problemi di sicurezza nazionale, “che non mi pare ci siano” e che perciò sul destino dell’Ops tocca solo alla Bce e ai soci decidere. “Non c’è un problema di Golden Power” aggiunge Messina.
Il capo di Intesa Sanpaolo è parso anche sdrammatizzare i rischi di esuberi evocati dal Ceo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, sostenendo che al riguardo sarà importante il ruolo dei sindacati.
Più cauto invece il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli: “L’Abi non è parte in queste vicende (quelle di Unicredit e Banco Bpm, ndr) ma guardiamo e constatiamo la grande vivacità del mercato bancario italiano, che è lontanissimo dalla foresta pietrificata, e constatiamo i cambiamenti che sono intervenuti”.