Il 1° ottobre inizia ufficialmente l’era di Claudia Sheinbaum, 62 enne ingegnera che governerà il Messico nel segno della continuità col discusso predecessore, Andres Manuel Lopez Obrador detto AMLO. Sheinbaum è la prima donna presidente del Paese ispanofono e la 14 esima nella storia di tutta l’America Latina, 15 esima se si considera tutto il continente americano e dunque anche Usa e Canada. Brillante accademica, è stata eletta lo scorso giugno nelle fila del partito Morena e si candida nei prossimi anni a diventare una delle donne più influenti del pianeta, dato che sarà alla guida di un Paese da 130 milioni di abitanti che secondo il FMI è ormai la dodicesima economia al mondo. Soprattutto, il Messico da qualche tempo è tornato ad essere il primo partner commerciale degli Stati Uniti, superando la Cina nell’ottica del nearshoring e del protezionismo, che verranno portati avanti da chiunque siederà alla Casa Bianca a partire dal prossimo gennaio.
Usa-Messico: maggiori sinergie in futuro? Non è detto
Se dovesse essere Kamala Harris, come sembra dai sondaggi, i due Paesi confinanti si troverebbero per la prima volta nella loro storia, e in contemporanea, con due leader donne. Il che farebbe pensare ad una maggiore sinergia, ma in realtà potrebbe non essere così: AMLO, pur fondatore di un partito teoricamente di centro-sinistra come Morena, ha avuto rapporti cordiali con Washington ai tempi di Donald Trump e un po’ meno con l’amministrazione Biden, soprattutto di recente quando l’approvazione della legge che prevede l’elezione popolare dei giudici in Messico ha scatenato l’irritazione degli Stati Uniti per una possibile deriva anti-democratica. Anche se in realtà la riforma, fortemente contestata dagli addetti ai lavori ma apprezzata dalla maggior parte della popolazione, ha come ratio proprio quella di contrastare la corruzione dilagante nei tribunali, imponendo la sostituzione – tramite elezione diretta – di 5.000 magistrati. I dissapori hanno portato persino, un mese fa, alla momentanea ma ancora in corso sospensione dei rapporti diplomatici tra Messico e Usa, voluta dal presidente uscente Lopez Obrador che ha parlato di “una pausa, finché non verrà riconosciuta la nostra autonomia”.
Per la Sheinbaum il primo obiettivo è ricucire con gli Usa
In attesa di capire chi prenderà il posto di Joe Biden, la prima missione di Sheinbaum sembra essere proprio questa: ricucire le relazioni con l’ingombrante ma fondamentale vicino di casa, con cui intrattiene scambi commerciali per 70 miliardi di dollari l’anno, beneficiando anche del dislocamento nel proprio territorio di alcune aziende statunitensi. Tra queste ci sarebbe la Tesla di Elon Musk, anche se in realtà l’eccentrico imprenditore, ormai consigliere privilegiato di Donald Trump e molto in sintonia pure con la nostra premier Giorgia Meloni, ha rallentato sul progetto della gigafactory di Monterrey, che secondo i piani iniziali doveva essere inaugurata entro quest’anno e che invece slitterà per imprecisati motivi al 2025 o addirittura al 2026. Anche perché da qualche tempo tira una brutta aria, come dimostra la decisione di pochi giorni fa del governo messicano di espropriare gli stabilimenti dell’azienda a stelle e strisce Vulcan Materials, con l’accusa di operare in un’area costiera protetta. Tra Messico e Usa c’è poi l’annosa questione dell’immigrazione e del muro, che in caso di vittoria del candidato repubblicano tornerebbe più che mai attuale, non che non lo sarebbe anche con Kamala Harris, che sul tema non ha mai del tutto chiarito la sua posizione ed ha notoriamente posizioni dure sulla sicurezza. In tutto questo si è recentemente aggiunta una crisi diplomatica con la Spagna, dopo che il Re Felipe VI non è stato invitato alla cerimonia di insediamento per non aver chiesto ufficialmente scusa per i danni causati dalla colonizzazione.
Messico: si punta sul turismo ma c’è da ridurre la criminalità
Sul fronte interno, l’era di Claudia Sheinbaum inizia invece sull’onda di un’economia che dopo la pandemia ha ripreso a correre a ritmi spediti, col Pil che nel 2023 era cresciuto del 50% rispetto al 2020. “Sarà un governo onesto, un governo di austerità repubblicana”, aveva detto la presidente nel giorno dei risultati elettorali, non riscuotendo però grande successo sul fronte dei mercati, visto che la Borsa all’indomani del voto cedette il 6% in una sola seduta, salvo poi risalire ma nemmeno tanto nei mesi successivi, quando l’indice Ftse BIVA è rimasto ben al di sotto dei massimi toccati a febbraio.
Il Messico oggi, oltre che una sponda per l’economia Usa, punta a diventare una delle prime mete turistiche del mondo. Per riuscirci però dovrà ridurre la criminalità, che negli anni di AMLO è aumentata a livelli record, con ben 182.000 omicidi registrati tra il 2018 e il 2024, una media annua triplicata rispetto a venti anni fa. Come prima presidente donna, Sheinbaum dovrà soprattutto preoccuparsi della sorte delle donne, prime vittime di questa escalation di violenza: nel 2023 i casi di “desaparecidas” sono triplicati, arrivando a 2.600, per un totale di 26.000 donne di cui ad oggi si sono perse le tracce. Secondo i dati ufficiali del governo, in Messico si verificano dieci femminicidi al giorno e la metà delle donne ha subito almeno una aggressione sessuale nel corso della vita.